Storia della Italian Umpires Association - di Michele Dodde
Leggi la 1^ parte - 2^ parte 3^ parte - 4^ parte - 5^ parte - 6^ parte -7^ parte - 8^ parte
Nel 1973 gli umpire italiani si trovarono dinnanzi ad una sorpresa che stupì non poco. Nella richiesta di ammodernamento della divisa, causata dal miglioramento del materiale protettivo e per una voglia di copia conforme con i colleghi statunitensi, il Presidente Federale sancì una divisa ben appariscente in diamante ed apparentemente elegante: il chief umpire avrebbe diretto la gara indossando una comoda giacca di colore rosso rubino da indossare sopra la pettorina di protezione ed a completamento un paio di pantaloni neri, il base umpire invece avrebbe indossato, sempre sui pantaloni neri, una tee schirt a righe bianche e rosse verticali. In quel periodo era famoso anche un dentifricio similare per cui ironicamente quella divisa fu soprannominata “all’esaclorofene”.
Questa innovazione però, e forse giustamente, causò una forte tensione tra l’umpire Enrico Spocci e la Federazione in quanto Spocci desiderava seguitare a dirigere le gare con la divisa ereditata dagli UdG cubani, suoi maestri e primi estimatori, ovvero giacca nera a casa base e camicia celeste, senza cravatta, in base. E il tempo poi dette ragione al grande Enrico.
L’avviato ciclo addestrativo comunque ormai non subisce più soste per cui anche nel 1973, e poi di seguito ogni anno, furono condotti a termine due corsi (29 marzo – 1 aprile e 28 aprile – 1 maggio) sempre con gli istruttori Pettener, D’Aprile e Spocci con l’organizzazione sviluppata da Catellani e Carlini.
Il 1973 inoltre rappresentò per gli umpire italiani un serio quanto indimenticabile banco di prova: il primo Torneo Intercontinentale svoltosi sui diamanti di Bologna e Parma dal primo all’otto settembre con la partecipazione, unitamente a quella italiana, delle squadre nazionali di Giappone (vincitrice del Torneo), Porto Rico, USA, Nicaragua, Canada, Formosa, Argentina.
A dirigere le gare furono designati , oltre agli stranieri Urner, Pastrian e Forman, gli italiani Neto, Lassandro, Pozzaglia, De Franceschi, Pedacchia, Carbognani, Saccani, Grimoldi, Cazzador, Noli, Minardi e Gentili.
In quell’occasione l’ufficio filatelico della Tematica Massonica del Grande Oriente d’Italia diramò il 31 agosto una busta viaggiante con annullo in onore del Fratello statunitense Alex Cartwright evidenziandolo quale padre del baseball ma rimarcando anche in modo sottile quanto incisivo quale sia la vera origine esoterica del gioco stesso.
Nel 1974 lo stesso staff dal 16 al 19 marzo attuò il corso di aggiornamento e valutazione applicativa alla serie A e B di giovani umpire. Tra i 16 partecipanti si fece notare con una valutazione più che positiva Riccardo Fraccari. Livornese di casa a Tirrenia, Fraccari si applicò incisivamente nello studio, nella metodologia e nello stile in modo professionale tale da essere continuamente apprezzato e stimato.
Il suo indiscutibile modo di essere un umpire quale primaria scelta si fece notare subito e la pregevole rivista inerente gli studi sullo sport, “Quaderni dello Sport”, edita direttamente dal CONI, nel numero cinque del 1978 gli dedicò una colorita quanto movimentata copertina.
Internazionale nel 1979, partecipò a tutte le competizioni europee e mondiali tra cui quella di Seul nel 1982 dove ebbe il privilegio di dirigere la finale Corea del Sud – Giappone.
Successivamente al mondiale di Cuba nel 1984 quando fu eletto miglior UdG del baseball dilettantistico mondiale ed infine approdò, primo umpire italiano, alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984.
Nello stesso anno poi lascerà i diamanti per dedicarsi alla burocrazia della scrivania diventando Presidente del CNA.
Il riconoscimento ufficiale della sua prestigiosa carriera è delineato dall’immissione nella Hall of Fame statunitense oltre a quella europea ed italiana.
Michele Dodde
Scrivi commento
Alberto (martedì, 17 settembre 2024 08:59)
io conservo ancora queste cose
Rosa Mariano (martedì, 17 settembre 2024 19:22)
Grazie caro Michele per aver aggiunto un prezioso tassello della grande storia del baseball, che è molto di più di uno sport
Ludovico Malorgio (martedì, 17 settembre 2024 19:50)
Caro Michele i tuoi interventi sono molto interessanti anche perché, come in questo caso, non mancano le note di colore….è il caso di dire!!! Complimenti!
Dario Bazzarini (venerdì, 20 settembre 2024 18:24)
Bei tempi!!! Bel baseball!!! Ci si conosceva tutti e c’era continuità, la continuità e propedeutica alla tradizione!!!