Storia della Italian Umpires Association -di Michele Dodde
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L’Umpire dunque in virtù di questa iniziativa, lasciava il proprio cortile di interesse venendo motivato a divenire un ideale perfezionista. Questo principio, o esigenza richiesta anche dalle Società, superava tutte le primitive puntualizzazioni dando l’avvio alla completa formazione del Giudice di Gara che nulla ha a che vedere con la figura dell’arbitro.
Il referee infatti è chiamato ad emettere una sanzione o meno in seguito ad un’azione fallosa durante lo svolgimento di un’azione di gioco, l’Umpire invece, e quanto sarebbe opportuno che si evidenziasse la sfumatura di quello che erroneamente viene considerato un semplice sinonimo e che al contrario è un fondamentale ed unico sostantivo, è espressamente e continuamente un Giudice cui viene richiesto il giudizio su un atto lecito o illecito che sia. E va da sè che ogni suo giudizio è fortemente decisionale.
Solo sfumature? No, è che bisogna essere permeati da un grande spirito ontologico per divenire ed essere plasmati al meglio quali Umpire. E come il Giudice è chiamato ad interpretare gli articoli della Legge, così l’Umpire, quale Ufficiale di Gara, è chiamato ad interpretare le regole del gioco sempre simili agli atti da giudicare ma mai eguali.
La figura dell’Umpire allora fu delineata in modo categorico nell’elenco dei compiti che doveva assolvere, i cosiddetti doveri dell’Umpire. Tuttavia importante fu anche sottolineare quella che doveva essere la sua peculiare caratteristica, ovvero essere l’elemento “invisibile”, o meglio il “non protagonista” della gara che si svolgeva lì sul diamante.
Si rimarcò quindi come questa fondamentale peculiarità era destinata ad evidenziarlo là nell’esercizio della sua funzione, ovvero invisibile e non protagonista, e come questa sarebbe dovuta divenire parte del suo indiscutibile bagaglio tecnico poiché la forte motivazione che lo aveva indirizzato nello studio teorico e nell’applicazione pratica certamente lo avrebbe sempre accompagnato nella giusta ricerca dell’essere per essere e mai per divenire. L’Umpire dunque non doveva mai essere un protagonista del gioco, poiché per esso vi erano i giocatori, né avrebbe dovuto mai errare nei giudizi ma indicarli sinteticamente nell’oggettività più assoluta, ovvero quasi come un’ombra lì vicino all’azione.
All’umpire quindi, come già evidenziò a suo tempo Jacovitz, doveva restare solo il privilegio intimo ed il piacere di essere stato accettato quale Giudice di un gioco, che gioco poi non è, andando a rispolverare con forza quell’aristocrazia dei primi Umpire che erano i primi saggi dei vari club e verso cui nessuna contestazione era dovuta poiché la loro onestà, signorilità e sapienza li circondava di carisma.
Nel 1972 si tenne dal 7 gennaio al 9 gennaio un corso di aggiornamento per istruttori e commissari speciali sempre con Pettener e Spocci. Furono 24 gli umpire ad avere il compito di discutere gli schemi della meccanica a due ( two men system) ma fu anche concordato il codice dei segnali indicativi da applicare in particolari situazioni connesse con azioni di gioco quali il balk, il sottile velo che distingue l’interferenza dall’ostruzione e l’infield fly. Ai commissari speciali poi fu raccomandato di riportare, su specifici moduli, le note scritte, azione per azione, di eventuali rilievi da muovere all’arbitro a fine partita basandosi su osservazioni obbiettive.
In quell’anno dal 25 marzo al 26 marzo a Tirrenia, divenuta ormai la casa madre dei corsi nazionali, sotto la supervisione di Pettener, D’Aprile e Spocci, seguirono il primo corso di aggiornamento per umpire di serie A e B a disposizione della COG i seguenti UdG: Adami, Anselmi, Bonsignore, Boschetto, Cappello, Cavallini, Dodde, Franceschetti, Garuti, Guzzonato, Jacucci, Lavaroni, Medelin, Moretti, Olivieri, Patrone, Salomone, Saponara, Tomasetti, Turola, Valente.
Gli argomenti, molteplici, riguardarono il coordinamento del lavoro di équipe, i suggerimenti per migliorare l’intesa tra i due umpire, la suddivisione dei compiti e la puntualizzazione sulle responsabilità delle decisioni. Infine un’accurata analisi delle posizioni in campo con riferimento particolare alle innovazioni che venivano richieste ai due arbitri in merito alla copertura del gioco a parti invertite tra casabase e terza base.
Gli istruttori Pettener, D’Aprile e Spocci, cui simbolicamente fu assegnato il “PremioAssiduità” per la loro costante presenza a Tirrenia, tennero poi ulteriori due Corsi di perfezionamento (23 -25 e 25 – 28 aprile) per giovani Umpire provenienti dalle Delegazioni di nuova costituzione ed in particolare dalla Toscana, Marche, Italia meridionale ed isole.
Michele Dodde
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Dario Bazzrini (sabato, 24 agosto 2024 11:13)
Tanti nomi di persone amiche e vicine, e di tanti arbitri con i quali ho giocato, come si dice, per una vita (1969-1982) … Ottimo lavoro Arbitrone !!!
Vittorio Vighi (domenica, 25 agosto 2024 10:36)
Mi piace "arbitrone"
Rosa Mariano (lunedì, 09 settembre 2024 07:20)
Un'altro tassello della storia del baseball ed un UdG che mi onoro di conoscere!