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Cambiare i lanciatori contando i lanci è veramente la soluzione del problema?

di Frankie Russo

Traduzione dall'articolo su Detroit Free Press a firma di George Sipple 

Il manager dei Tigers Brad Ausmus ha detto che gli piace l’approccio di David Price di rimanere sul monte. Questa è stata una dichiarazione rilasciata prima della sconfitta per 1-0 di giovedì, quando Price aveva lanciato 8 inning, concedendo un triplo nel primo inning, dopo un errore difensivo e quindi un punto non guadagnato. Da quel momento nessun altro avversario avrebbe raggiunto la prima. In caso di pareggio, e Il modo in cui stava lanciando, probabilmente avrebbe indotto il manager a lasciarlo sul monte nel nono e forse anche per il 10°. In otto inning Price aveva tirato 100 lanci con nove kappa. Sostiene Ausmus:

“Indipendentemente in quale inning sia arrivato, Price vuole rimanere in partita, ha la convinzione di poter essere efficiente tanto quanto qualsiasi rilievo che potrebbe sostituirlo e questa mentalità non si vede più molto spesso oggigiorno. Troppi giovani crescono con la mentalità della limitazione dei lanci e tutte le precauzioni che ne conseguono.

 

Lo stesso approccio mentale lo ha Clayton Kershaw dei Dodgers. Entrambi vogliono finire ciò che hanno iniziato. Stile vecchia scuola. Non potrà succedere sempre, ma quello è il loro approccio. Il modo in cui i lanciatori sono istruiti nelle minors fa pensare a molti di essi che, arrivati a 100 lanci, hanno finito il loro lavoro. Delle volte può essere anche vero, ma io preferisco la mentalità di coloro come Price e Kershaw.

 

La domanda da porsi non è di numero di lanci, ma: Sono in grado di eliminare il prossimo battitore? 

Non sarebbe neanche sbagliato se si cominciasse ad apportare delle modifiche nel modo in cui si  sviluppano i lanciatori.

 

Questi giovani devono imparare a sfidare l’avversario tre/quattro volte in una partita, lanciare più inning. Nel settimo inning, con 103 lanci, devono essere in grado di affrontare la situazione in una partita con risultato stretto, altrimenti non impareranno mai. Non è possibile!

 

Capisco tutte le motivazioni ed i soldi coinvolti, capisco la preoccupazione per gli infortuni e conseguenti interventi chirurgici. Capisco tutto perfettamente. Ma credo anche che ci siano dei difetti in questo sistema, constatando che molti sono i lanciatori che continuano a finire sotto i ferri.”

 

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Commenti: 3
  • #1

    franco ludovisi (giovedì, 28 agosto 2014 11:31)

    La limitazione dei lanci, a mia esperienza, deriva dalla capacità del lanciatore di essere efficace.
    Sono efficace fino a 130 lanci?
    Allora li lancio tutti.
    Sono fatto ad 80 lanci?
    Questo è il mio limite.
    Già che sono un mezzo giocatore perché non mi fanno battere, devo poi giocare in difesa solo due terzi di partita al massimo?
    Cambio ruolo.

  • #2

    stefano (giovedì, 28 agosto 2014)

    Ho sentito dire che tutto ciò va preparato, ci si deve allenare, ma a volte non viene permesso. Ricordiamoci che in Italia ci si allena poco e si gioca poco!

  • #3

    Mauro Paglioli (giovedì, 28 agosto 2014 13:17)

    Condivido!
    Il lanciatore dovrebbe pensare sempre di fare il massimo e più a lungo possibile.
    Il Manager dovrebbe poi pensare se e quando è il momento migliore, se necessario, per cambiare il lanciatore.
    Facile a dirsi, ma molto difficile a farsi.
    In effetti il cambio del lanciatore è una delle cose più difficili per un Manager. Il Manager ha la responsabilità della Squadra e deve tenere in considerazione una grande molteplicità di fatti, condizioni, informazioni, ecc. ...
    Comunque sono d'accordo che il lanciatore dovrebbe avere la mentalità di eliminare sempre il prossimo battitore, salvo poi accettare le decisioni del Manager.
    Molto importante, per il lanciatore, per la Squadra e per il Manager è riuscire ad evitare "big innings", soprattutto nelle fasi iniziali della partita (il 1° inning è sempre cruciale ed è importante arrivarci preparati bene!).
    Dopo credo che il manager dovrebbe riuscire a decidere l'eventuale cambio, senza regole prefissate, ma un attimo prima di "perdere la partita"; prendendosi i propri rischi e valutando se il lanciatore è ancora in grado di eliminare il prossimo battitore o se è in calo. Qui sta la difficoltà e la bravura di chi deve decidere.
    Ovvio che a posteriori il Manager bravo è quello che "azzecca" i cambi e quello meno bravo è quello che li sbaglia e perde la partita, ma come detto, a posteriori siamo tutti bravi.