· 

Come cambia la tecnica di un pitcher in MLB

Traduzione di Frankie Russo dall'articolo di Chris Sherwin: "Under the Hood: A Mechanical Breakdown of KYLE DRABEK"

Autore dell’articolo è Chris Sherwin, canadese di Windsor, che sin dall’età di quattro anni ha giocato e poi allenato baseball di cui è un grande appassionato. Co-coordinatore dell’informatica per i BlueJaysPlus, Chris è specializzato nella meccanica del lancio, tecnica dei ricevitori e nello scouting, oltre ad essere opinionista per le ricerche sulla biomeccanica relativamente agli infortuni, ai fondamentali e alle analisi strategiche.

Kyle Drabek è l’unico giocatore rimasto nell’organizzazione dei Blue Jays facente parte della cessione di Roy Halladay avvenuta nel 2009. L’altro prospetto coinvolto è stato ceduto di recente. Drabek era considerato uno dei più promettenti prospetti di AA all’epoca e Toronto sperava di aver trovato in lui il naturale erede di Halladay.

 

Già quando militava nell’organizzazione dei Phillies però, aveva sofferto di problemi al gomito, che assieme all’emotività che soffriva quando saliva sul monte, sembravano avere una influenza negativa pure sulla meccanica. Dopo l’operazione di ricostruzione dei legamenti (Tommy John surgery), riuscì ad apportare delle correzioni alla meccanica, ma era ovvio agli occhi degli scout che era più l’aspetto mentale che comprometteva il rendimento.

 

Messo alle spalle l’intervento chirurgico e con un altro anno di duro lavoro nelle minors nel 2010, i Blue Jays si aspettavano che Drabek fosse pronto per il ruolo di partente nel 2011. Ma fu una delusione. Aveva ancora problemi di controllo e trascorse l’anno tra Toronto e Las Vegas in AAA.

 

All’inizio della stagione 2012, erano molte le attese che finalmente Drabek fosse pronto a inserirsi con autorità nella rotazione dei partenti. Gli allenatori lavorarono molto per correggere i problemi di controllo, e nonostante ancora qualche difficoltà, riuscì a tenere il suo PGL a 2,40 nelle prime cinque partite di aprile. Il duro lavoro sembrava avere prodotto i risultati sperati, ma poi i battitori si adeguarono ai suoi lanci e il numero delle basi su ball ritornò a essere troppo alto. Perciò, anche la stagione 2012 fu una delusione e terminò a giugno quando dovette subire un secondo intervento ai legamenti del gomito.

 

Nel 2013 furono apportate altre correzioni, ma non abbastanza e pertanto mi fu chiesto di analizzare la sua meccanica. Sebbene non avessi molto materiale a disposizione mi soffermai a guardare le sue ultime prestazioni e notai subito delle differenze rispetto a prima che arrivasse a Toronto. Le conseguenze dei due interventi al gomito erano evidenti, ero addirittura sorpreso che si stesse ancora lavorando sul suo recupero, ma bisognava proseguire sulla strada intrapresa.

 

Purtroppo avrà sempre dolore alla spalla al momento dell’apertura dei fianchi, e in più il gomito non avrà una posizione ottimale al momento di massima estensione verso l’esterno; in altre parole il gomito verrà trascinato dalla spalla e di conseguenza non si potrà andare alla ricerca di una meccanica perfetta.

 

Quello che farò, comunque, è suddividere la sua meccanica degli ultimi tre anni per vedere cosa hanno fatto i Blue Jays per correggere i problemi di controllo che l’hanno assillato sin dai tempi del liceo.

Di seguito si può osservare un esempio della meccanica di Drabek dal 2011 al 2013

 

 

La prima cosa che si evidenzia negli anni 2011-2013, è lo sguardo basso. Quando si parla di meccanica di lancio, troppo spesso si sottovalutano gli occhi, ma sono parte vitale dell’equilibrio e fondamentali per il controllo. Nel 2011 e 2012 Drabek ha lo sguardo fisso a terra troppo intento a guardare il movimento dei piedi.

 

Nel corso del 2012 Drabek corregge leggermente il difetto ma non a sufficienza, e quindi i suoi lanci continuano a restare fuori la zona dello strike.

 

Nel 2013 finalmente l’errore è stato corretto e lo sguardo adesso è fisso sul bersaglio sin da quando prende i segnali.

 

Un altro errore su cui ha lavorato lo staff nel 2012 è stato di tenere il corpo più in linea col piatto. Di seguito si possono osservare i miglioramenti nella posizione di equilibrio e di direzione.

 

Il motivo per cui si è insistito nella posizione del corpo più rivolto verso il piatto, è perché apriva i fianchi in anticipo e atterrava con il piede troppo presto causando ritardo nella rotazione della parte superiore del corpo. Non sempre questo rappresenta il peggiore dei mali poiché la frustazione dei fianchi può aiutare nell’incrementare la velocità, ma le ricerche biomeccaniche hanno dimostrato che c’è correlazione tra una rotazione ritardata dei fianchi e un’errata torsione del gomito.

 

Detto questo, si può affermare che il problema non è conseguenza degli infortuni. Di seguito si vede un esempio della compattezza del corpo di Roger Clemens con il corpo proiettato diritto in avanti, mentre Drabek è in una posizione con il piede anteriore che atterra e la parte superiore del corpo in ritardo che deve recuperare. Questo crea problemi sul tempismo ed è motivo di poco controllo.

 

Dopo il secondo intervento si pensava che Drabek non avesse più la possibilità di essere un partente. Tuttavia, dopo aver studiato a fondo la sua meccanica nel 2013, mi sono dovuto ricredere. Ho anche parlato con l’allenatore che l’ha seguito nelle minors l’anno scorso ed è rimasto pure lui positivamente impressionato per i miglioramenti ottenuti sia per quanto riguarda la velocità che per il controllo.

 

Nel 2013 Drabek ha giocato poco nelle majors. E’ apparso solo tre volte come rilievo, ma quello che ho potuto ancora notare sono state delle piccolissime accortezze e avevano poco a che fare con la meccanica; masticava troppo e l’arbitro non chiamava gli strike. Se si guarda solo ai numeri, che si riferiscono alla partita contro Minnesota, sembrerebbe che ha lanciato malissimo. Invece il controllo era buono, l’arbitro di casa aveva stretto troppo la zona e infine i Twins avevano battuto dei buoni lanci.

 

Cosa ho visto di buono nel 2013

 

La cosa più ovvia da fare per correggere la meccanica è renderla più semplice possibile. Adesso Drabeck resta più compatto con il corpo e ha eliminato l’alzata esagerata della gamba. Non che tale movimento sia sbagliato, ma nel caso di Drabek, che ha avuto sempre problemi di controllo sin dai tempi del liceo, questo aveva un’incidenza maggiore.

 

Un altro dei problemi di Drabek era che rifiutava l’aiuto dei tecnici e saliva sul monte troppo nervoso e anche questo comportava la mancanza di consistenza. Semplificando il tutto si è arrivati al risultato che finalmente non pensasse più troppo a mirare solo agli angoli, ma a concentrarsi di più sul bersaglio.

Nella stessa foto del 2011/2012 si può osservare come anche le mani sono troppo alte e lontane dal corpo. Questo difetto è stato corretto nel 2013 e adesso quando separa le mani riesce a essere più costante nella rotazione del braccio.

 

Un altro errore è stato quello di non rimanere in equilibrio dopo l’atterraggio del piede anteriore. Non per ritornare sul problema dei fianchi, ma l’apertura troppo anticipata lo porta a trovarsi in una posizione fuori equilibrio mentre il corpo si muove verso il piatto. Nelle foto che seguono si può notare come semplificando la meccanica abbia influito positivamente anche sull’equilibrio.

 

Non si può sostenere in assoluto che terminare il movimento di chiusura verso la prima base sia il male di tutti i mali, ma semplicemente crea difficoltà nel ripetersi. Justin Verlander accentua questo movimento ma riesce a restare in equilibrio eseguendo una meccanica quasi perfetta. Nelle foto che seguono si può osservare come Verlander rimane più in equilibrio rispetto a Drabek.

 

A molti non piace la rigidezza con cui Verlander atterra con la gamba anteriore, ma riesce ancora a tenersi in equilibrio, cosa che non riesce a Drabek che invece ha un movimento più a spirale.

Complessivamente sono d’accordo su come i Jays hanno lavorato con Drabek, adesso dipende da lui adeguarsi alla nuova meccanica e controllare le emozioni. Dalle foto seguenti si vede come Drabek rimane indietro perdendo il tempismo. Il risultato è che il lancio rimane alto.

Sulla destra si vede anche il braccio troppo esteso dietro, che causa fretta nella rotazione del braccio verso l’esterno e anche questo comporta un problema di tempismo al momento del rilascio.

Quindi ci sono ancora delle correzioni su cui intervenire ma molto è stato fatto.

 

Ora rimane solo da sperare che Drabek possa raggiungere il punto di rendimento che si aspettava al momento del suo acquisto.

 

Condividi e commenta questo articolo!

 

 

Scrivi commento

Commenti: 2
  • #1

    Paolo Castagnini (sabato, 15 febbraio 2014 08:32)

    Questa volta inizio io un commento su questa presentazione.
    Il problema degli occhi.

    Da sempre i miei allenatori quando lanciavo mi imposero di guardare fisso la direzione della zona dello strike dai segnali in poi. Negli ultimi anni invece molti allenatori Americani preferiscono che lo sguardo si rivolga al piatto solo dopo aver iniziato il movimento di caricamento. Questo perché anche l'occhio è un muscolo e se viene tenuto teso per lungo tempo (lo sguardo fisso) si stanca. Nel caso di Drabek effettivamente è stato corretto nel 2013 probabilmente per la sua carenza di controllo. In MLB molti lanciatori tengono lo sguardo fisso al piatto e altri inizialmente guardano a terra. Personalmente credo che la cosa migliore sia lasciare a loro la scelta. Se le cose non funzionano bene, allora si può intervenire e capire poi se c'è stato miglioramento.

  • #2

    Pino (sabato, 15 febbraio 2014 09:06)

    il movimento a spirale di entrambi è dovuto, a mio avviso, all'orientamento del piede di atterraggio che malgrado delle piccole variazioni, tra i due lanciatori, è troppo aperto e questo non favorisce l'equilibrio rotatorio necessario per assumere una corretta posizione difensiva