Libera traduzione dal sito The Season
La versatilità è una caratteristica singolare nel baseball che può essere un requisito molto utile, ma nello stesso tempo una maledizione, sia per il giocatore che per il coach. La situazione ideale per un giocatore versatile è quando si trova a suo agio giocando in due o più posizioni, e il coach non ha riserva alcuna a schierarlo in nessun di quei ruoli. Ma non è un’abilità comune a tutti i giocatori. Infatti Paul Gibson, coach alla Bell High School Baseball in Texas, ha una sua teoria: “A volte incorriamo in un ragazzo che non riusciamo ad individuare subito se è meglio utilizzarlo come esterno, interno o anche ricevitore. In questi casi facciamo lavorare il giocatore in tutte e tre posizioni durante la fase di sviluppo dei fondamentali e cerchiamo di capire dove si adatta meglio.”
E’ pur vero che in questi casi, i giocatori versatili (più comunemente chiamati ‘utility, ndr)rappresentano più una eccezione che la regola. Gibson aggiunge: “In linea di massima credo che la versatilità sia una cosa buona, ma ho anche potuto constatare attraverso gli anni che a volte può anche limitare lo sviluppo delle abilità di un giocatore in un determinato ruolo.”
Una delle situazioni più evidenti in cui un giocatore riesce a dimostrare la sua versatilità è quando ricopre il ruolo di lanciatore oltre a ricoprire un qualsiasi altro ruolo, condizione che porta ad un vero dilemma. Il coach deve trovare il tempo necessario per far praticare il bullpen, e contemporaneamente trovare il tempo per far lavorare nella posizione alternativa, una formula non sempre facile da attuare. E’ una questione di cui bisogna essere ben consapevoli, quanto tempo e dove allenarsi di più.
La circostanza più difficile da risolvere si verifica poi quando la combinazione di ruoli è tra lanciatore e ricevitore.
Indipendentemente dalla flessibilità del giocatore, esiste un fattore che sarà fondamentale nel determinare se l’utility troverà posto in campo: Quanto riesce a rendere in battuta? Se il giocatore è un buon battitore, il coach troverà sempre il modo di inserirlo nel lineup. Se poi è anche flessibile, tanto di guadagnato.
Nella sua carriera, Gibson ha avuto modo di avere a disposizione diversi giocatori versatili, ma ci sono alcuni aspetti in particolare da tener presente quando si tratta di ricoprire diverse posizioni. I giocatori più atletici, generalmente l’interbase, probabilmente sarà in grado di giocare anche all’esterno centro, ma raramente si verifica il contrario.
Il concetto ci porta alla semplice conclusione che è più facile per un interno adattarsi a giocare all’esterno che viceversa.
Ma Gibson ha potuto anche rilevare che a volte, quando si tratta di reclutare giocatori per il college o anche per il baseball professionistico, la flessibilità può rappresentare un impedimento. Infatti coach e scout, quando si tratta di visionare un giocatore, vogliono conoscere la sua posizione. Non capita spesso che si va alla ricerca di giocatori versatili. Generalmente le scelte primarie sono rivolte al ruolo di interbase, ricevitore o lanciatore.
Frankie Russo
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adriano varalda (mercoledì, 15 giugno 2016 12:12)
Almeno fino ai cadetti vorrei una squadra di utility !! Vorrebbe dire che durante le settimane, i mesi, gli anni ho saputo pianificare e programmare tutti gli allenamenti ponendo attenzione al corretto sviluppo delle capacità motorie (condizionali e coordinative) e soprattutto ad un cambio di mentalità. Invece sui nostri campi si vedono solo giovani che possono ricoprire due ruoli, addirittura a volte uno solo, e non sanno battere da entrambi i lati e che magari sono "forti" fino alle giovanili e poi spariscono perché non hanno margini di miglioramento.