Prima parte
Così come tutto ciò che ci circonda è stato influenzato dalla tecnologia, così anche il baseball ne è stato coinvolto, e non poteva essere diversamente. La tecnologia è stata parte integrante nel cambiamento della meccanica di lancio, nella meccanica di battuta e nelle strategie difensive.
Sempre più difficile diventa per i battitori incrementare le loro medie dovendo contrastare non solo i notevoli progressi registrati dalle potenti braccia dei lanciatori, ma anche competere contro i sofisticati shift, cioè lo spostamento della difesa verso una particolare zona del campo in base ad approfonditi studi relativi alle caratteristiche del battitore.
Una volta lo shift era una eccezione, oggi è una regola. I primi shift vedevano il seconda base giocare poco profondo all’esterno destro, l’interbase nella posizione del seconda base ed il terza base nella posizione dell’interbase. Oggi la quasi totalità delle squadre preferisce spostare il terza base sull’erba all’esterno destro in modo di avere gli altri due difensori nelle loro posizioni naturali.
Già nel corso degli anni cinquanta, uno dei primi giocatori a dover affrontare lo shift fu il potente slugger Ted Williams dei Boston Red Sox, considerato dagli esperti il più grande battitore di sempre. L’unico motivo per cui non vediamo il suo nome nelle classifiche è a causa dei suoi migliori anni di attività spesi a disposizione della Patria nella Seconda Guerra Mondiale.
Un aneddoto racconta che durante l’intervallo di un doppio incontro giocato a Detroit, Williams fu intervistato dalla stampa locale dopo che era andato 0-3 nella prima partita. Gli fu chiesto perché non battesse semplicemente nel campo sinistro completamente privo di difensori per realizzare un singolo invece di cercare sempre un fuori campo. La risposta fu pronta e secca:
“Perché i tifosi vogliono vedermi battere fuori campo e perché sono pagato per battere fuori campo!”
Al che un cronista impertinente sollevò il dubbio che lo slugger non sapesse battere a sinistra. Williams, che aveva un carattere piuttosto scontroso, interruppe lì l’intervista senza dare risposta, che fu poi data nel pomeriggio sul campo quando andò 4-4 con quattro battute a sinistra!
Ma vediamo adesso cosa ci dice in merito Jayson Stark in un suo articolo dal titolo emblematico:
BENVENUTI NELL'ERA DELLA TECNCOLOGIA
Come la tecnologia, ed in particolare l’iPad, sta cambiando il gioco del baseball.
C’era una volta quando tutto era molto più semplice. I lanciatori lanciavano, i battitori battevano. I difensori avevano la loro posizione in campo e prendevano le palle che a loro erano battute. E così si giocava.
Per coloro che pensano che la partita si giochi ancora così, è come se stessero ancora ascoltando musica col giradischi, o andando in giro per la città alla ricerca disperata per comprare la pellicola per la macchina fotografica, o addirittura cercare i numeri telefonici sul librone delle pagine bianche.
Cari amici, non viviamo più su quel pianeta e tantomeno ci vive questo meraviglioso gioco del baseball, indipendentemente da come può sembrare invariato da quando si guardava in TV sullo schermo in bianco e nero.
Sul pianeta su cui viviamo oggi:
E’ un pianeta dove troviamo il manager dei Rays Joe Maddon, seduto in un bar con il suo iPad a sorseggiare il thè che gocciola su i suoi appunti di come posizionare la difesa contro David Ortiz che sarà avversario nella partita del pomeriggio.
E’ un pianeta dove Troy Tulowitsky può stare tranquillamente a pedalare sulla sua ciclette guardando tutti i lanci che Tim Hudson gli ha lanciato negli ultimi cinque anni.
E’ un pianeta dove è più facile trovare un video in cui Ricky Romero lancia un cambio con due strike e corridore in prima che trovare una lampadina in un negozio di materiale elettrico.
In altre parole, è un pianeta che è stato completamente inghiottito dalla tecnologia, dai dati e dal semplice massiccio inarrestabile assalto di informazioni. E l’Era dell’Informazione non solo ha trasformato il baseball, l’ha praticamente rivoluzionato in un arco di tempo brevissimo.
“Credo che questa sia la seconda rinascita del baseball” dice Joe Maddon, un visionario il cui approccio alla tecnologia e all’utilizzo delle informazioni lo rende, a tutti gli effetti, lo Steve Jobs dei manager.
La prima grande rinascita, continua Maddon, si ebbe negli anni 1920, 30 e 40, quando Branch Rickey iniziò l’uso dei settori giovanili e delle statistiche.
E la seconda rinascita? E’ in atto adesso, quasi impercettibilmente, nell’ultima decade, ma in misura maggiore, proprio nel corso degli ultimi tre/quattro anni. Guardando indietro, non è difficile comprendere perché. Ogni tanto nella vita, un gruppo di potenti forze dell'universo sembra convergere su di noi in una sola volta. E tutto quello che fanno è cambiare quasi tutto. Beh, questo è ora, ufficialmente, una di quelle volte.
Pensateci:
• Tutto d’un tratto è possibile guardare tutte le partite in TV nel salotto, sul computer e sul proprio telefono.
• Tutto d’un tratto, mentre sei a casa impegnato nelle faccende domestiche, il mondo è stato invaso dalla sabermetrica in grado di informarti su tutte le statistiche di Justin Verlander contro squadre di bassa classifica in cui tira il 20% di curve, ed oltre tutto capirne il significato.
• Tutto d’un tratto, grazie a quei geni creativi di Apple, negli spogliatoi delle squadre della lega maggiore è possibile trovare più iPads che guantoni.
• Tutto d’un tratto, quegli stessi spogliatori sono occupati da una nuova generazione di giocatori consapevoli della nuova tecnologia e disposti ad usarla. In ogni modo e in ogni secondo del giorno.
Quindi l’impatto di questa rinascita è riverberante in una maniera oltre ogni immaginazione. E dopo aver lavorato su questo aspetto per mesi, siamo arrivati alla conclusione che c’è un gruppo di giocatori che hanno subito maggiormente le conseguenze, cioè: I battitori.
In che modo? Siamo certi che se facessimo un questionario chiedendo ai tifosi il motivo per cui i punti per partita e le medie battute sono diminuiti per cinque stagioni consecutive, il 99% risponderebbero “steroidi”, o per la sua mancanza.
E sai una cosa? Non sbaglierebbero. Ma esiste un altro fattore che crediamo possa essere altrettanto importante: l’Informazione.
Ormai i battitori ne fanno un grande uso. Una volta si credeva che battere era una questione solo tra battitore e lanciatore. Non è più così. Oggi giorno dice Jonny Gomes, non è più una cosa a due, non sei più tu contro lui.
Sul serio? Se non sei più tu contro lui, allora che cos’è?
“Sei tu contro il mondo, o almeno così sembra di essere” afferma Gomez con un sorriso.
Fine della prima parte Nei prossimi giorni la seconda parte
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