C’è una bella canzone di Luca Carboni, noto cantante bolognese, che dice una gran verità, ossia che “forse Bologna è una regola”: una formula ed è proprio così, senza forse e senza ma. Eh sì, perché mercoledì 14 maggio 2025 è una data che resterà per sempre nella storia sportiva della nostra città, poiché dopo ben cinquantuno anni il Bologna F.C. ha vinto la Coppa Italia contro il Milan A.C.. Bologna vs Milano: una sfida infinita.
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Una particolare postilla meritano due libri catalogati “Science Fiction” che involontariamente hanno anticipato i tempi odierni. Si tratta di “Stay Loose” scritto nel 1959 da Bud Nye e dato alle stampe da Doubleday and Co. dove si focalizza l’attenzione sulla versatilità del computer che un giorno avrebbe potuto, come in effetti sta facendo, influenzare i risultati delle partite. Si avverte una scandalosa battaglia intellettuale tra Heart vs Univac che fa ridere e meditare rimandando ad altri tempi la diatriba su chi può vincere tra l’amore per il baseball, che si avverte con il cuore, e la nominalistica freddezza di un baseball che risulta gradito solo alla tecnologia.
“Bob!!” è il tweet di un vaticanista americano, anzi statunitense che quando è stato eletto il nuovo papa, Papa Leone XIV ha così deciso di esternare la sua gioia per un’elezione quanto mai imprevista, anche se un Papa americano, americano del nord sembrava essere nell’aria. Non tanto per quelli che un tempo si chiamavano fotomontaggi con la foto di Trump vestito da Papa e in posa ieraticamente benedicente e blasfema, ma, perché dagli USA arrivano spesso cambiamenti epocali e questo è quello che un po’ ci aspettiamo, perché abbiamo bisogno di cambiare l’inerzia bellica che ci sta sulla testa e non ci piace per niente. Papa Leo quattordicesimo, al secolo Robert Francis Prévost Martinez è nato a Chicago nel 1955 e quindi ha quasi settant’anni e provenendo dagli USA è uno sportivo che pratica il tennis ed è naturalmente amante del baseball.
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Molto seguiti e letti sono stati poi i testi ispirati dalla coraggiosa vicenda che interessò Jackie Robinson e la problematica razziale. E diversi film sono stati prodotti, tra cui l’eccellente ultimo “42” diretto da Brian Helgeland con interpreti Harrison Ford e Chadwich Boseman sullo schermo nel 2013, a dimostrare come solo attraverso il baseball fosse possibile abbattere il muro razziale in una disciplina sportiva che prima del 1947 viaggiava su binari paralleli: la Major League e la Negro League. Tra i tanti che hanno delineato a più riprese la vicenda, è preciso e scorrevole il testo scritto dal giornalista Scott Simon nel 2002 “Jackie Robinson and the Integration of Baseball” molto ben tradotto in italiano da Marco Bertoli “Il mio nome è Jackie Robinson” ed edito in Italia nel 2011 grazie all’iniziativa della benemerita casa editrice 66th and 2nd che ha scelto anche libri sul baseball come argomento da divulgare.
Quando dopo due mesi dalla sua dipartita avvenuta ad Hollywood l’8 marzo del 1999 le librerie statunitensi misero in vendita il libro “Joe DiMaggio: the Hero’s Life” biografia non autorizzata scritta dal giornalista scrittore premio Pulitzer Richard Ben Cramer ai più sembrò che fosse compiuta l’enorme mole di volumi e saggi scritti sul grande Joe DiMaggio quand’ecco che a chiuderla, con i tipi dell’editore di New York Simon & Schuster, nel 2017 apparve un curioso e particolare volume “A Dinner with Joe DiMaggio” scritto a quattro mani dai fratelli Positano, Rock e John, con la prestigiosa prefazione di Francis Ford Coppola.
Quando nell'articolo del 16 aprile raccontavo delle iniziative che stanno nascendo in Italia, ecco questa che vi illustro oggi è una di quelle. Montefiascone che è una stupenda città del baseball organizza uno di quei Tornei nella categoria "Draft" che per chi ancora non conosce i dettagli è un modo diverso di praticare il nostro sport. Non sono le squadre a partecipare, ma i singoli atleti. Un gruppo di qualificati Coach, tra i quali Stefano Burato e Simona Conti, seguiranno il gruppo dando a loro le stesse possibilità di giocare e imparare. Basta solo la voglia e il piacere di giocare a baseball.
Questa volta voglio intrattenermi sui miei amati Chicago Cubs, perché in questo periodo si stanno rendendo protagonisti di una serie di record e particolarità davvero interessanti. Lo sapevate, per esempio e tanto per scaldare i motori, che Matthew Boyd, rilievo dei Cubs è discendente di Dolley Payne Todd Madison (1768 – 1849), moglie del quarto presidente degli Stati Uniti, James Madison? L’odierno e famosissimo Donald Trump, tanto per capirci, è il quarantasettesimo.
Per chi come me ha passato decadi sui campi da baseball, non può essere passato inosservato il cambiamento nella gestione dell'attività giovanile nel baseball. Per il softball è iniziato anche prima più per necessità che per opportunità. Io che ho iniziato ad occuparmi di giovani dagli anni 70 del secolo scorso, cosa che faccio tutt'ora, posso sostenere che fino ai primi anni 2000 in realtà non ho visto grandi cambiamenti, ma dopo alcune modifiche dei regolamenti federali ci sono state scelte e azioni che hanno profondamente cambiato questo settore, quello appunto giovanile e lo hanno portato ai giorni nostri completamente rivoluzionato per alcuni migliorato per altri peggiorato e di questo ognuno di noi ha la propria opinione.
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Con il crescente gradimento del pubblico che incominciava a far lievitare la presenza dei tifosi sulle tribune dei vari diamanti ed a far sviluppare gli utili del nascente business, la casa editrice Maynard and Co. di Boston nel 1911 pubblicò l’idea vincente del giornalista Charles Emmet Van Loan nel confezionare “The Big League”, un volume contenente nove storie inerenti gare e aneddoti dei giocatori più acclamati in quel periodo. Fu un successo editoriale e qui anche la semantica dei numeri, che coinvolge il diamante, incominciò a fare breccia nella curiosità speculativa. Lo stesso Van Loan, questa volta con i caratteri dell’editore George H. Doran Co., licenziò successivamente nel 1919 con “Score By Innings” una ulteriore raccolta di 10 storie tutte incentrate sullo svolgimento di alcune particolari gare.
Tratto da blessyouboys.com
ERA? FIP? WHIP?
Quest'anno abbiamo due giovani lanciatori prospetti italiani: Samuel Aldegheri e Alessandro Ercolani in MILB. Seguiamoli attraverso le statistiche. Ecco una guida per capire come leggerle.
Lanciare è un processo complicato. Lanciatori possono avere a disposizione 5/6 differenti tipi di lanci con diverse rotazioni, indirizzate in varie locazioni con una variabilità di risultati. La conseguenza è che esistono una miriade di statistiche che spesso possono confondere il tifoso occasionale. Al fine di rendere il tutto di più facile interpretazione, per il momento ci limiteremo ad analizzare solo quelle basilari. Come per le statistiche di battuta, mostreremo un box score di una gara delle majors.
Nel 1973 nel licenziare alle stampe il suo geniale capolavoro “The Great American Novel”, Philip Roth ebbe a scrivere un saggio dal titolo “My Baseball Years” in cui precisava come fosse stato importante per lui, come lettura della sua fanciullezza, aver potuto leggere libri sulla tradizione, le leggende e le diverse personalità del mondo del baseball. Essi avevano soddisfatto del tutto il suo “appetito letterario” sino ai diciotto anni quando poi fu interessato dal romanzo “Lord Jim” di Joseph Conrad che lo condusse ad ulteriori considerazioni della vita. Coinvolto così tra due mondi, il gioco e la realtà della vita, Philip ha avuto un’arguta vitalità nello scrivere il suo romanzo capolavoro come ricreazione satirica dell’ontologica tradizione del baseball consapevole che la continua evoluzione della mitologia del gioco antico appaga il gusto ricercato della mente sull’angoscia triste delle introverse caratterizzazioni dell’anima.
Il Corriera della Sera nella sezione online "Corriere Life" attraverso la penna del bravissimo Filippo Fantasia dedica un lungo articolo al mitico Fenway Park il più antico stadio del baseball della MLB dove giocano i Boston Red Sox. L'articolo dal titolo
Fenway Park, viaggio nel tempio del baseball: qui dove batte il cuore di Boston è leggibile cliccando il link. L'amico Filippo come sempre appassionato del nostro sport mi ha raccontato che altri ne seguiranno. Pertanto condividiamo il più possibile l'articolo perché anche con queste cose aiuteremo il nostro baseball e softball.
Paolo Castagnini
Molti appassionati italiani avranno notato la nuova mazza denominata "Torpedo bat" appunto la mazza siluro. La mazza utilizzata dai New York Yankees è stata, progettata da un professore laureato al MIT ( Massachusetts Institute of Technology) una delle più prestigiose università americane. Nel fine settimana contro gli sventurati Milwaukee Brewers gli Yankees hanno totalizzato nove fuoricampo in una partita, quindici in tre partite e trentasei punti totali segnati. Da quel momento tra gli appassionati di baseball americani non si parla d'altro. E ha senso, perché prima di questo weekend, una cosa del genere non si era mai vista nemmeno ai tempi di Babe Ruth, Lou Gehrig e Mickey Mantle,
Articolo tratto da ESPN.
Era il 5 maggio 1998 e Kerry Wood aveva appena eliminato 20 avversari al piatto, aveva appena 20 anni, era la sua quinta apparizione per i Chicago Cubs e aveva appena sconfitto gli Houston Astros, una delle migliori squadre in battuta di quell’anno. Qualcuno attribuì il successo al fatto che era una giornata nuvolosa e gli Astros non riuscivano a vedere bene la palla, ma lo stesso si potrebbe dire per i Cubs.
Quante volte abbiamo visto nelle nostre squadre battitori colpiti dal lanciatore, una rotolante che prende lo stinco del difensore, un arrivo incerto sulla base e conseguente caviglia dolorante. La prima cosa che succede, ancora prima che chi ha subito il trauma si lamenti, è una voce che da qualche parte si alza: "GHIACCIO!". E a questo punto dalla panchina sfreccia un giocatore che non ha mai corso così veloce nemmeno quando deve correre casa-prima, o il dirigente accompagnatore con la bomboletta di ghiaccio spray in mano e subito parte lo spruzzo miracoloso sulla parte dolorante.
È di qualche giorno fa la notizia che alcune ragazzine ferraresi, di tredici anni, si sono sentite male dopo aver assunto del tabacco da masticare, contenente un’alta concentrazione di nicotina, vietata agli Under 18; questa pratica - assolutamente insana e illegale in Italia - è nota come “Snus” e consiste nell’assumere tabacco macinato, essiccato, umidificato a vapore ed infine raccolto in bustine piccole, simili a quelle del the. A parte il fatto che non si capisce come i bimbi e i ragazzi di oggi, un po’ come quelli di ieri per la verità, “una ne pensano e cento ne fanno” e che se faccio considerazioni di questo genere sono una boomer preoccupata, devo dire che anche nel nostro amato gioco, sia in Italia che negli USA e altrove, ci si tratta veramente male, magari inconsapevolmente, magari per ragioni anche culturali, come vedremo, ma con possibili gravi ripercussioni salutari.
Se Dan Brown, il noto autore di best sellers quali Angeli e Demoni e Il Codice Da Vinci, dopo aver ammirato la visione dell’apoteosi di George Washington, dipinta dal michelangiolesco italo-americano Costantino Brumidi, ed individuato da par suo, nel terzo libro in cui appare Robert Langdon, il ricercato “Simbolo Perduto” unitamente alla parola smarrita che è Laus Deo, ovvero Lode a Dio, avesse poi avuto l’ardire di scivolare più in là da Washington Square sino all’incrocio tra la 47th e la 27th strada di Manhattan, avrebbe permesso al suo geniale professore di simbologia di delineare e concretizzare, sicuramente all’ombra di uno strike, anche il senso compiuto della parola ritrovata: e pluribus unum (da molti, uno), oltre agli indizi e le linee di un campo dove si era giocato a baseball già a partire dal 1845.
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NETTUNO
Nello stesso periodo 1959 a Nettuno si giocava nell’impianto costruito all’interno della villa del Presidente Federale Steno Borghese, impianto quasi a norma ed accettabilissimo per quei tempi anche se distante anni luce dall’odierno impianto. Ricordo la scarsa distanza della casa base dal back stop per come si sentivano vicine le voci del pubblico quando eri alla battuta.
GROSSETO
Sempre in quel periodo a Grosseto non c’era l’attuale splendido impianto, ma si giocava in un campo da calcio situato sotto le mura della città: lo ricordo perché il mio esterno destro si lamentava perché dall’alto delle mura alcuni bambini gli buttavano della terra e non tanto per colpirlo, ma per distrarlo dalla gara.
C'è un nostro lettore che appena pubblico un articolo riguardante i lanciatori o un articolo in cui al suo interno si parla di un pitcher della MLB, con grande attenzione scruta parola per parola e se intravvede una frase tipo "il lanciatore Xyz ha tirato un cambio" nel giro di pochi minuti arriva il commento con su scritto: "Caro Paolo ti ricordo che i lanciatori "lanciano" e non "tirano" e come dargli torto? Ogni volta che ripasso un pezzo mio o di uno dei miei bravi scrittori, cerco al laser se trovo il verbo "tirare" anziché "lanciare" e faccio l'opportuna correzione. Devo dire che a volte mi farebbe comodo per evitare ripetizioni del tipo "il lanciatore ha lanciato una curva" scrivere "il lanciatore ha tirato una curva", ma niente, l'attento lettore mi "tira" le orecchie.
E’ sufficiente un accenno ad un argomento del passato che subito vecchi amici mi telefonano per rinvigorire un ricordo e nuovi lettori ti mandano mail di incredulità su quanto hai scritto. Mi dispiace che gli uni e gli altri non usino i commenti agli articoli favorendo il coinvolgimento di tutti i lettori. L’argomento preso in considerazione questa volta è la dimensione o meglio l’idoneità al gioco dei campi da baseball del passato ed accennavo, ad esempio, in un recente scritto, ai campi “Pirelli” di Milano e di Via della Grazia o dell’”Oca” a Bologna: “Ti ricordi che ci sembravano campi formidabili rispetto a quelli che il calcio ci prestava in quasi tutte le città?”
In occasione dell’8 marzo, data evidenziata come “Giornata Internazionale della Donna”, Baseball on the Road è lieto di ricordare la figura di Amelia Jenks Bloomer (Homer, 27 maggio 1818 – Council Bluffs, 30 dicembre 1894) e le cosiddette “Bloomer Girls”. La prima, donna di primo piano oltre che fervente attivista, si cita perchè oltre a rivendicare la parità delle donne e la loro capacità di svolgere professioni allora riservate solo agli uomini, con incisivi articoli sul proprio giornale “The Lily” non solo si impegnò a rivendicare i “Diritti delle Donne” ma anche a favorire un diverso look femminile ben distante dall’allora moda tradizionale, ovvero a favorire che le donne potessero indossare ampi pantaloni sbuffanti coperti in parte da una gonna.
Sulla scrivania di un appassionato di baseball tre sono i tomi che non devono mai mancare. Primo: il Regolamento Tecnico di Gioco, secondo: il “Make the Right Call” edito dalla Major League Baseball e terzo: il ricercato “Knotty Problems” che raccoglie il meglio dei problemi scabrosi successi durante lo svolgimento di una gara e la giusta interpretazione da dare in base al citato Regolamento. In realtà una prima edizione dei problemi scabrosi o casi insoliti verificatesi durante le gare di baseball fu curata dall’allora Federazione Italiana Palla Base nel 1957, stampata dalla tipografia Risorgimento in Roma con corpo 8, e che racchiudeva in 190 pagine ben 18 capitoli: dal balk all’interferanza, dall’infield fly al giuoco d’appello e via cosi. Una seconda edizione fu curata dal Comitato Nazionale Arbitri della ormai rinnovata Federazione Italiana Baseball Softball nel 1980 e qui i capitoli erano 17 spalmati su 73 pagine e stampata sempre in corpo 8 dalla litografia Alpha Beta di Bologna. Entrambe le edizioni si integrano e la loro lettura diventa un piacevole diversivo in contrapposizione alla severa e rigida interpretazione del Regolamento Tecnico del Gioco.
Credo non sia la prima volta che racconto di Lindor, perché ha questo cognome così “cioccolatoso” e poi naturalmente, perché è l’interbase dei Mets di New York, squadra che anche per la prossima stagione si sta dando molto da fare, dimostrando grande ambizione. Di recente poi Francisco Miguel Lindor, classe 1993, ha partecipato alla settimana della moda francese in quel di Parigi, manifestando anche il suo essere molto, ma molto “modaiolo”. Lindor, infatti, ci tiene moltissimo e ogni giorno cura il suo outfit, ossia ciò che indosserà, con grande cura, assemblando i vari pezzi con un gusto tutto suo, che però fa tendenza.
Era il 30 settembre del 2024 quando la ferale notizia della scomparsa di Peter Edward Rose, poi Pete Rose, giunse inaspettata ai tifosi dei Reds e con essa si inasprì la diatriba se ancora fosse no o sì idoneo alla sua induzione nella Hall of Fame del baseball statunitense. Nel dubbio comunque resta la sua straordinaria partecipazione al gioco del baseball che in lui ha avuto un eccellente precursore a partire dall’impareggiabile etica profusa nel portare innovazioni alla preparazione atletica sino alla leggendaria passione per il gioco stesso.
Caro Blue,
l’inizio della primavera, unitamente ai glabri e negativi concetti più volte evidenziati verso il mondo degli Ufficiali di Gara ed enfatizzati più del dovuto dalla stampa, mi invitano a scriverti queste poche righe. Ancor più ora, come allora e come sarà sempre, essendo effervescente l’inizio dell’attività agonistica del nuovo anno, queste note permetteranno a me di risentire così, almeno attraverso te, quell’indimenticabile profumo di terra e di erba tagliata che tanto mi manca. E se del caso, poter rivivere, sempre attraverso te, l’ebbrezza della chiamata dello strike e la determinazione nella gestualità di un giudizio.
Tratto da qcbaseball.com
Per analisi dei battitori e lanciatori si intende un diverso modo di raccogliere informazioni per meglio valutarli. Si può analizzare un singolo turno alla battuta, una gara, una serie di partite o una intera stagione. L’analisi può essere intesa come un approfondimento del box score e in questo tipo di analisi non vanno prese in considerazione le statistiche più comuni, ma va prestata attenzione alle informazioni che possono aiutare a migliorare le prestazioni dei propri giocatori.
Storia della Italian Umpires Association
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Il ritorno in ambito del CNA da parte di Enrico Carlini, ex umpire in esilio volontario a seguito della nota querelle del 1978, coincise con l’incarico di responsabile della Commissione Softball. Con le sue nuove iniziative, questa ebbe una ulteriore spinta professionale realizzando uno stage di perfezionamento per diciotto Ufficiali di Gara presso la prestigiosa scuola del softball canadese a Toronto dall’8 al 14 agosto del 1986.
Da un coach di College (che stava osservando ragazzi da reclutare)
Lo scorso fine settimana ero ad una gara di torneo e ho potuto notare alcune cose che mi hanno fatto girare le spalle e andare via e che riguardavano i ragazzi che avevo sotto osservazione: Genitori dalle tribune che gridavano contro gli arbitri e contro i giocatori in campo, compresi i loro figli; Giocatori che durante la partita uscivano dal dugout per andare a parlare con i genitori circa le decisioni del coach, delle chiamate arbitrali o chiedendo qualcosa da mangiare. Per quanto possa sembrare strano, personalmente non voglio ragazzi che corrono dai genitori per criticare e ragazzi ai quali servono raccomandazioni durante la gara;
Altre considerazioni sull'articolo del 3 febbraio dal titolo: "Dai 16 ai 18 anni, i giovani dimenticati"
Il Prof. Walter Bragagnolo dell'ex ISEF di Verona in una lezione disse questa frase: "L'esperienza non si può trasmettere" alla quale ne scaturì un'animata discussione. La frase di cui a quel tempo non ero per nulla d'accordo a distanza di quarant'anni mi accompagna e non lascia la mia mente ogni qualvolta programmo un qualsiasi allenamento o seguo una partita. Per qualcuno questa frase dice poco o niente, ma a me fa un certo effetto. Per fare un esempio tu potrai dare a qualsiasi atleta tutte le istruzioni che vuoi, ma finché non proverà personalmente su di se, saranno solo informazioni, ma non potranno mai essere esperienza.
Storia della Italian Umpires Association
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La prospettiva olimpica diede una ulteriore spinta emotiva alla preparazione mentale e addestrativa dei Giudici di Gara e su questi aspetti le due Commissioni, ben coadiuvate da Riva, attuarono un ciclo di stage di particolare intensità unitamente all’attuazione delle prime norme di disciplina sanitaria a totale interesse per gli umpire impegnati nella direzione delle gare e vararono le norme del “Premio Enrico Spocci”, in onore del compianto collega parmense, da assegnare al miglior umpire esordiente nella massima serie. Il primo ad essere menzionato fu il palermitano Francesco Vassallo, estroso e verboso avvocato che la sorte in seguito rapì giovanissimo, poi il toscano Sergio Felsini, quindi il determinato nettunese Marco Screti a cui il futuro riserverà, oltre alle proprie iniziative in merito alle direzioni di gare, una carriera strepitosa ed affascinante sino in campo internazionale. In definitiva si era del tutto esaurito il periodo cosiddetto scolastico ed era iniziato in modo capillare quello competitivo.
Omaggio a Samuel Aldegheri
E’ vero, il manager glielo aveva accennato. Ora era lì e quello era il tempo ed il luogo e non poteva essere altrimenti così come anche quel giorno non poteva essere un giorno diverso o più straordinario. Le premesse c’erano tutte anche perché il suo sogno di debuttare finalmente in una gara di Major League non era come i soliti sogni che sono destinati a morire all’alba poiché il suo, in verità, stava incominciando alle tre del pomeriggio sotto un sole di pieno agosto. In effetti in quel dugout, in verità mai blasonato come tanti altri, lui si sentiva ripetutamente sospeso, tra l’incertezza dei modi, da quel continuo vociare dei presenti, dagli amati profumi del cuoio e da quello pungente degli unguenti.
di Redazione
Società del Nord Italia con squadra in Serie B cerca una lanciatrice esperta che possa tornare al suo amato sport e rimettersi in gioco, sia per lanciare in partita che per aiutare le giovani lanciatrici in questo importante ruolo. La ASD è molto seria e assicura un rimborso spese da concordare. Contattare la e-mail di Baseball On The Road.
Leggo con grande interesse l’articolo pubblicato da baseball.it di Filippo Fantasia sul nuovo incarico di Francisco Cervelli nuovo Manager della Nazionale e Nel Coletti GM dell’Italia Baseball. Finalmente qualcosa si muove. Ora mi auguro che qualcuno inizi a fare un progetto vero per la crescita dei giocatori italiani. Parliamo di baseball perché il softball ha altre preoccupazioni. Nell’intervista Cervelli dice: “Voglio costruire il più forte team possibile. Inizierò a lavorare da subito al progetto, sarà dura e ci vorrà del tempo, passione e conoscenza per far crescere la nostra Italia. Cercherò di far capire ai nostri giocatori che l’Italia può essere una potenza mondiale, non è una questione di 1-2 anni o un torneo, ma è un percorso lungo. Voglio andare alle Olimpiadi, è il mio sogno. Collaborerò anche con Under 23 e 18, un progetto a medio e lungo termine”.
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