di Franco Ludovisi
Si può parlare molto a lungo della CORSA sulle BASI ed enumerare moltissimi metodi di distacco, di avanzamenti, di arrivi e di qualsiasi altro comportamento inerente la presenza sulle basi di corridori, ma credo che altri prima di me e meglio di me si siano già espressi o possano farlo.
Qui mi interessa fare notare alcuni particolari che mi hanno colpito quando ne sono venuto a conoscenza nella mia vita di giocatore e quindi fortunatamente anche di corridore sulle basi.
Il mio primo vero allenatore James Larry Strong ( chi non lo conoscesse può averne informazioni consultando la Hall of Fame Italiana nella quale è inserto per giusto merito), corridore di eccellenza fra l’altro, mi diceva che non c’era miglior suggeritore del corridore stesso per giudicare se allungare l’avanzamento in base o desistere.
“Giudica tu stesso se devi andare o fermarti: se ascolti gli altri e poi esegui perdi il tempo di reazione fra il suggerimento e l’esecuzione dello stesso”. “Solo nel caso di una battuta alle tue spalle guarda e ascolta il suggeritore che vede dove tu hai difficoltà a vedere”.
Mi sembrarono allora suggerimenti eccellenti che riterrei validi anche oggi. Ma opinioni dissimili ce ne sono state: c’era chi affermava che dopo una valida lungolinea all’esterno destro che poteva permettere un triplo era il corridore stesso che in prossimità della seconda base doveva gettare lo sguardo sopra la sua spalla sinistra e controllare di persona il possibile avanzamento in terza: mi sono allenato anche a questo metodo, ma spesso non trovavo la giusta visione del gioco nell’esecuzione.
Altro particolare interessante è quello di partire - su una possibile presa al volo che può consentire un avanzamento - quando la palla è ancora distante due o tre metri dal guanto del difensore: il tempo impiegato dalla palla a percorrere quell’ultimo spazio è esattamente il tempo di reazione del corridore che, con questo metodo, lascerà effettivamente la base nello stesso istante della presa. Direttore di gara permettendo!!!!
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