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Una nuova immagine del baseball - 2^ parte

di Paolo Castagnini

Nell'articolo precedente ho presentato un quadro della situazione non esattamente positivo della situazione del baseball e softball italiano e dal numero di viste e dagli interventi che avete postato direi che l'interesse per questo tema è notevole. Ognuno di noi appassionati probabilmente avrà un'opinione su questo e probabilmente anche una possibile soluzione. Io di certo non pretendo di possedere quest'ultima, ma mi permetto di affrontare il problema e provare a suggerire alcuni accorgimenti, dati soprattutto dall'esperienza ottenuta in questi ultimi anni, essendo stato per molte volte a contatto con il baseball americano. Il fulcro del problema nell'intervento precedente si basava su una constatazione e cioè che le persone cosiddette comuni, cioè non appassionati, trovano il nostro sport noioso.

Ecco allora che per prima cosa potremmo cercare di migliorare il nostro sport spettacolo cercando di ridurre le parti noiose.

 

I Tempi del baseball

 

Tutti conoscono il problema dei tempi cosiddetti "morti" del nostro sport ed ognuno di noi soprattutto tecnici e arbitri si sono sempre impegnati affinché questi siano i minori possibile. Ci siamo però impegnati a sufficienza?

 

Negli ultimi anni ho posto questa domanda a diversi coach Americani dopo che questi hanno visto alcune partite in Italia:

Qual'é la più grossa differenza tra il baseball americano e quello italiano?

 

Stan Luketich, (MLB Envoy - Phoenix Arizona) - Il baseball in Italia è troppo lento!

Chris Pedretti (Head Coach Merced College California, in Italia a trovare suo figlio che gioca a Parma): - Lento!

Tony Abbatine (Frozen Ropes New York e relatore a 2 coach convention italiane) Siete incredibilmente lenti!

 

Ma quali sono i tempi morti, quelli cioè che potremmo modificare senza snaturare il nostro gioco.

  1. Cambio inning
  2. Battitore che perde tempo
  3. Lanciatore che perde tempo
  4. Allenatori che perdono tempo
  5. Arbitri che perdono tempo

Il Regolamento Tecnico e anche la Circolare di Attività Agonistica prevede alcune norme che regolano proprio questi "tempi morti", regole che vengo spesso disattese: Cambi a fine inning veloci e di corsa; Il battitore che non deve uscire dal box con tutti e due i piedi; Il ricevitore che deve ritornare prontamente la palla al lanciatore e quest'ultimo prendere immediatamente posizione in pedana; numero di visite e chiamate di tempo da parte dei coach regolamentati, ecc.

 

Di per se quindi ci sarebbe già tutto scritto basterebbe far rispettare le regole e qui è la prima difficoltà visto che siamo Italiani e per noi le regole sono sempre "all'incirca e mai precise".

 

Vediamo innanzitutto una tabella. Rappresenta una giornata a caso di baseball americano e precisamente Venerdì 25 Luglio 2014. Ho raccolto i dati di un girone per ogni livello di Minor League e tutte le partite della MLB di quel giorno. Nella tabella è evidenziata la lega, le squadre in campo, il risultato, il numero di inning giocati e i la lunghezza della partita.

Alla fine di ogni lega c'è il tempo medio per quella lega.

 

Avrete già notato che mentre il Singolo A e Doppio AA si attesta intorno alle 2h e 30' e 2h e 45, i tempi medi salgono alle 3 ore per il Triplo A e MLB comunque in tutte le partite raramente si è superato le 3 ore rimanendo quasi sempre in tempi inferiori con addirittura un 2h e 07 minuti in Singolo A avanzato nella partita Charlotte - Dunedin.

 

La prima considerazione è che il Triplo AAA e la MLB ha tempi più lunghi, ma sono più che giustificati da un'attenzione mediatica (spot pubblicitari, replay, statistiche, ecc) che le altre categorie non hanno.

 

Quindi potremo già definire che se non ci sono le motivazioni televisive che mostrano i grandi campioni, i tempi di una normale partita di baseball da nove inning si dovrebbero aggirare tra le 2h e 20 e le 2h e 45 con qualche caso in cui si arriva alle 3 ore. Nel baseball italiano? Non siamo molto distanti, ma credo che qualche minuto in più lo giochiamo. Probabilmente ci avviciniamo molto alle 3 ore di media.

 

Nei punti elencati il numero 1 era il tempo di cambio squadra in campo tra un inning e un'altro. Sono certo di non sbagliare se dico che siamo assolutamente in linea: 2 minuti circa, forse negli Stati Uniti questo tempo è maggiore specie in alcuni particolari inning (7° inning per la canzone" Take me out to the ball-game" o negli inning dove si ripristina la terra rossa)

Il numero 4 (Tempi degli Allenatori) è ormai regolamentato da tempo, il 5 dipende da arbitro ad arbitro (spesso molto ligi appena esce la regola per poi mollare)

 

I più interessanti sono i numeri 2 e 3. Quanto tempo i ricevitori, i battitori e i lanciatori perdono in inutili attese? Moltissimo. Se si pensa che in una partita mediamente ci sono 240 lanci anche 5 secondi di ritardo causano 20 minuti di ritardo complessivo.

 

Qui sotto un clip su una partita di Minor League tra Aberdeen (Orioles) e Staten Island (Yankees). Il lanciatore per Aberdeen è Janser Severino, il ricevitore Alex Murphy. Praticamente il filmato dura 30 secondi tempo in cui il battitore si posiziona, riceve tre lanci e viene poi eliminato in prima base.

 

Vorrei porre l'attenzione sui tre punti essenziali (naturalmente con nessuno in base)

  1. Il battitore si posiziona prontamente
  2. Il lanciatore inizia subito il caricamento
  3. Il ricevitore ritorna immediatamente la palla al lanciatore il quale camminando all'indietro si riposiziona in pedana per il lancio successivo.

 

Praticamente i tempi morti di questa azione sono nulli. Un lanciatore di questo tipo non è un caso. A livello di College e Minor League i tempi misurati dal momento in cui la palla si insacca nel guanto fino alla volta successiva si misurano in 10-14 secondi. Anche in MLB questo aspetto è cambiato molto mano a mano che i lanciatori più giovani entrano nella Major. 

Lo stesso Ubaldo Jiemenez (nove anni in MLB con Colorado, Indians e ora Orioles) in fase di recupero da infortunio, che ieri sera ha lanciato per Aberdeen non perde troppo tempo tra i lanci. (vedi filmato sotto) 

In Italia? Quali sono questi tempi? 14-18 secondi.

Prendete un cronometro e misurate.

 

Allora perché il nostro costume è quello di allungare questi tempi?

  1. L'esempio della MLB che vediamo in TV
  2. Pigrizia
  3. Vecchi insegnamenti tecnici che qualche collega anche illustre si ostina ad insegnare oramai legati a strategie del passato (cambiare i tempi per ingannare il battitore) Infatti questa strategia oltre ad essere noiosa per il pubblico lo è anche per la propria difesa perché non permette di dare il giusto ritmo.

 

Torniamo per un attimo alla MLB. E' vero che moltissimi battitori prendono tempo tra un lancio e l'altro, escono dal box, si mettono a posto i guantini, rientrano con calma nel box ecc. Il problema sapete qual'é? E' che se Big Papi, David Ortiz esce dal box, si mette a posto i guantini, si sputa nelle mani, batte la destra con la sinistra e si riposiziona nel box, quel tale gesto è visto da milioni di persone in TV che non aspettano altro che vedere Big Papi e quel gesto è diventato un vero Cult per migliaia di ragazzini. Ma Pinco Pallino non è Big Papi e dei suoi gesti non frega niente a nessuno se non sbuffare per la perdita di tempo.

 

Ecco concludo questa mia seconda parte cercando di suggerire una soluzione a questo problema.

 

Innanzitutto sensibilizzare i giocatori e chi meglio dei tecnici lo può fare? Un messaggio al Presidente del CNT Mimmo Micheli. Un corso tecnici o un intervento alla prossima Coach Convention da parte di qualche coach Americano che affronti questo tema.

 

In secondo luogo chiedere aiuto alla classe arbitrale. Un po' più severi ed energici qualche volta aiuterebbe.

 

La prossima volta vi racconterò che cosa penso sulla qualità dei tempi morti. Si perché i tempi morti potrebbero diventare un'opportunità anziché motivo di noia.

Buon proseguimento di campionato e tornei a tutti.

 

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Commenti: 1
  • #1

    franco ludovisi (mercoledì, 30 luglio 2014 18:01)


    Solo alcune note sui punti trattati, perché il problema dello scarso seguito del baseball in Italia va commentato al termine della esposizione completa di Paolo.

    1 - Battitore che perde tempo:
    è normale ormai sui nostri campi che il battitore nel box di battuta debba innanzitutto pareggiare il terreno con le scarpe, segnare la corretta distanza fra lui stesso e la casa base, distendere una mano verso l’Arbitro per chiedere di potersi posizionare correttamente, uscire dal box, fra un lancio e l’altro, per slacciarsi e riallacciarsi i guantini che impediscono il normale afflusso di sangue alle mani, fare due o tre sventolate a vuoto per essere pronto ad una battuta efficace, rimanere ad osservare i segnali dei suggeritori che raggiungono anche ripetizioni infinite ed a volte persino dare la mano al ricevitore e all’Arbitro.

    3 – lanciatore che perde tempo.
    Qualche anno fa venni incaricato da Giorgio Gandolfi per il sito Tuttobaseball di determinare il tempo che intercorreva fra un lancio e il successivo nelle partite di massima serie Italiana.
    I tempi da me rilevati sono diversi da quelli indicati da Paolo, ma forse ciò è da imputare ai mezzi e alla mia capacità di rilevazione.
    Feci però un paragone fra i lanciatori italiani del nostro campionato e quelli stranieri appurando comunque che fra queste due categorie vi era una differenza, a favore degli stranieri i più rapidi, di ben quattro secondi.
    In una gara di lanciatori italiani la partita si allunga di ben 30 minuti.
    (240 lanci x 4 secondi = 16 minuti x 2 = 32 minuti)
    5 – Arbitro che perde tempo.
    La richiesta di fornitura di palline prima dell’esaurimento completo della dotazione in possesso del Direttore di Gara è una evidente perdita di tempo. Forse, in alcuni casi, si potrebbe arrivare alla fine della ripresa con ancora qualche palla in saccoccia. E fare allora la scorta.