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Dopo Casey, è Babe Ruth il personaggio più gettonato nei vari film. Anzi a dirla tutta egli fu attore principale in ben tre film: “Headin’ Home”, “Babe comes home” e “Babe Ruth Baseball Series”. Il primo, prodotto dalla Cine-Vintage Films nel 1920 su cinque bobine, muto ed in bianco e nero, fu diretto da Lawrence Windom con un cast di furore per quei tempi: Babe Ruth, Ruth Taylor, Tom Cameron, James A. Marcus e Ricca Allen. Ma a motivare l’interesse del cinema verso il baseball fu la grande notorietà che il gioco stava acquisendo ed ancor più da quella del grande Babe Ruth.
Il film così, con i sottotitoli scritti da Arthur “Bugs” Baer, in 55 minuti sintetizza la vera storia di Babe e da lui stesso impersonata. Il secondo fu realizzato nel 1927 dalla First National Pictures su sei bobine, muto ed in bianco e nero e Babe, con Anna Q. Nilsson, Archer e Tom McGuire, fu diretto da Ted Wilde. La storia, scritta da Louis Stevens, era tratta dal libro Said With Soap di Gerald Beaumont. Nel terzo film, curato da Ben Stoloff e Lou Breslow, e realizzato nel 1932 dalla Universal Picture Corp., Babe quale unico protagonista presenta esclusivamente una serie didattica sul gioco stesso.
Sotto il divertentissimo film con Babe Ruth coach di un gruppo di ragazze, un'esilarante anticipazione di "Ragazze Vincenti"
L’avvento del sonoro nel 1948 convince la Allied Artist Productions con la regia di Roy Del Ruth a realizzare “The Babe Ruth Story”, ma questa volta a dare vita a Babe durante i 106 minuti in bianco e nero viene chiamato William Bendix e Claire Trevor ad interpretare la moglie Claire Ruth e la biografia fu sceneggiata da Bob Considine e George Callahan.
In seguito, pur mai più come protagonista principale, Babe partecipò a molti altri film tra cui “Speedy” e “The Pride of the Yankees”. Ma a parte la notorietà, che pure richiamava i fans al botteghino, era bravo Babe come attore?. Per dirla con il suo compagno di squadra, l’interbase Mark Koenig, “le sue recitazioni erano più che penose” mentre il New York Times, in riferimento alla sua breve apparizione in Speedy, scriveva “Il grande Babe ancora una volta ha fornito una eccellente interpretazione”. Invidia o piaggeria? Di certo è che Babe era diventato il cuore pulsante del baseball americano ed a lui furono dedicate anche ben cinque canzoni ed anzi quella scritta da A. Atkins e Harry Trout con musica di H.J. Gott nel 1923 recitava “ there’s not a player in the land, who can hit a ball, like Babe can”.
Tuttavia la storia, la leggenda e il mito di Babe Ruth in ogni sua sfaccettatura sono entrati ormai a far parte intima della cultura statunitense se è vero, come è vero, che nel 1992 Arthur Hiller, in veste sia di produttore sia di regista, considerò opportuno rivisitarne il personaggio in “The Babe: la leggenda” con la carismatica interpretazione di John Goodman e Kelly McGillis. E di Babe noi ancora ne stiamo parlando per illustrare ed evidenziare ai giovani quanto sia opportuno imparare a conoscere, per affrontare i diversi risvolti della vita, sia il baseball e sia quanto poi importante averci qualcosa a che fare.
Articolo pubblicato il 20 gennaio 2015
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