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Spesso i primi coach sono dei volontari. Lo scenario tipico si verifica quando i genitori iscrivono il proprio figlio ad un’organizzazione sportiva, e gli viene chiesto se vogliono collaborare come coach. Spesso il genitore si ritiene più adatto ad essere un assistente, ma succede pure che viene investito come capo. Sovente i principianti trovano questo ruolo più impegnativo del previsto, quindi è opportuno che seguano alcune regole che potrebbero tornare utili per facilitare il loro lavoro e aiutare i giovani atleti.
- Comunicate a vostro figlio che state pensando di fare il coach. Spiegate che è una cosa che vi piace e chiedete la loro impressione. Probabilmente la sua opinione non cambierà la vostra scelta, ma è bene conoscere il loro parere riguardo l’attività che state per intraprendere.
- Fate presente i vostri obiettivi. I coach dei principianti potrebbero anche avere l’obiettivo di rimanere per una stagione e fare in modo che i ragazzi tornino l’anno successivo.
- Condividete i vostri obiettivi con i giocatori e con i genitori sin dall’inizio. Avere una riunione prima dell’inizio del campionato sarebbe l’ideale. Se questo non è stato possibile, riunite i genitori un giorno dopo l’allenamento per fare la loro conoscenza. Sono sufficienti poche parole. “Il mio primo obiettivo è di far divertire i vostri ragazzi in modo che possano tornare l’anno prossimo. E spero anche di potergli insegnare qualcosa”. Naturalmente avrete in serbo anche obiettivi più ambiti, anche quelli vanno condivisi.
- Chiedete se ci sono genitori disposti a collaborare, è di grande aiuto avere qualcuno che può lanciare durante l’allenamento o durante le partite amichevoli. Se li rendete partecipi, sicuramente potranno essere di aiuto. Coinvolgerli significa inoltre che potranno aiutare i propri figli anche fuori dal campo.
- Salutate ogni giocatore quando arriva al campo. Quando i ragazzi vedono il coach gentile e sorridente, si sentono i benvenuti e sono a loro agio.
- Pianificate un allenamento che li tiene impegnati. Quando i ragazzi sono in movimento e attivi, è più facile che stiano concentrati. Evitate di mettere i più piccoli schierati in fila. Cercate di avere tutto il materiale a portata di mano in modo da non perdere tempo. Inventate e cercate giochi che offrano ripetizioni di ciò che saranno poi gli esercizi futuri.
- Ponetevi di fronte al sole, abbassatevi in ginocchio e siate brevi. E’ buona abitudine che siate voi a porvi di fronte al sole per evitare che i ragazzi si distraggano. Quando parlate con i ragazzi mettevi al loro livello, almeno fisicamente; inginocchiandovi in modo che possiate - letteralmente e figurativamente - guardarli negli occhi. Siate brevi; per non più di 60 secondi riuscirete a richiamare la loro attenzione. Con i più piccoli 6 conversazioni da 60 secondi sono più utili di 2 conversazioni da 5 minuti!
- Scegliete 1 o 2 settori per l’allenamento; probabilmente non avrete più di un’ora. Sceglietene uno, al massimo due da introdurre e ripetere per diverse volte. Comunicate all’inizio dell’allenamento su cosa si baserà la giornata: presa, tiro, corsa o battuta e chiedete in continuazione a loro su cosa stanno lavorando. Aiuterà a tenere alta la concentrazione. Complimentatevi con loro quando eseguono nel modo giusto.
- Invitate i genitori a fare tifo in modo gioioso e divertente. I bambini si divertono a vedere i loro genitori che si divertono. Sinceratevi anche che vi seguano con interesse.
- Concludete l’allenamento o la partita in modo positivo. Riunite tutti i giocatori e i loro genitori. Chiedete ai ragazzi se hanno visto un compagno eseguire un esercizio o una giocata particolarmente bene; i bambini sono molto attenti a queste cose. Chiedete anche ai genitori se hanno visto qualcosa che li ha colpiti positivamente. La conversazione li renderà più partecipi.
- Tenete sempre presente che non sarà facile. Molti genitori saranno sorpresi constatando quanto sia difficile. S’inizia con tanto entusiasmo, ma non si sa come il corso si svilupperà. Non sarete da soli, chiedete la collaborazione di chi lo ha fatto prima di voi e condividete i vostri pensieri. Potrebbe essere di grande aiuto.
Non resta che ringraziare tutti coloro che si offrono di intrattenere i giovani. Senza il loro contributo i ragazzi non avrebbero l’opportunità di giocare. Quando si è direttamente coinvolti, è difficile comprendere quanto velocemente passa il tempo quindi è il caso che questo tempo venga sfruttato al massimo e sapere che sarà un periodo che i ragazzi non dimenticheranno mai più.
Concludiamo con i consigli di Dan Spring che fu selezionato dai Detroit Tigers nel 2003 e che ha speso gli ultimi 10 anni come istruttore di baseball giovanile.
Attualmente gestisce lo Spring Training Baseball Academy in Palos Verdes, California.
Quanto segue sono 10 consigli che lui suggerisce ai giovani coach.
- I tuoi giocatori sono ragazzi in fase di apprendimento.
- Utilizzate gli errori come opportunità per insegnare, non per punire.
- Rimproverare un giocatore è il modo migliore perché egli non si diverta.
- Gridare a un giocatore è il modo peggiore d’insegnamento.
- Vincere con rispetto.
- Perdere con classe.
- L’arbitro è umano e sicuramente commetterà degli errori.
- L’attitudine dei ragazzi rispecchierà la vostra personalità.
- DIVERTITEVI!
- Quando nel 2006 Jim Leyland fu assunto come manager dei Detroit Tigers, scrisse a tutti i giocatori una lettera che comprendeva questa frase: “Pretendo molto dai miei giocatori, ma nello stesso tempo voglio che siano rilassati e che si divertano. Non è una questione di vita o di morte, ma semplicemente una dura competizione.”
Frankie Russo
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