Storia della Italian Umpires Association
Leggi 1^ parte- 2^ - 3^ 4^ - 5 ^ - 6^ - 7^ - 8^ - 9^ - 10^ - 11^
Il campionato del 1978, che stava vivendo in totale preparazione di quello che diventerà uno dei più seguiti mondiali che vide agonisticamente il coronamento di un baseball uscito dall’anonimato, si inceppò la domenica del 9 luglio durante la seconda gara Biemme Bologna – Glan Grant Nettuno: 7 – 6. Umpire: Saccani, Malpeli, Carbognani. Recitò la Gazzatta dello Sport lunedì 10 su cinque colonne: “La partita di Bologna è finita in rissa” con il chiaro occhiello “Gravi incidenti hanno turbato l’incontro Biemme - Glan Grant” ed un eloquente ma sintetico riassunto su ben tre righe: “Nell’ottava ripresa, in seguito ad una decisione arbitrale controversa, si è scatenato il parapiglia – Espulsi Monaco e Rinaldi – Gli arbitri hanno considerato l’incontro concluso al termine della settima ripresa – La partita è comunque finita col successo della Biemme per 7-6”. Quasi un campanello d’allarme per quanto si verificherà a fine d’anno.
Anno di particolare intensità dunque il 1978 poichè l’organizzazione e lo svolgimento del 25° Campionato del Mondo giocato sui diamanti di Parma, Bologna e Rimini richiamò un totale di 138 mila spettatori per un incasso complessivo di quasi 200 milioni per i biglietti venduti (il clou a Parma per USA – Cuba, 12 mila spettatori ed un incasso di 20 milioni).
Tutte le gare caratterizzarono anche l’ottimo livello tecnico raggiunto dalla scuola italiana degli UdG con gli internazionali Bertoldo, Carbognani, De Franceschi, Grimoldi, Lassandro, Pozzaglia e Neto, quest’ultimo designato in prima base nell’elevata quaterna che diresse proprio la gara più spettacolare, ovvero USA-Cuba: Chung (Chief umpire), Paz (2^ base), Ravashieire (3^ base).
Tuttavia al termine di quell’anno un caso relativo ad un’errata o sfumata interpretazione di una dichiarazione del presidente federale Bruno Beneck ad una riunione di Società favorì un serpeggiante motivo di indignazione che investì in modo esponenziale e globalmente il settore degli Ufficiali di Gara e classificatori. Nelle diverse Delegazioni Periferiche si rincorsero giudizi, pettegolezzi, iniziative dure e da attuare per rivalutare diritti e doveri.
Furono riunioni infuocate con delibere riportate e discusse poi dai Presidenti delle Delegazioni Periferiche nelle riunioni tenute l’11 novembre 1978 ed il 31 marzo 1979. Ed anche la carta stampata provò a schierarsi con articoli di Nino Bagnoli (Il Tempo), Giorgio Viglino (La Stampa), Maurizio Chetti (Sportivo), Alberto Manetti (Corriere dello Sport – Stadio), Eugenio Capodacqua (Paese Sera) e la Gazzetta dello Sport a riportare fedelmente i vari comunicati.
L’essere comunque membri effettivi di una Federazione ed indispensabili per lo svolgimento dell’attività agonistica coinvolse più di qualche coscienza in quello che si incominciava a profilare, ovvero un braccio di ferro tra la Commissione Rappresentativa degli Ufficiali di Gara e la Federazione stessa che portò ad una irrimediabile rottura cui nemmeno le accorate parole di Stefano Germano su il “Guerin Sportivo” poterono nulla. E sì che il buon Stefano era andato anche a trafugare il Vangelo: “…siccome siamo uomini, e quindi naturalmente portati a sbagliare anche per grande amore, ricordate le parole < ha molto peccato per avere molto amato >? . Ecco allora che i fatti divengono molto diversi dalle premesse…”.
Purtroppo dopo il fermo comunicato della Federazione che confermava le inflitte radiazioni di alcuni umpire ed il rigetto delle richieste inoltrate da Piero Gentili a nome della costituita Commissione rappresentativa degli Ufficiali di Gara del Baseball e del Softball, autorevoli umpire delle diverse Delegazioni, seguendo propri principi e personali valutazioni, condivisibili o meno, inoltrarono irrevocabili dimissioni volendo indebolire di fatto lo zoccolo duro del CNUG.
La Federazione non si lasciò suggestionare dalle apparenti difficoltà ed anzi emanò il seguente comunicato apparso poi sui quotidiani sportivi il 28 aprile 1979: “Il Consiglio Federale nella recente riunione svoltasi a Roma il 25 aprile scorso (…) ha dichiarato all’unanimità, ancora una volta, di non intendere assolutamente – né in forma ufficiale né in forma personale - contattare per spiegazioni o discussioni con gli ufficiali di gara radiati o non tesserati. Ha confermato inoltre di essere in qualunque momento disponibile per i contatti con gli ufficiali di gara tesserati regolarmente alla Fibs attraverso la presidenza del CNA (…)” nominando, in sostituzione del radiato Presidente Aldo Chichi, il bolognese Alfredo Riva a stringere e portare il testimone del settore degli Ufficiali di Gara.
Le polemiche per onor di storia continuarono su un’onda lunga arrivando persino ad ipotizzare una deriva di circa 300 UdG ad aver lasciato il contastrike con denigrazioni più o meno piacevoli su quanti invece decisero per la cancellazione di una “querelle” nata malamente dalle carte di alcune società ed ingigantite solo per il gusto di vuoti principi.
E dunque alla prima giornata di campionato di quel 1979 risposero alla designazione per Biemme Bologna – Caleppio Novara : Fraccari, Chirici, Dodde, Mulas; per Lawson’s Torino – Pouchan Roma : Scirman, Trevi, Magliozzi; Mei; per Edilfonte Milano – Germal Parma: Maretti, De Franceschi, Rotelli, Capobianco; per Diavia Bollate – Colombo Nettuno: Medelin, Stefanich, Marussi, Cazzador; per Anzio – Derbigum Rimini: Latanza, Lo Turco, Cassano, Palladino ai quali in seguito si aggiunsero a dirigere le gare delle giornate di campionato Bertoldo, Lassandro, Parentini, Marchi, Cappello, Parodi, La Nera, Fissasegola, Noli, Secchi, Tempesta, e che indusse Maurizio Chetti a scrivere sul mensile “Sportivo”: “Il campionato italiano di baseball è cominciato con un atto di civile buona volontà.” pur togliendosi però il personale gusto polemico nel contenuto dell’articolo “(…) l’andamento del torneo dirà quali conseguenze ha avuto sul campionato e potrà avere in futuro sulla vita in generale del baseball la vicenda degli ufficiali di gara (…).
Di fatto stava tramontando il secondo ciclo della storia degli Italian Umpire Association, ovvero quello scolastico, dando inizio a quello competitivo che segnerà definitivamente l’affermazione dei principi e dell’etica della Scuola italiana.
Michele Dodde
Segue
Scrivi commento
FRANCO LUDOVISI (giovedì, 12 maggio 2016 09:43)
Quale fu la dichiarazione di Benech che provocò il caso?
Michele Dodde (giovedì, 12 maggio 2016 16:06)
Caro Franco, ho voluto usare i termini "errata o sfumata interpretazione di una dichiarazione del presidente Beneck" perchè, basando la mia storia su documenti in mio possesso, nonostante le mie ricerche ed i miei propositi, non sono riuscito a trovare mai qualcuno dei presenti al citato episodio a mettere per iscritto la propria versione. Ho scritto propria versione poichè di quell'episodio molte sono state le versioni e tutte citate oralmente. Bene, io non ero presente a quella riunione ma si disse e ci fu detto nelle varie Delegazioni che il Presidente ad un'assemblea di Società del Friuli Venezia Giulia, alle continue lamentele su alcune direzioni di gara o meglio sul comportamento dispotico di alcuni Umpire, abbia dato ragione alle Società apostrofando "quegli" umpire come figli di ....
Dal particolare al generale il passo fu breve e tutto il settore degli UdG si sentì coinvolto ma, questo fu il mio pensiero, l'allora dirigenza, invece di promuovere un'indagine interna che giudicasse in proprio gli umpire coinvolti, varò una Commissione che duramente chiese al Presidente di esprimere ampie e plateali scuse al settore sino a pretendere se del caso anche le dimissioni dello stesso da Presidente della Fibs. Altre versioni indicarono che quella frase era stata diretta ad un solo umpire. Alcune ancora che la frase non fu detta ma solo intuita per aver dato ampia ragione alle Società. Ecco allora il mio "errata o sfumata interpretazione".
Va da sè comunque, come puoi ben intuire, che il tutto fu una brutta storia e che sia il peccato, sia i peccatori e sia i giustizieri non ne potevano uscire se non voltare pagina e dimostrare a se stessi la propria dignità alla passione del ruolo ricoperto. Come sentenziò Stefano Germano.
FRANCO LUDOVISI (giovedì, 12 maggio 2016 22:59)
Stefano Germano è stato un mio grande amico.
Ci siamo frequentati quotidianamente per anni all'ANGOLO DEL BASEBALL a Bologna esattamente Rizzoli street corner Artieri come dicevamo noi
e pur rilasciando in continuazione innumerevolissime dichiarazioni su tutto e su tutti difficilmente si allontanava dal buonsenso.
Ti voglio raccontare un episodio avvenuto a Parma, campo Cittadella, in una partita del remoto passato dove noi di Bologna affrontavamo i rivali di sempre, i Ducali.
Il nostro battitore colpisce un lancio di Cantarelli ed esegue un pop proprio vicino alla pedana di lancio; il battitore non corre verso la prima, ma resta nel box come se gli spettasse un' altra opportunità di battuta; per contro Cantarelli non tenta neppure la presa al volo, lascia cadere a terra la palla, la raccoglie e si avvia alla pedana per effettuare un altro lancio.
Un attimo di panico per i più esperti delle due squadre: gli attaccanti non capiscono perchè il battitore non abbia corso e i difensori perchè il loro lanciatore non faccia nulla per eliminarlo.
A questo punto è doveroso rivolgere l'attenzione all'arbitro, proprio Stefano Germano che anche lui sembra perplesso sul da farsi.
Infatti o si elimina il corridore perchè non ha fatto nulla per giungere salvo in prima o si penalizza il lanciatore che non tenta l'eliminazione, passibili entrambi di violazione dell'art.1.02 che indica come scopo di ogni squadra di "vincere" la partita (considerzioni queste del dopo gara).
Ed allora Germano risolve col buon senso l'intricata soluzione affermando con voce stentorea: "Foul ball"!
Michele Dodde (venerdì, 13 maggio 2016 08:01)
Caro Franco, sono sempre più convinto che in quel periodo era bello vivere di baseball...ed anche con Stefano con quei suoi maturi commenti. Era poesia dello sport, ovvero cultura, tolleranza e rispetto.
Rosa Mariano (sabato, 14 dicembre 2024 08:20)
Grazie Michele, scopro in ogni tuo approfondimento sul basket uno sport "edificante" nell' accezione morale del termine: rispetto e comprensione dell'altro e crescita personale in virtù del gioco di squadra