· 

Pete Rose: 33 anni in esilio (2^Ultima parte)

 

Tommy Gilligan/Associated Press

di Frankie Russo

Leggi la Prima parte

Nel 2000 ebbe un’animata discussione con Bob Feller, eletto nella Hall of Fame. Feller sosteneva che non c’era spazio nello scenario del baseball per tipi come lui, le regole erano scritte e tutti dovevano rispettarle. Rose rispose che Feller era un ipocrita perché quando si trattava di firmare autografi si sedeva accanto a lui per trarne benefici. Nel 2004, dopo 15 anni di dinieghi in un’intervista rilasciata all’ABC  Rose finalmente ammise di aver scommesso sulle partite. E’ possibile solo immaginare, per chiunque apprezzi la storia del baseball, quanto sia costata la vicenda a  Rose e a quanto hanno dovuto rinunciare tutti gli appassionati. 

Pete ama parlare di baseball e sono pochi a spendere più tempo di lui a parlare con i tifosi. Menzogne e pregiudizi hanno privato il baseball di un grande ambasciatore di questo sport. Due anni dopo lo scandalo, fu decretato che nessun giocatore accusato di scommettere sulle partite potesse partecipare al ballottaggio per l’elezione nella Hall of Fame. Quindi  anche se ci fossero votanti volenterosi di perdonarlo, fino ad ora non è stato offerto loro l’opportunità.

 

Allo stato attuale resta difficile immaginare che Rose possa un giorno giungere a Cooperstown attraverso regolari votazioni. Il rapporto Down ha prodotto prove che Rose scommetteva negli anni 1985/86 quando era ancora giocatore-manager, mentre un altro dirigente dell’ufficio del commissario asserisce che Rose scommetteva già quando era solo un giocatore. Ma ancora oggi Rose asserisce di aver cominciato a scommettere solo nel 1987 quando ormai non giocava più ed era alla ricerca di stimoli che il baseball ormai non riusciva più a dargli.

Sono sempre stato competitivo” dice Rose. “ Amavo i miei giocatori, erano come figli per me, volevo scommettere su di loro. Non l’avrei dovuto fare, ma l’ho fatto ed ormai fa parte della storia e  nulla più si può fare per tornare indietro.”

 

E’ possibile eleggerlo considerando quanto ha fatto come giocatore senza tener conto di quanto ha fatto come manager? E’ possibile creare una sorte di rete di protezione che gli permetterebbe di trovare un posto in Cooperstown per le sue 4.256 valide oltre a tutti gli altri suoi record? Più volte se n'è fatto cenno, ma l’argomento non è stato mai affrontato con la necessaria convinzione.

 

Rose ha macchiato il suo nome, ha tradito gli amici ed è vissuto con la menzogna per molti anni prima di ammettere la verità, ma il suo carattere estroverso gli ha fatto guadagnare il perdono da parte di tanti nel mondo del baseball. Molti che hanno frequentato Rose nell’estate del 1989 sostengono che è un argomento troppo complesso per poterlo bandire per sempre. Altri sostengono che se Rose avesse detto subito la verità la condanna non sarebbe stata così severa, altri sostengono che furono i suoi avvocati a garantirgli una sanzione molto più  lieve. 

Kent Tekulve, suo giocatore all’epoca dei fatti dichiara: 

 

La prima cosa che ti viene in mente è la sua competitività. Pete sapeva giocare, e giocava come ogni professionista dovrebbe saper giocare. Lui rappresentava la squadra, rappresentava se stesso e rappresentava tutta la città. Ma a seguito del precedente scandalo dei Black Sox nelle World Series del 1919 erano state fissate le regole per chi avesse scommesso, ancor più severe che aver commesso un omicidio. Personalmente mi ha deluso, ha deluso i Reds, ha deluso la città tutta. Ha deluso tutti i suoi tifosi. Ha sprecato una grossa opportunità per diventare un simbolo del baseball.

 

Attraverso gli anni Rose ha dovuto lottare alla ricerca disperata di riguadagnare il rispetto dei suoi ex compagni tutti eletti nella Hall of Fame come Mike Schmidt, Joe Morgan e Johnny Bench.

 

La sua confessione ha addolcito i rapporti, ma non del tutto.

Johnny Bench per esempio, si è sempre risentito che le prime pagine dei giornali avessero dato più importanza allo scandalo che alla sua introduzione nella Hall of Fame insieme a Carl Yastremski, e non ha mai voluto commentare in merito, se non in un’intervista del 2012:

 

 

“ Ho fatto parte di tre commissioni per approvare l’ammissione di Rose nelle elezioni ma la proposta non è mai passata. La domanda era sempre la stessa: Dovrebbe Pete essere nella Hall of Fame? Ed io ribattevo: Avete dei bambini? Se Rose entra puoi anche riferire a loro che non esistono più le regole. Le regole sono fatte per essere rispettate.

 

Anche Il successivo commissario Selig ha sempre eluso le domande che si riferivano allo scandalo Rose. Su Rob Manfred, successo a Selig come commissario, non dovrebbe gravare troppo il peso della storia come lo è stato per Selig, quindi Rose è fiducioso che il suo caso potrà essere rivisto da un punto di vista diverso. 

 

Tra sorrisi e firme Rose è intrappolato nel tempo alla ricerca del perdono. Ma gli studiosi del baseball continuano a ignorarlo e l’anniversario della sua squalifica evidenzia come poco sia cambiato rispetto ad allora. Giamatti disse che Rose doveva riconfigurare la sua vita.

 

25 anni dopo Rose sta ancora perorando la sua causa chiedendosi del perché è l’unica persona ad aver sbagliato e alla quale non si vuole offrire una seconda possibilità.

Mentre casacche, mazze e palline escono dalla porta, Rose resta fedele a se stesso.

 

Se potessi essere eletto sarei l’uomo più felice della terra”, ammette Rose. “Ma non è che questo pensiero mi fa perdere il sonno. So cosa significa e cosa ci vuole per arrivarci. Io ho sbagliato, non ce l’ho né con Bart né con Selig, né con Manfred. Credo però che mi dovrebbero dare una seconda opportunità perché so di poter dare ancora molto al baseball e di essere un maestro nella sensibilizzazione. L’ultima cosa che farei è scommettere sul baseball, sarei la persona più integra al mondo sapendo come sarei messo sotto osservazione. Forse pensate che sono matto, ma sono convinto che il baseball avrebbe tutto da guadagnare se ne fossi ancora coinvolto.”

 

Ufficialmente per il mondo del baseball la legenda di  Pete Edward Rose è morta 33 anni orsono. Ufficiosamente per gli appassionati del baseball i suoi autografi vivranno per sempre.

 

E così come per i suoi autografi, continuerà a vivere anche la sua legenda per essere Rose nato in un periodo sbagliato. Infatti non sempre la Legge è Uguale per Tutti.

Solo poche settimane dopo la sottoscrizione del CBA tra la MLB e l’Associazione Giocatori (inizio 2022) , la MaximBet, società collegata con le scommesse, e Charlie Blackmon, esterno dei Colorado Rockies, per la prima volta nella storia, hanno sottoscritto un contratto di collaborazione. Blackmon è il primo giocatore a usufruire della nuova clausola che ora permette a giocatori di essere testimonial di un'attività di scommesse.

 

E’ lecito ora chiederci a distanze di oltre 30 anni perché a Pete Rose è stato preclusa la possibilità di entrare nella HOF nonostante i suoi record di 4.256 battute valide, 17 presenze all’All Star Game, National League MVP nel 1973, tre titoli di miglior battitore della NL e tre conquiste delle World Series? 

 

“Sono nato nel periodo sbagliato, 30 anni troppo presto. Fossi nato più tardi, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente” afferma Rose con malinconia. 

 

In effetti, a quell’epoca le regole erano molto severe e Rose fu punito per aver scommesso sulla sua squadra vincente mentre era giocatore/manager. Ma nel lasso di tempo dei 102 anni che decorrono dallo scandalo di Joe Jackson con i Black Sox scommettendo sul risultato delle World Series del 1919, le cose sono cambiate.

 

Il baseball è passato dallo sport delle noccioline, degli hot dogs e cracker jack al mondo delle scommesse come DraftKings, BetMGM e Charlie Blackmon. 

 

Rose non vede nulla di male in ciò che fa Blackmon, non c’è nulla di illegale, è che ai suoi tempi era diverso, ha sbagliato e lo ha pagato a caro prezzo. Fosse successo oggi nel 2022, molto probabilmente Rose sarebbe stato sospeso ma ancora eleggibile per la HOF per poi entrarci a pieno titolo. 

 

Invece il Pete Rose del 1989 rimane confinato da Cooperstown, oggetto dell’ipocrisia del mondo delle scommesse. 

 

Frankie Russo

 

Scrivi commento

Commenti: 1
  • #1

    franco ludovisi (sabato, 01 ottobre 2022 11:36)

    Anche noi nel baseball italiano abbiamo il nostro Pete Rose: RUGGERO BAGIALEMANI.