Storia della Italian Umpires Association -
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Le gare nel week end sportivo intanto, per quanto riguardava la serie A, o Serie Nazionale, erano passate da due a tre ed anche la direzione per una maggiore efficienza passò da due a quattro umpire. Pertanto gli stage a Tirrenia, divenuti per gli umpire il classico incontro di inizio dell’attività agonistica, diventarono una proficua scuola di aggiornamento ed in particolare di preparazione e perfezionamento della meccanica a tre (thre men system) e di quella a quattro (four men system).
Nonostante tutto qualche sbavatura accadeva e per i cronisti era il gustoso sale da evidenziare come quello del 28 aprile 1975, giornata decisamente nera per gli umpire. Sulla gara Canonier Bologna – Colombo Nettuno terminata con il punteggio di 0 – 1. Umpire: Del Neri, Secchi, Cappello, Tempesta, La Gazzetta dello Sport scrisse “(…) Monaco girava un lancio di Corradini, la palla lambiva la terza base e l’arbitro più vicino, Tempesta, dava il foul (…) Da casa base Del Neri era di parere opposto. Discussioni in campo, valeva la decisione dell’arbitro capo e per gli ospiti era il contestatissimo punto del successo (…) Incidenti a fine partita (…)”. Su Stadio Maurizio Roveri precisò che “(…) Una contestata valutazione arbitrale decide l’esito di un match elettrizzante (…) al 7° inning (…) Monaco “spara” sulla terza base.
Conti osserva e non tenta alcun intervento, la palla ad un certo punto esce dalla linea di foul. Ma prima o dopo il cuscino di terza base? (...) l’arbitro di terza Tempesta fa chiaramente capire che per lui si tratta di battuta in foul (…) ma l’arbitro capo Del Neri non sembra dello stesso avviso (…) Del Neri è irremovibile (…) sbagliare una valutazione può capitare a tutti: Del Neri e Tempesta hanno avuto la sfortuna che la loro decisione non troppo convincente sia stata determinante (…)”
Ma la cronaca registrò anche un grave incidente che coinvolse l’UdG Cappello per via di una sua uscita disordinata dagli spogliatoi che Stadio riportò in evidenza con la dichiarazione di Alberto Mazzanti, direttore sportivo della Canonier: “dopo esserci prodigati lungamente per disperdere i gruppetti di tifosi (…) abbiamo ritenuto che la situazione fosse già calma (…) abbiamo deciso di fare uscire gli arbitri. Appena aperti i cancelli uno degli arbitri, Cappello, su una macchina partiva a gran velocità (…) ma purtroppo l’automobile urtava per primo il presidente della Canonier Lamberto Lenzi (…).
Sulla stessa pagina era ancora Stadio a riportare anche le vicissitudini della gara Lubiam Grosseto – Mobilcasa Firenze terminata dopo ben 13 inning sul 5 -4. Umpire: Faraone, Pedacchia, Scirman, Maretti. “(…) l’altro protagonista veramente da stigmatizzare per il suo comportamento è stato il giocatore Di Santo (…) al dodicesimo inning sull’unico doppio gioco difensivo della Lubiam (…) è stato dichiarato out sul cuscino di prima base dall’arbitro Scirman di Nettuno. Di Santo ha protestato molto vivacemente ed è stato espulso: nella confusione che è seguita sembra che il giocatore abbia colpito l’arbitro” (…).
Ancora il 12 maggio 75 bene in vista “Vince la Cercosti, arbitro contestato”. La gara era Lubiam Grosseto – Cercosti Rimini finita sul 2 – 6. Umpire: Pozzaglia,Grimoldi, Guzzonato, Orieti. La Gazzetta dello Sport riportò “(…) forti rimostranze contro gli arbitri ed in particolare durante e dopo la partita. L’arbitro Pozzaglia ed i suoi colleghi sono usciti, protetti dalla polizia e dai dirigenti della Lubiam dopo un’ora e un quarto dalla fine della partita (…) Già nell’incontro di ieri sera (circa 4000 persone per assistere alla prima in notturna al campo Jannella) le decisioni dei direttori di gara destavano scontento (…) due bei lanci di Vinciarelli venivano giudicati sbagliati dall’arbitro capo Pozzaglia (…) nell’attacco successivo Pozzaglia cercava di riparare giudicando fuori misura non poche palle buone del lanciatore riminese Romano (…)”
27 giugno 1976 Stadio su quattro colonne titolò “La Germal soffre ma vince”. Germal Parma– Beta Gru Grosseto: 13 – 10. Umpire: Dodde, Medelin, Cazzador, Lavaroni.
Franco Ferraguti scrisse “ (…) Grande tensione in campo e fuori all’inizio del turno d’attacco della Germal (…) con due eliminati Gastaldo è nel box e batte in foul, Galli si precipita in tuffo sulla palla che sfugge dal guanto del “baby” che però astutamente la copre col petto alla vista dell’arbitro capo che abbocca e dà l’eliminato: proteste da parte ducale ma il direttore di gara è irremovibile. Quando le squadre sono ormai pronte al cambio (…) entrano in scena gli arbitri di base che illustrano al sig. Dodde l’esatto svolgimento dei fatti. La decisione incriminata viene così annullata (…). Ancora qualche parola sui direttori di gara: l’episodio finale descritto farà molto discutere e magari dimenticare lo scrupolo della quaterna arbitrale che ad esempio ha rilevato con oculatezza ben tre falli di pedana dei pitcher ospiti”.
Il 29 agosto 1976 il quotidiano Stadio ironicamente riportò in merito alla gara Canonier Bologna – Beta Gru Grosseto:7 – 2 arbitri: Dodde, Marcolini, Medelin la seguente nota a firma di Roberto Montuschi “ (…) circa un migliaio di spettatori (…) la partita è stata interrotta due volte: la prima al 2° inning per dieci minuti quando l’arbitro Dodde ha dovuto rifugiarsi nel dug out della Canonier per cambiare i pantaloni scuciti in un punto strategico (…)”
Nel 1977 è d’obbligo segnalare come evento epocale la terza gara Frigette Bollate – Novara in atto nel week end del 14 – 15 maggio. Di questa gara non ci interessa il risultato quanto il motivo del posticipo al mercoledì 18 alle ore 15. La richiesta effettivamente speciale fu inoltrata nientemeno che dalla Televisione Italiana che finalmente aveva trovato nel palinsesto della seconda rete il tempo-spazio per irradiare la gara per tutta la sua durata ed a “colori”. Non si poteva dire di no e la COG designò per quella prima da palcoscenico gli UdG Lassandro, Mingardi, Colarieti e Monari. La COG sicuramente li aveva scelti perché fra tutti sembravano i più fotogenici, tuttavia l’ambiente ancora oggi se lo sta chiedendo !!!!!
Michele Dodde
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