Basta fare una domanda a caso tra tutti i tecnici del mondo che si occupano di baseball e softball, chiedendo dove si sentono meno preparati e la percentuale maggiore risponderà "il lanciatore". Il Pitching Coach è l'allenatore più raro per vari motivi:
- la meccanica del lancio è tra le più complesse o forse la più complessa tra i gesti tecnici di tutti gli sport;
- la strategia del lancio è complicatissima, quasi una partita a scacchi dove sono coinvolti sicuramente lanciatore, ricevitore, battitore, ma spesso anche pitching coach e persino i manager;
- preparare atleticamente un lanciatore, cercando di ottenere il massimo preservando la sua incolumità, è la più grande sfida che un allenatore si possa trovare;
- poche società ancora investono su personale qualificato per la gestione dei lanciatori
Su questi aspetti è iniziato il Corso di specializzazione per Pitching Coach che ha avuto il primo step in questo fine settimana a Tirrenia dove per tre giorni, oltre settanta pitching coach o futuri pitching coach si sono radunati per affrontare i temi descritti.
La seconda parte a fine mese sempre a Tirrenia, non per terminare il corso, ma per iniziare un percorso che avrà un anno intero di tempo per essere pienamente sviluppato. Forse nemmeno tra un anno, quando arriveranno i lavori dei tecnici, quali video e relazione sui ragazzi in cui si è operato, sarà in realtà compiuto il lavoro se è vero, come hanno spiegato i bravi Mimmo Micheli, Presidente del CNT e Ennio Paganelli, responsabile del corso, che tutto questo dovrà portare un cambio di marcia da parte del mondo tecnico del baseball e softball italiano. La formazione continua e l'interazione istruttore, allievo sarà il vero modello futuro.
Ovviamente non si può che parlare di qualità della formazione, fondamentale per lo sviluppo dei giovani atleti.
Alcuni argomenti trattati:
- Fino ad ora è sempre stato affrontato il problema del miglioramento delle prestazioni dei lanciatori considerando che per preservare il loro braccio era necessario evitare l'usura (troppi lanci) e gli effetti. Oggi oltre a questi aspetti si sottolinea che è proprio la ricerca della massima prestazione che può causare i danni maggiori. In che modo si cerca la prestazione? con quale fondamentale questi lanciatori sono chiamati ad imprimere la loro forza sulla palla?
- Quali sono le basi atletiche di un lanciatore di cui andremo poi a contare i lanci o gli inning? Per un giovane atleta 65 lanci potrebbero essere pochi, mentre per un altro troppi.
- Come sviluppare la forza esplosiva in un atleta?
- Come motivare un lanciatore? cosa possiamo fare per convincerlo che attraverso il suo lavoro raggiungerà risultati e troverà le sue soddisfazioni?
- Qual'é la sequenza di lanci da chiamare in una partita di alto livello? e quale con giovani di 12/14/16 anni?
Tutto questo e molto altro ancora è stato trattato da relatori straordinari, stimolati da una platea di tecnici che non si sono persi una sillaba di quanto pronunciato, anzi interagendo con domande sempre pertinenti e stimolanti.
Così un interessantissimo tema della motivazione è stato trattato benissimo da Doug Williams Manager del San Mateo College California; un professionale Gianni Natale a raccontare i metodi di preparazione dei lanciatori coadiuvato da Daniele Santolupo e Massimo Baldi; un istrionico Prof. Domenico Di Molfetta che ha tenuto incollata la platea sui segreti del corpo umano; Lo staff medico della Nazionale e della FIBS che ha presentato in maniera semplice ed esaustiva i meccanismi della spalla e del gomito dei lanciatori; un Bill Holmberg stimolato al massimo sugli argomenti a lui particolarmente cari, che con il lavoro dell'Accademia ha costituito un vero e proprio centro di ricerca sul lancio e soprattutto sulla meccanica per evitare gli infortuni. Bill non si è nemmeno risparmiato sulla strategia di lanci raccontando aneddoti e segreti dell'esperienza del World Baseball Classic, ma anche raccomandando l'importanza di insegnare ai giovani a lanciare strike.
Insomma una tre giorni che difficilmente si potrà dimenticare questa di Tirrenia e un successo personale del nuovo Gruppo del CNT
Anche questa è innovazione.
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Flavia Ciliberto (domenica, 03 novembre 2013 19:23)
Bravi ...mi sarebbe piaciuto partecipare.....ma non si può fare tutto....buon lavoro e continuate così ....
Flavia