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NETTUNO
Nello stesso periodo 1959 a Nettuno si giocava nell’impianto costruito all’interno della villa del Presidente Federale Steno Borghese, impianto quasi a norma ed accettabilissimo per quei tempi anche se distante anni luce dall’odierno impianto. Ricordo la scarsa distanza della casa base dal back stop per come si sentivano vicine le voci del pubblico quando eri alla battuta.
GROSSETO
Sempre in quel periodo a Grosseto non c’era l’attuale splendido impianto, ma si giocava in un campo da calcio situato sotto le mura della città: lo ricordo perché il mio esterno destro si lamentava perché dall’alto delle mura alcuni bambini gli buttavano della terra e non tanto per colpirlo, ma per distrarlo dalla gara.
FIRENZE
Nel 1949 “I Ragazzi di Campo di Marte” cioè il Firenze vinsero il secondo Campionato di baseball giocando in un campo antistante lo stadio Comunale di Calcio.
La vittoria nel campionato permise loro di giocare allo Stadio Comunale (ex Berta,ora Franchi) negli anni seguenti fino all’inaugurazione dell’attuale struttura per il baseball: il Cerreti.

BOLOGNA
A Bologna, prima della costruzione del campo delle FF.OO (Fiamme Oro n.d.r), si giocavano le partite all’Antistadio, mentre il Softball maschile venne praticato fin dal 47 al Campo di Polo dei Giardini Margherita.
Un paio d’anni dopo, all’Arco Guidi come dimostrano le foto, alcuni ragazzini, in futuro campioni del nostro sport, organizzavano incontri su campetti di fortuna, ma coscienziosamente e diligentemente segnati da Umberto Calzolari in seguito artefice assieme a tutti noi del Centro Sportivo Casteldebole.
LANCIANO
Pare che a Lanciano sia avvenuto il contrario di quanto successo a Rimini nel 67.
Invece che essere il baseball ad utilizzare il terreno in dotazione ai circhi equestri qui il circo equestre ha invaso il campo da baseball con conseguente danneggiamento dell’impianto di irrigazione a scomparsa.
Feci un corso Federale a Lanciano nell’87 e venni accolto in un prato accanto ad una discarica:
chiesi se era l’unico spazio disponibile e mi dissero che per il baseball era quello.
Rientrando in albergo passai in auto vicino ad una chiesetta e vidi che questa aveva un bel campetto da calcio per i giochi dei giovani parrocchiani; mi fermai, entrai in chiesa, parlai brevemente e cordialmente col parroco che mi diede immediatamente la disponibilità dell’impianto anche per il baseball.
Il corso continuò quindi lontano dalla discarica.

BOLZANO
Il modo più comodo per raggiungere il campo da baseball di Bolzano, quello costruito nell’alveo del Talvera, non il nuovo impianto, era quello di parcheggiare la macchina all’inizio della strada che porta su
a S.Genesio, attraversare la carreggiata, entrare nel delizioso bar-ristorante che era anche, se non la sede, almeno il punto di incontro di quelli della pallabase locale e, percorso il giardino interno, affacciarsi sugli impianti sportivi ubicati dentro il letto del torrente.
La posizione era amena e, durante le partite, la gente che passeggiava sul Lungo Talvera si fermava volentieri a seguire il baseball.
Ricordo una partita giocata dal Bolzano contro la squadra degli “Allenatori della Fortitudo 1980” per promuovere il gioco con un avvenimento insolito: se leggete i nomi della squadra degli Allenatori vi spiegherete anche il perché in quegli anni la Fortitudo fosse così forte.
Nella foto sopra:
In piedi - Black, Avallone, Gabanini, Nottoli, Hiro, Corradini, Lerker, Ludovisi, Barbieri.
A terra - Valbonesi, Baldi, Ghedini, Chiarelli (accompagnatore), Morelli e Calzolari.

PARMA
A Parma nel 53 il campo di gioco era a Cittadella. Un campo da calcio prestato al baseball, come in tante altre città.
Poi, qualche volta, si giocava anche nel Campo da Rugby posizionato vicino a dove sorgerà il mitico Europeo sparito con i nostri ricordi più belli di Parma.
Poi altri campi sorsero per le esigenze di una piazza molto portata al Baseball per finire con l’attuale Quadrifoglio non certo pensato per sostituire l’Europeo.
REGGIO EMILIA
Nel 1986 il giorno dell’inaugurazione dello stadio Caselli, il più ampio per dimensioni
di quel periodo, la mia squadra dell’epoca, il Castenaso, giocò il primo incontro sul nuovo stadio.
Ricordo che gli addetti al campo, probabilmente dipendenti comunali, avevano posizionato casa base col vertice rivolto all’esterno centro:
ridendo, feci posare il piatto correttamente.
C’era anche la televisione a riprendere l’evento e ricordo la curiosità del regista e della telecamera per il mio “secret score” che aggiornavo continuamente.
Franco Ludovisi
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