Se capita di vedere una partita di College fuori stagione ci si potrebbe imbattere nel risultato di zero a zero alla fine del nono inning. Tranquilli, non necessitano i supplementari, ne tantomeno i tecnici per riparare il tabellone guasto.
E' primavera ed è tempo di amichevoli. Esistono vari modi di affrontare una partita amichevole; basta che i due manager si mettano d'accordo e il regolamento viene modificato.
Per fare degli esempi potremmo vedere una partita con le batterie di lanciatore e ricevitore invertite; generalmente si fa quando il livello tra le squadre non è equilibrato.
Un altro sistema è quello di contare il numero di lanci; quando il lanciatore ha effettuato 15 lanci c'è il cambio inning; questo sistema preserva i lanciatori dallo stress di lanci ad inizio stagione.
Ancora potremmo chiamare out ogni volta che l'azione lo richiede e lasciare il battitore/corridore salvo solo in caso di valide; per fare un esempio battuta sull'interbase, tiro in prima mancato e out comunque.
Durante queste partite possiamo inserire oltre nove battitori nel lineup, oppure rimettere in campo giocatori già sostituiti, ecc.
Tutti questi sistemi inevitabilmente abbassano il livello di agonismo tra le squadre. Può capitare specie se i giocatori non sono di buon livello, che l'incontro diventi noioso e che non porti alcun beneficio.
Se per partita amichevole intendiamo che il risultato di quella partita in sé non ha valore allora c'è un altro metodo e ce lo insegnano come sempre chi a questo sport ci gioca da più tempo, gli Americani.
Negli Stati Uniti vige una regola che vieta ai College di superare un certo numero di partite ogni anno. Questo numero è 56 (playoff esclusi). Ma se questi ragazzi si devono preparare per entrare nel professionismo 56 partite sono veramente poche. Ecco pertanto le "amichevoli".
Il termine come appena enunciato significa che il risultato non ha valore e pertanto cosa fare?
Le partitelle come spiegato ad inizio di questo articolo?
Niente da fare così non va, non si impara a giocare a baseball. Nella off-season le squadre di college giocano almeno altre 40 partite nei mesi di Settembre e Ottobre e sono partite a tutti gli effetti e che hanno lo stesso agonismo di quelle del campionato.
Torniamo allora al nostro titolo: La partita che termina zero a zero. Le squadre si incontrano e qualsiasi sia il risultato alla fine dell'inning, sul tabellone ci sarà sempre zero. Gli allenatori gestiscono qualsiasi momento della partita sapendo che il risultato è zero a zero. Vi lascio immaginare le conseguenze. Ci si gioca il tutto per tutto: bunt di sacrificio, batti e corri, rubate, difesa con gioco chiuso e squeeze. Insomma ogni inning è l'ultimo e decisivo.
Ecco un modo intelligente per giocare un'amichevole con la stessa tensione agonistica di una partita di campionato.
Idea da copiare? Pensate che da noi non sia applicabile?
Decidete voi.
Scritto da Paolo Castagnini
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