Come si può evincere da questo primo esame delle società e da quelle successive molte di esse presero vita grazie all’attività ed ai sottaciuti principi politici di molti Enti di Promozione Sportiva quali la Libertas, la Fiamma, il Csen, l’Edera, il Cus, il Cantro Sportivo Italiano ed Associazioni Dopolavoristiche che permisero attraverso i loro statuti di poter finanziare economicamente la partecipazione ai campionati che a partire dal 1953 furono articolati nelle canoniche tre serie, “A” con 10 squadre, “B” con 12 squadre suddivise in due gironi e “C” con ben 37 squadre suddivise per vicinanza in 8 gironi. Se poi si andasse a controllare lo svolgimento della prima gara internazionali della nazionale italiana contro quella della Spagna a Roma il 31 agosto del 1952 dinnanzi ad oltre dodicimila spettatori si può affermare che il baseball era diventato uno sport condivisibile pur essendo d’élite visti i canoni che lo delineavano quali la complessità del regolamento, i pochi stadi ad esso congeniali, il costo dell’attrezzatura, la poca visibilità sui media e soprattutto là dove non circolava adeguato denaro di rimborso….
A nord invece prese vita, mentore l’eclettico Max Ottino, il baseball ed il dato carismatico si puntualizza il 20 settembre, sempre nel 1946, quando a Milano si fondò la prima squadra “Milano Baseball Club” a cura di Franco Milesi. Di contro poi, a seguire le ricerche dello studioso ed ex giocatore triestino Marino Bosdachin, fu in quello che era stato politicamente nominato Territorio Libero di Trieste dal 1947 sino al 1954 ad accadere che nel 1947 fossero proprio i militari americani dell’88esima divisione “Blue Devils” a richiamare l’attenzione dei tanti giovani giuliani ed esuli mentre disputavano accese gare inizialmente di softball poi subito di baseball. La permanenza dei vari reggimenti inoltre richiese anche da parte dei comandi una precisa attenzione al tempo libero da impegni da parte dei soldati e fu così che il primo diamante in Italia fosse realizzato a Borgo Grotta Gigante e nominato “Heroes Field” in memoria dei commilitoni caduti in guerra sul suolo italiano.
"Foto tratta da baseballsoftballtriestino"
Un amato poeta sognatore una volta ebbe a recitare che le diverse verità a tutti interamente si donano ma poi non a tutti del tutto si svelano…un ossimoro dunque pieno di ontologiche interpretazioni cui nulla può sfuggire. Ed anche la nascita del baseball e del softball in Italia non sfugge a queste considerazioni… Dunque, ferma restando la data del 27 giugno 1948 quando sul campo Giurati di Milano fu giocata una gara dimostrativa dinnanzi ad oltre 4.000 spettatori tra due formazioni meneghine, il Milano b.c. contro gli Yankees b.c., delle quali è doveroso ricordare i nomi:
Milano b.c. Costa,, Milesi, Del Fante, Dossari, Setti, Ducci, Donnabella, Caligaris, De Gennaro, Gribaldi, Buonamore, D’Andrea;
Yankees: Porrati, Jacchini, Rossi, Cossu, Brambilla, D’Odorico, D’Orio, Fante, Maggi, Luise, Morandi, Sioli, Legnani,
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Il campionato del 1978, che stava vivendo in totale preparazione di quello che diventerà uno dei più seguiti mondiali che vide agonisticamente il coronamento di un baseball uscito dall’anonimato, si inceppò la domenica del 9 luglio durante la seconda gara Biemme Bologna – Glan Grant Nettuno: 7 – 6. Umpire: Saccani, Malpeli, Carbognani. Recitò la Gazzatta dello Sport lunedì 10 su cinque colonne: “La partita di Bologna è finita in rissa” con il chiaro occhiello “Gravi incidenti hanno turbato l’incontro Biemme - Glan Grant” ed un eloquente ma sintetico riassunto su ben tre righe: “Nell’ottava ripresa, in seguito ad una decisione arbitrale controversa, si è scatenato il parapiglia – Espulsi Monaco e Rinaldi – Gli arbitri hanno considerato l’incontro concluso al termine della settima ripresa – La partita è comunque finita col successo della Biemme per 7-6”. Quasi un campanello d’allarme per quanto si verificherà a fine d’anno.
I “Piedi Neri” (Blackfeet) non sono una rievocazione dei Pieds-noirs algerini, bensì una squadra di baseball che specialmente negli anni dal 1974 al 1988 ha giocato a livello agonistico e poi a livello amatoriale, nella Bassa bolognese, in quel di San Pietro in Casale, paese di circa dodicimila anime, molto concentrato, con il suo bel Campanile, il Municipio e dove si mangia e si compra davvero bene: andare per crederci! E sabato 16 novembre 2024, ci sono andata, come peraltro faccio di solito, perché nella bellissima Biblioteca dedicata a Mario Luzi, uno dei più grandi poeti italiani, più volte candidato al Nobel, vi è stata la presentazione del libro “I Piedi Neri della bassa bolognese. L’improbabile saga del baseball a San Pietro in Casale” scritto da Giuseppe Guerrini con prefazione di Giuliano Barigazzi.
Sul Quotidiano di Lecce di ieri 4 dicembre 2024 un bellissimo pezzo scritto dalla penna di Renato DE CAPUA che prende spunto dai libri scritti dal nostro collaboratore Michele Dodde e dai suoi articoli su Baseball On The Road più volte citato dal giornalista. Una visione poetica del baseball partendo dalla sua storia americana per arrivare alla terra pugliese in quel "Matino" dove "Giocatori col sapore di polvere sulle labbra sognano di vincere". Qui sotto potete leggere l'articolo allargando l'immagine. Grazie al Quotidiano di Lecce e al giornalista Renato DE CAPUA per questa bella sorpresa e grazie a Michele per il suo puntuale lavoro per il Baseball.
Presentazione di Paolo Castagnini
Dopo le prime puntate della pubblicazione della tesi di Laurea di Andrea Salvarezza "Eccezionale quel baseball!" mi resi conto di avere in mano uno straordinario documento sulla nascita e lo sviluppo del nostro sport. Ovviamente parliamo di Stati Uniti, ma analogamente gli eventi che si susseguirono influenzarono anche il baseball nostrano. E' altresì interessante capire il perché del suo successo e attingere dalla storia quelle informazioni che potrebbero favorirne almeno in parte lo sviluppo anche in Italia. Oggi per voi lettori l'ultima puntata. (L'immagine è di prprietà della Biblioteca del Congresso Washington D.C.)
Come sappiamo, le recenti World Series hanno visto i Dodgers di Los Angeles scontrarsi con gli Yankees di New York e, alla fine, con un 4 a 1 i primi hanno prevalso sui secondi, vincendo una rocambolesca gara5 proprio nella Grande Mela. A parte l’esito vincente per i Dodgers, durante le partite ho scoperto tutta una serie di aneddoti molto umani, molto veri, che hanno coinvolto i giocatori di entrambe le squadre, perché il baseball è una fucina di aneddoti ed è sempre uno sport popolare, ancorché molto ricco. Dalle dita rotte di Anthony Rizzo, prima base degli Yankees con le quali ha comunque giocato durante la conquista dell’American League e quindi tutte le World Series, al bimbo di Freddie Freeman che durante la stagione ha sofferto di una malattia autoimmune, fino alla vicenda umana di Anthony Volpe shortstop degli Yankees, sono davvero tante le storie che hanno fatto da corredo alla conquista delle World Series del 2024.
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Le gare nel week end sportivo intanto, per quanto riguardava la serie A, o Serie Nazionale, erano passate da due a tre ed anche la direzione per una maggiore efficienza passò da due a quattro umpire. Pertanto gli stage a Tirrenia, divenuti per gli umpire il classico incontro di inizio dell’attività agonistica, diventarono una proficua scuola di aggiornamento ed in particolare di preparazione e perfezionamento della meccanica a tre (thre men system) e di quella a quattro (four men system).
Il cammino dell’affermazione del baseball (con il contestuale rigetto del cricket), e soprattutto i significati che tale affermazione ha veicolato, lasciano supporre che le ipotesi messe a verifica nel corso della ricerca siano vere. Ma alla luce di quanto analizzato, la scelta degli Americani di sviluppare ed adottare giochi propri appare non solo comprensibile, quanto probabilmente inevitabile. Perché, in altre parole, avrebbero dovuto agire diversamente? Quando le precondizioni resero possibile lo sviluppo e l’affermazione dell’idea moderna di sport, gli Americani avevano di fronte due sole possibili opzioni: da una parte il cricket, dall’altra il baseball. L’uno era caratterizzato da una forte identificazione con la ex madre patria, in un contesto che invece stava sentendo crescere a più livelli l’esigenza di un carattere nazionale autoctono; l’altro al contrario non aveva mantenuto alcun collegamento con l’Inghilterra, da cui pure proveniva.
di Redazione
Riceviamo e con piacere pubbichiamo il lavoro di Paolo Bossi su Lippanews in occasione del 57mo anniversario del Baseball Novarese.
Le World Series sono finite e naturalmente, in special modo alla TV, sono state commentate da esperti, tifosi amanti del gioco del baseball ed anche dai suoi praticanti e tra questi ultimi, una simpatica sorpresa è stata ascoltare la voce di Samuel Aldegheri. Samuel Aldegheri, classe 2001, come sa ogni fan di baseball italiano che si rispetti, ha esordito come lanciatore partente, nel 2024, nelle Major League con gli Angels di Los Angeles e si è fatto rispettare. Sul suo esordio si sono spese giustamente tante parole, tanti articoli ed io arrivo buon’ultima, sfruttando quanto Aldegheri ha commentato durante Gara 1 delle World Series tra i Dodgers di Los Angeles e i New York Yankees e conclusasi, agli extra innings con la vittoria dei losangelini.
di Redazione
Alle prossime elezioni per il rinnovo della carica di Presidente Federale e per il Consiglio Federale anche la sezione BXC (Associazione Italiana Baseball Giocato da Ciechi, sta cercando di inserire un suo rappresentante nel Consiglio Federale a sostituire la Consigliera dimissionaria Barbara Menoni che in questi ultimi quattro anni ha dato un grande contributo per lo sviluppo di questa disciplina. A tal proposito il Candidato Consigliere Federale Danilo Musarella chiede il voto a tutti i Rappresentati delle Società italiane. Ecco la sua lettera:
Come ogni anno Tom Ricketts, Proprietario dei Chicago Cubs, alla fine di una stagione tra le più “insipide” dei Cubbies, almeno per me, degli ultimi anni, ha visto bene di scrivere ai fans e supporters dei Chicago Cubs, tra i quali ci sono anch’io dall’Italia, così come tantissimi altri nel mondo. Ogni anno, infatti, alla fine della Stagione o della Post Season, quando va bene, il Presidente ci scrive, firmandosi amichevolmente “Tom” per analizzare quel che è stato fatto e quello che si farà. Quest’anno la lettera è stata particolarmente asciutta e onesta, perché nessuno si aspettava di non arrivare almeno ad una Wild Card. Nonostante tutte le speranze e gli sforzi, ottobre, il mese più importante da giocare per una squadra di baseball americana, è andato perduto.
Storia della Italian Umpires Association - di Michele Dodde
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Nel 1975 dal 22 febbraio al 2 marzo una Commissione federale composta dal Vice Presidente della Fibs Aldo Notari, dal Segretario Generale della Fibs Massimo Ceccotti e dall’UdG Carmelo Pettener visitò la Specialized Umpire Course di St. Petersburg (Florida) per esaminare la possibilità di un concreto appoggio tecnico didattico alla cosiddetta scuola statunitense ma la complessiva valutazione fu molto negativa tanto che furono riavviati rapporti di collaborazione con la scuola cubana che permise in seguito ulteriori esperienze a gruppi di umpire che andranno a perfezionarsi sempre più a Cuba ad iniziare dal 1981.
Da anni la Gazzetta Dello Sport organizza un grande evento nella Città di Trento. In questi 4 giorni dal 10 al 13 ottobre puoi incontrare qualsiasi personaggio dello sport mondiale come Leclerc, Velasco, Lewis, Pogacar, Weah, Domenicali, ma l'edizione di quest'anno ha qualcosa in più per noi: La presenza di un particolare giocatore della Major League Baseball, si ormai lo conoscete tutti è il nostro Samuel Aldegheri che ci ha travolti tutti, noi del nostro baseball italico con la "salita" sul monte della MLB. Ma Samuel non sarà solo, a fargli da spalla due ospiti d'eccezione: Mike Piazza grandissimo catcher della MLB per tanti anni ed ora Manager della Nazionale Italiana e il grande Faso bassista del gruppo Elio e Le Storie Tese, anche lui giocatore di baseball oltre che musicista e intrattenitore ormai conosciutissimo. E non è finita qui perché a moderare il dibattito ci sarà il nostro amatissimo Mario Salvini giornalista della Gazzetta che racconta il baseball sui social tramite il suo Blog "Che Palle"
Tratto dal sito baseball excellence e efastball.com
Sempre caro mi fu quest’erme colle… recitava Leopardi nel suo canto L’infinito. Con tutto il rispetto verso il sommo poeta e con il suo implicito permesso, ho voluto usare le sue parole per introdurre l’argomento di oggi che mi sta molto a cuore, l’impugnatura della mazza da baseball. Per quanto osservato sui vari campi in molti anni, ho avuto l’impressione che questo è un aspetto di cui non si dedica la giusta importanza in particolare nelle giovanili. Una corretta impugnatura è essenziale in quanto ha lo scopo di mantenere in equilibrio il busto, aiuta a generare la massima velocità dello swing con il minimo sforzo, permette di avere il pieno controllo dello swing stesso e facilita l’estensione delle braccia dopo il contatto. Tenuto conto che l’impugnatura è semplicemente tecnica e ha nulla a che fare con la forza, essa deve essere insegnata sin dall’inizio, anche in principio quando si utilizza il tee. E qui mi fermo poiché non voglio anticipare oltre quanto riportato nell’articolo originale.
Il successo del baseball sembrerebbe quindi legato alla maggiore capacità di evidenziare ed esaltare il ruolo della prestazione individuale; del resto una simile impostazione sarebbe coerente con il frame culturale in cui il baseball si è affermato, poiché la Democrazia americana posta sotto la lente di ingrandimento da Tocqueville ha fra i suoi valori fondanti proprio quello dell’individualismo. Ma allora ancora maggiore popolarità avrebbero dovuto avere, nel panorama sportivo americano, discipline completamente individuali come il tennis, l’atletica o il nuoto.
Si è concluso nelle scorse settimane sul campo di Rivabella il secondo “HAVE FUN TOURNAMENT Showcase & Draft” di questa stagione. Con Stefano Burato, che insieme a Simona Conti ha dato vita a questo innovativo format e facciamo un bilancio delle due settimane. Dopo l'intervista a Simona Conti, e una mia relazione essendo stato presente a Rivabella, ecco oggi un'altra intervista molto interessante a Stefano Burato. Buona lettura.
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Nel 1973 gli umpire italiani si trovarono dinnanzi ad una sorpresa che stupì non poco. Nella richiesta di ammodernamento della divisa, causata dal miglioramento del materiale protettivo e per una voglia di copia conforme con i colleghi statunitensi, il Presidente Federale sancì una divisa ben appariscente in diamante ed apparentemente elegante: il chief umpire avrebbe diretto la gara indossando una comoda giacca di colore rosso rubino da indossare sopra la pettorina di protezione ed a completamento un paio di pantaloni neri, il base umpire invece avrebbe indossato, sempre sui pantaloni neri, una tee schirt a righe bianche e rosse verticali. In quel periodo era famoso anche un dentifricio similare per cui ironicamente quella divisa fu soprannominata “all’esaclorofene”.
Quando La Gazzetta Sportiva dell’1 settembre, numero domenicale de La Gazzetta dello Sport, ha liquidato due eventi di particolare interesse inerente una disciplina sportiva quale il debutto nella massima lega statunitense del baseball professionistico con le seguenti parole: “ intanto anche se sconfitto con i suoi Los Angeles Angels opposti a Seattle 9-5, Samuel Aldegheri ha destato una buona impressione venerdì per il debutto in MLB”, e poi con più parole ha dato notizia della conquista dello scudetto dopo 14 anni da parte del Parma sul San Marino in tal guisa “il Parma conquista lo scudetto atteso da 14 anni. E’ l’11° tricolore della storia e gli emiliani lo concretizzano chiudendo a San Marino la serie finale al meglio di 7 per 4-1 ( 2-4, 7-9, 0-2, 7-5, 0-6). Il sigillo lo mette Alex Liddi (mvp) col fuoricampo da 2 punti al 7°, mentre 2 punti al 2° e 2 al 6° avevano creato le basi per questo trionfo dei parmigiani di Saccardi.
Qualche tempo fa ho avuto modo di andare a vedere una partita di baseball in quel di Reggio nell’Emilia, dove ho trovato, insieme ad un gran fermento organizzativo e di tifo per la squadra locale, la A.S.D. Reggio Rays, anche un volantino con una bimba disegnata alla maniera dei fumetti giapponesi che invita a scoprire il softball con lo slogan “amicizie ed emozioni che fanno grandi”. La squadra è la “ASD Reggio Dream Team baseball e softball” e leggendo l’assai considerevole volantino ho letto tante informazioni sul gioco del softball, tra un po’ di storia, i ruoli dei giocatori ed in poche righe, pure la descrizione del gioco: un mezzo miracolo data la nota complessità. Ad un certo punto, poco sopra la lettura della possibilità di provare a giocare a softball gratuitamente per un mese, che non è poco, per “conoscere uno sport diverso!” mi imbatto in un nome ed in un numero telefonico, così lo metto in memoria su Whatsapp e dopo qualche giorno, scrivo un messaggio.
Oltre che eccezionali per aver adottato discipline sportive assolutamente peculiari, comunemente battezzate “sport americani”, gli Stati Uniti lo sono anche per il modo in cui hanno messo i loro sport (in particolare il baseball) al centro della propria vita culturale. Non sono molti i contesti in cui uno sport ha assunto una funzione così importante: a partire dagli anni ’60 dell’ottocento il baseball è stato un fenomeno sociale e culturale fondamentale per la storia d’America. Specialmente dopo l’avvento del professionismo, con cui la competizione divenne più intensa e il sistema di partite più regolato, il baseball svolse una funzione cruciale nell’appagare quel bisogno di appartenenza e quel senso di identità che negli Americani ardevano in modo particolarmente intenso.
C'è un gruppo in Facebook che si chiama Il Bar dei Tecnici del Baseball. Il gruppo è stato aperto all'inizio del 2023 con l'ambizione di riunire le persone ma amcor di più le idee sul "che cosa fare" per far crescere l'attività giovanile. Il Gruppo iniziale è stato formato dalla capostipite Simona Conti, sempre pronta alle innovazioni e tutto il gruppo che a quel tempo era lo staff delle Nazionali U12 quindi Stefano Burato, Alessandro Rosacolombo, ecc, Anch'io entrai immediatamente in questo Bar sicuro che sarebbe stato propositivo e non mi sbagliavo. Tra le tante proposte e discussioni che scaturirono in questa sede ci fu l'iniziativa del Torneo Draft, nato come mi confessò Simona da una mia dichiarazione in cui sostenevo che "i ragazzi che vogliono giocare devono poter giocare." Detta così la frase dice tutto e niente. Quando mai qualcuno è contrario. Simona però assieme a Stefano Burato e al resto del gruppo prese questo spunto e ci costruì il 1° Torneo Draft che si svolse il 5-6-7 settembre 2023 (Chi vuole approfondire può andare alla presentazione qui e al resoconto finale qui)