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Come sviluppare un programma di successo per il baseball/softball delle scuole superiori

Premessa di Paolo Castagnini

Proseguiamo con temi che sono al di fuori dell'insegnamento tecnico, ma che nello sport rivestono importanza fondamentale. In questo articolo tratto da "The Baseball Coaching Bible" (ABCA), che già il titolo ci dichiara i suoi intenti, Jerry Kindall e John Winkin ci raccontano come impostare un programma per una squadra. Sicuramente l'ambiente dove viene applicato è molto diverso da quello italiano, ma questo non toglie che anche con i nostri giovani sia necessario un approccio di questo genere. Leggete e prendete spunti che saranno utilissimi da applicare alle vostre squadre.

Come sempre la traduzione è di Frankie Russo.

 

di Frankie Russo

Articolo tratto da humankinetics.com

 

Sono diversi i programmi da seguire a livello delle scuole superiori. Alcuni si fissano un obiettivo minimo, altri possono essere paragonati a livello di quelli del college o professionistico. Sarà la capacità del coach, e l’ambiente in cui lavora, a determinare il programma più adeguato alle proprie esigenze. Prima di iniziare, il coach deve porsi delle domande:

 

  • Che tipo di coach voglio essere e che tipo di coach sono in grado di essere?
  • Quanto tempo potrò dedicare all’attuazione del programma?
  • Quanto supporto avrò dalla società, o dalla scuola, per attuare il programma?

 

Attuare un programma può essere difficile, ma nello stesso tempo può anche essere divertente. Nei vari stadi del programma, i risultati sono generalmente visibili, quindi è facile che gli assistenti e i giocatori ti seguano. Quando il programma avrà raggiunto un certo livello di concretizzazione, i risultati potrebbero essere meno evidenti rispetto alle aspettative. Le aspettative non sono sempre quelle sperate, e questo potrebbe portar via parte del divertimento. Se portare avanti il programma crea disagio e non è più un divertimento, allora il coach dovrà ritrovare il precedente zelo per modificare e proseguire con il programma. Queste strategie dovranno ricreare le aspettative con il ripetere ciò che è stato già messo in atto, magari in modo diverso, per poi continuare con il progresso.

 

Per attuare un programma di successo ci sono diversi metodi e diverse filosofie. Come detto prima, la personalità del coach, insieme all’assetto della società o della scuola, potrà influenzare la  decisione relativa al metodo che il coach dovrà scegliere. Ma qualsiasi metodo che si andrà ad applicare, esso dovrà includere nel programma alcuni principi comuni e fondamentali. Quanto segue è lo stralcio di alcuni principi che abbiamo utilizzato nel programma attuato presso la La Porte High School.

PROGRAMMA IN TRE FASI

 

Abbiamo diviso il programma in tre fasi, la prima delle quali si svolge durante l’estate, inizia subito dopo la fine del campionato e dei tornei e dura per tutto il mese di luglio.

 

Questa fase può essere considerata l’equivalente del programma che si svolge al college durante l’autunno.

 

Per prima cosa lasciamo da parte i veterani della prima squadra e lavoriamo con i giocatori su cui puntiamo per la futura stagione. Prepariamo un calendario per tutto il mese di luglio, e seppure enfatizziamo sulla vittoria, questa parte del programma è finalizzata principalmente all’osservazione, istruzione e alla sperimentazione. Lo staff tecnico potrà così lavorare sia sui punti di forza che sui punti deboli di ogni singolo giocatore in preparazione per il prossimo campionato.  I giocatori hanno l’opportunità di fare ulteriore esperienza di gara, e in alcuni casi, provare altre posizioni.

 

Alla fine della sessione estiva, lo staff tecnico fissa un incontro con ogni giocatore per discutere il suo rendimento e il suo ruolo per il prossimo campionato. Nel corso dell’incontro, ad ogni giocatore viene consegnata una scheda valutativa specificando cosa deve fare per migliorare da quel momento fino alla fase due.

 

La seconda parte del programma si svolge durante l’inverno, a gennaio e febbraio ed è molto importante in quanto riprendiamo da dove avevamo lasciato. A causa del freddo, molto spesso questa fase si svolge in palestra.

 

Per quanto possa essere grande una palestra, non avrà mai le dimensioni del campo, e a volte questo può essere un vantaggio in quanto ci permette di dividere le sedute di allenamento in diverse sezioni. Inoltre, ci permette di lavorare sull’individualità o insegnare come giocare in un determinato ruolo. Lavoriamo molto anche sul condizionamento fisico in modo che quando andremo sul campo i giocatori avranno meno rischi di infortuni.

La terza fase coincide con il periodo pre-campionato, ciò per cui abbiamo lavorato nelle precedenti due fasi. Quando si comincia a lavorare sul campo, inizia anche la scelta della rosa dei giocatori e si infonde il concetto di squadra. Enfatizziamo sugli esercizi di squadra, sui fondamentali e sulle strategie. Due settimane prima che inizia il campionato, dedichiamo più tempo ai lanciatori mostrando loro come dovranno prepararsi e tenersi in forma nel corso del campionato.

 

Le tre fasi si completano tra di loro e aiutano a sviluppare regolarità nella preparazione dei giocatori per la stagione.

 

PRIMA IL PROGRAMMA, POI L’INDIVIDUO

 

Sin dal principio mettiamo in chiaro che l’obiettivo principale è l’attuazione del programma prima delle esigenze del singolo individuo. Vi sembra che questo possa essere definito autoritarismo o antisociale? Nella società moderna sentiamo parlare tanto dei diritti degli individui che troppo spesso perdiamo di vista i doveri degli individui. Il concetto del programma prima e l’individuo dopo, è basato sulla premessa che l’individuo, per quanto indispensabile per l’attuazione del programma, farà progressi nel breve termine, mentre il programma rimarrà per gli altri individui che ne potranno ancora beneficiare. Quindi, il programma ha l’assoluta priorità quando si tratta di stabilire le regole e prendere decisioni.

Abbiamo una dottrina molto rigida; quando stabiliamo un regola rimaniamo sulla nostra posizione.

 

Prima di cominciare consegniamo ad ogni giocatore una copia delle regole. Il giocatore e i genitori sottoscrivono il regolamento e il giocatore dichiara di rispettarlo, caso contrario ogni responsabilità sarà a carico suo e dei genitori.

 

I responsabili del settore sportivo stabiliscono un codice comportamentale che tutti gli atleti dovranno osservare. Il codice riporta le regole e le penalità riguardanti l’uso di alcol, droghe, tabacco, misfatti e crimini.

 

Ogni squadra può aggiungere regole che più si confanno alle loro esigenze. Le variazioni devono essere messe per iscritto e approvate dall’amministrazione.

 

In quest’opuscolo trattiamo argomenti quali le assenze, i ritardi, le presenze, l’attitudine, la prontezza, la  tenuta dell’armadietto, la cura dell’equipaggiamento, il rispetto verso gli avversari e verso gli arbitri.

 

Il giocatore che non supera il primo try-out ha facoltà di ritentare negli anni successivi. Al giocatore che accetta il programma e non lo porta a termine, sarà  vietata la sua riammissione in futuro. Anche i coach hanno le loro  responsabilità ed a ognuno vengono affidati specifici compiti. Ogni assistente coach sarà valutato dal proprio coach che a sua volta sarà valutato dal capo coordinatore. Prima ancora di valutare il singolo o il successo della squadra, la priorità in assoluto è la disciplina. Applichiamo le regole costantemente , con lealtà e con fermezza.

 

 

STABILIRE OBIETTIVI REALI

 

Comprendere l’ambiente in cui si lavora per poi stabilire gli obiettivi basati su tale presupposto, è un elemento indispensabile per l’attuazione di un programma di successo. Per attuare un programma di successo un coach deve avere l’abilità di saper valutare accuratamente le capacità del giocatore. Più approfondite sono le valutazioni, più facile per lui sarà fissare gli obiettivi sia per l’individuo che per la squadra. E’ un bene essere ottimisti e mostrare aspettative quando a contatto con la squadra, ma il coach deve anche essere realistico nel fissare gli obiettivi. Se si fissano obiettivi difficilmente raggiungibili, i giocatori faranno fatica a trovare confidenza in se stessi e nel programma. Dall’altro lato, se gli obiettivi sono troppo facili da raggiungere, i giocatori e il programma potrebbero offrire delle indicazioni non veritiere causando un ostacolo per lo sviluppo dei giocatori e del programma.

 

Quando si tratta di fare una valutazione personale e valutare le sfide che ci attendono, il coach deve essere onesto prima di tutto con sé stesso, ancor prima di esserlo con i propri giocatori.

 

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