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L'importante è che si divertano!

L'importante è che si divertano!

Quante volte abbiamo sentito e probabilmente detto questo riferendoci alle squadre giovanili.

Questa frase mi ricorda un po' il programma di Renzo Arbore "Quelli della notte" il mitico salotto trasmesso da Rai 2 nell'anno 1985. Massimo Catalano diceva: "È molto meglio essere giovani, belli, ricchi e in buona salute, piuttosto che essere vecchi, brutti, poveri e malati. o Nino Frassica che diceva: "Non è bello ciò che è bello, ma che bello, che bello, che bello."

Dire che l'importante è che i ragazzi si divertano, non significa nulla. Un mio allenatore diceva: "Quando sono in partita mi voglio divertire e io mi diverto quando vinco." Bene! questa è già un'asserzione decisamente più chiara. Personalmente invece la vittoria in se stessa non è l'unica cosa per cui mi diverto.

 

Assodato che tutti al mondo quando fanno una cosa (ad esclusione se sono pagati) cercando di divertirsi, c'è da stabilire il "come fare" per divertirsi o per far divertire.

 

Se io sono un allenatore di un gruppo di giovani, sono certo che questi si sono divertiti se in 15 sono partiti ad inizio anno e in 15 sono arrivati alla fine. Se poi più o meno lo stesso risultato lo raggiungo in più anni, allora significa che il mio risultato è a dir poco eccezionale specie in questi tempi. Quindi questa è la misura delle mie azioni.

 

Quando ho davanti un gruppo di ragazzi cerco di capire e di valutare dove con loro posso arrivare. Penso a quali obiettivi posso raggiungere nel primo anno e in quelli successivi. Cerco di capire i meccanismi di quel gruppo e il grado di competizione che ogni ragazzo possiede.

 

Detto questo parlo con loro, gli do' degli obiettivi, gli spiego che per raggiungerli dovranno fare fatica e che per fare tutto questo io avrò un atteggiamento inflessibile.

In questo modo ho stabilito un rapporto chiaro con la mia squadra:

1-Obiettivi da raggiungere

2-Impegno e fatica per ottenerli

3-Io non sono il loro amico, ma il loro allenatore.

4-Ognuno ha il suo ruolo: loro giocano e io li alleno.

 

Io mi occupo di sport. Lo sport è competizione. Lo sport è rispetto per gli avversari, per i compagni, per gli arbitri e per se stessi. Lo sport è disciplina e il rapporto tra tutti i componenti del gruppo deve essere chiaro e definito e non ammette mezze misure.

Tutto il resto è un'altra cosa e la lascio fare ad altri.

 

Questo è quello che mi diverte e con questa filosofia misuro il grado di divertimento che riesco a dare alla mia squadra. Con quanti parto e con quanti arrivo.

 

Fallimenti? certo! ci mancherebbe. Di fallimenti ne ho avuto tanti e su questi ho costruito la mia consapevolezza.

 

Scritto da Paolo Castagnini

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