Il periodo invernale si presta particolarmente a due aspetti del nostro sport:
- Il condizionamento fisico e quindi tutto il lavoro atletico da fare in palestra e all'esterno. Proprio qui su questo sito si può trovare dell'ottimo materiale sia da parte di Gianni Natale, il preparatore della Nazionale Italiana e dell'Accademia, sia di Pino Bataloni.
- La cura dei fondamentali.
In questo breve articolo scrivo di fondamentali, ma non intendo trattare di qualche fondamentale in particolare, ma solo di metodo di insegnamento.
Come sempre le mie sono opinioni e mie esperienze personali che chiunque può confutare inviando una mail e se pertinenti saranno pubblicate su questo sito
Per prima cosa di che fascia d'età stiamo parlando?
Fino a 10 anni i ragazzi sono come le spugne, trattengono ogni cosa. Questo è sicuramente un bene, ma potrebbe essere un male. La prima fonte da cui imparano è la vista. Attraverso gli occhi imprimono nella loro mente ogni cosa che attira la loro attenzione. Quindi dimostrare male un fondamentale potrebbe diventare dannoso. Un insegnamento negativo di un gesto tecnico imparato bene, in futuro sarà difficile da eliminare. Il bravo coach sa benissimo che in questa fascia d'età è molto meglio lasciare liberi i ragazzi di giocare, divertirsi, e userà dei giochi propedeutici all'apprendimento.
Dai 10 ai 14 anni inizia la fase dell'insegnamento vero e proprio. Anche qui attenzione ai cattivi modelli perché anche questo è un periodo di forte apprendimento visivo. L'insegnamento dei fondamentali in questa fase deve comunque tenere conto degli aspetti del gioco. Non è possibile infatti posizionare un ragazzo di questa età davanti ad un tee per mezzora. Dobbiamo però iniziare l'insegnamento del fondamentale vero e proprio anche dimostrandolo, ma attenzione: anche noi coach, visto che di solito non abbiamo più ventanni, l'esecuzione la dobbiamo fare lentamente e bene, dimostrando il fondamentale nel miglior modo possibile. Pensiamo di non esserne capaci? nessun problema usiamo le parole e facciamoci aiutare dai video.
Dai 15 anni in poi il lavoro sui fondamentali deve diventare quasi maniacale. Ogni volta che permettiamo ad un giocatore di eseguire male un movimento contribuiamo ad allenare l'errore. Questo è il concetto che più mi preme nell'articolo di oggi.
Prendiamo un piccolo segmento alla volta e soffermiamoci. Per fare un esempio: vogliamo puntare l'attenzione sui i battitori che lavorino con le mani vicine al corpo? Lavoriamo solo su quello, ma dobbiamo essere spietati. Usiamo esercizi, esempi, ostacoli, ogni cosa che ci suggerisce la fantasia, ma quelle mani devono rimanere vicine al corpo. Lasciamo perdere tutto il resto. Quando il fondamentale è abbastanza consolidato, si passa al successivo senza però mai abbandonare ciò che è stato già fatto.
La carellata di tutto il gesto tecnico la possiamo fare il primo allenamento, ma all'effetto pratico non serve a nulla.
Ad esempio il tempo impiegato per la spiegazione della battuta come sotto descritto prima di un allenamento, serve solo per far vedere che le cose le sappiamo, ma non serve assolutamente a nulla per il ragazzo:
"Allora attenzione: Prendo la mazza, le nocche allineate, i piedi paralleli larghi quanto le spalle, gli occhi sul lanciatore, mi posiziono con le mani qui (si fa vedere) poi faccio un piccolo caricamento, un piccolo passo chiuso, inizio a portare le mani in avanti con il pomello verso la palla, il piede dietro inizia a girare come per spegnere una sigaretta, le mani vicino al corpo, la mazza parallela (sic!) la testa ferma, colpire e poi proseguire fino alla fine."
Detto questo potremmo chiedere l'applauso da parte dei ragazzi che dovrebbero dire "che bravo il nostro allenatore!" All'effetto pratico abbiamo perso 15 minuti utili per fare dell'altro.
Per concludere: un pezzetto alla volta ben insegnato e fatto eseguire bene. Per le dimostrazioni, movimenti precisi e lenti da parte dei coach, oppure filmati di campioni. Il resto lo fa lo studio e tanta fantasia.
A questo punto non resta che andare nella sezione Corso tecnici video e buon lavoro a tutti!
Paolo Castagnini
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