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Una lezione di vita
Adattamento, Carattere, Competitività, Compostezza, Coraggio, Correzione, Decisione, Determinazione, Dignità, Disciplina, Etica, Fiducia, Gestione del tempo, Integrità, Lavoro di squadra, Leadership, Lealtà, Obbedienza, Obiettivo, Onore, Passione, Pazienza, Resistenza (mentale & fisica), Responsabilità, Risolutezza, Self control, Sportività, Umiltà, Umorismo. Queste sono tutte parole e frasi imponenti, ma quale genitore non vorrebbe avere un figlio con tutte queste caratteristiche?
La maggior parte delle attività sportive intrinsecamente insegna tali caratteristiche come il lavoro di squadra e la determinazione, ma il baseball è unico in quanto può spesso riflettere la vita stessa. La particolare lunghezza del campionato di baseball e il semplice fatto che il fallimento è parte integrante del gioco, offre ai tecnici e ai genitori l’opportunità per insegnare molte altre virtù e importanti aspetti della vita.
Molti psicologi e pediatri ci dicono che i genitori dovrebbero iniziare a insegnare queste virtù sin dai primi giorni di vita, e per questo riteniamo che sia una responsabilità prioritaria dei genitori e non dei giovani allenatori. Ad ogni modo gli allenatori dovrebbero sempre trovare il modo di insegnare, non solo le tecniche del baseball, ma il modo di affrontare la vita.
Abbiamo potuto rilevare che molti allenatori spendono troppo tempo nell’insegnare il modo di vivere e non abbastanza per insegnare il baseball. Altri invece enfatizzano troppo sulla vittoria senza insegnare null’altro. Il nostro parere è che il baseball giovanile dovrebbe operare come le minor league dove è importante si la vittoria, ma essa è secondaria rispetto allo sviluppo del giocatore e del suo carattere.
Noi riteniamo che un allenatore dovrebbe spendere il 90% del tempo insegnando centinaia di esercizi di baseball prima, durante e dopo tutti gli allenamenti e le gare per tutta la durata della stagione. Molti degli aspetti rapportati alla vita quotidiana si apprendono durante la partita stessa, da qui il detto popolare “Baseball è vita”.
Molte di queste caratteristiche sono apprese dal comportamento del coach. Fran Tarkenton sostiene che la “Leadership deve essere dimostrata, non enunciata”.
A noi di Baseball Excellence non interessano i pettegolezzi e le molte spavalderie che troppo spesso si vedono anche negli sport professionisti. Noi riteniamo che i giovani debbano imparare a vincere e perdere con classe e dignità. Queste virtù saranno loro di grande supporto sia durante la loro carriera che quando avranno smesso.
Un giovane coach dovrebbe ricordare a sé stesso prima di tutto quali sono i tre principali motivi per cui un genitore iscrive suo figlio ad uno sport:
- Per farlo divertire
- Per imparare a giocare
- Per imparare una lezione di vita associata al gioco.
Un allenatore dovrebbe essere sempre consapevole delle opportunità di insegnare ai giovani giocatori le lezioni di vita. Di seguito sono riportati alcuni esempi di comportamento del giocatore e le opportunità di dottrina che sono abbastanza comuni nel corso di una stagione.
Finisci bene.
L’avete mai detta o sentita questa? Ovviamente stiamo parlando di batting practice e un certo giocatore ha appena battuto male l’ultimo lancio. Quindi il coach gli grida “Finisci bene” e gli offre un’altra opportunità.
Riteniamo che un coach dovrebbe far fare ad ogni giocatore lo stesso numero di sventolate, e qualsiasi lancio strike non girato debba essere conteggiato come uno swing. Per essere efficaci battitori, i giocatori devono imparare ad essere aggressivi. Devono costruirsi anche una forza interna. Questa semplice routine, se fatta nel modo corretto, migliorerà le capacità in battuta e nello stesso tempo sarà una lezione. Non capita sempre di avere una seconda possibilità nella vita. Insegnate ai vostri ragazzi di trarre vantaggio da ogni opportunità che gli capita.
Niente scuse.
“Coach, il monte non va bene”. Come dovrebbe un coach interpretare una tale frase? Questa è semplicemente una scusa per giustificare una cattiva prestazione. Il lanciatore avversario sta lanciando dallo stesso monte, non inventare scuse.
Non permettete ai vostri giocatori di inventare futili scuse. Il coach non deve mai credere a queste giustificazioni. Volendo di questi pretesti se ne possono trovare a centinaia, fanno parte della natura dell’uomo e forse sono in crescita perché a scuola non si aiuta più i genitori a insegnare lezioni di vita. Quindi, il coach ne deve prestare particolare attenzione.
Essere competitivi. Un altro aspetto importante su cui i coach devono lavorare è insegnare la mentalità di essere competitivi. Ciò che vogliamo come coach è che i giocatori siano competitivi in ogni gara per l’intera durata del campionato. Concedete ai vostri giocatori di sbagliare, non rimproverateli ad ogni errore sia esso uno strike out, un errore di presa o errore mentale. Se saprete utilizzare questi fallimenti per insegnare invece di imbarazzare i vostri giocatori, allora sarete sulla strada giusta per costruire una squadra forte mentalmente. Una qualità che li accompagnerà per tutta la vita.
Impegno.
Pretendete sempre dai vostri giocatori il massimo impegno, durante le gare, durante gli allenamenti e nella puntualità. È troppo facile inventarsi una scusa per non andare o arrivare in ritardo agli allenamenti.
Umorismo.
Utilizzate anche l’umorismo per l’insegnamento. Non c’è nulla peggio di un giovane coach che è troppo serio. Affrontate le gare con molta serietà, ma non siate troppo seri voi stessi.
Pazienza.
La pazienza è una delle doti più importanti per la vita quotidiana. Il solo fatto di far parte di una squadra di baseball aiuterà a sviluppare la pazienza: ritardi per il maltempo, crisi in battuta, extra inning, sonore sconfitte e periodi di inattività per gare non disputate sono tutte parti integranti del gioco del baseball. In questo mondo dove tutto è diventato veloce e della cultura del “Voglio tutto e subito”, il baseball può essere di grande supporto.
I coach devono essere pazienti nell’insegnare ai loro ragazzi, da questo dipende il loro sviluppo. Il successo immediato non esiste nel baseball. Le sue tecniche non si apprendono naturalmente, ma devono essere insegnate e solidificate. Lo sbruffone non si comporterà in questo modo, egli vorrà il risultato immediato e non presterà attenzione ai piccoli miglioramenti. Un bravo coach saprà sempre notare la differenza.
Determinazione. Consideriamo di lavorare con un giocatore che a metà campionato non riesce ancora a battere con sufficienza. Ha il terribile difetto di tenere il gomito anteriore troppo alto quando inizia lo swing. Questo fa si che è in ritardo su quasi tutti i lanci e ha come conseguenza che la testa della mazza si trova sotto il livello delle mani. Questo giocatore batte così da anni e nessuno lo ha mai corretto. Nonostante adesso gli sia stato mostrato il modo giusto di sventolare e abbia eseguito i giusti esercizi per correggersi, non è riuscito ancora a produrre in gara. Ma non dimenticate mai: Un coach non può costruire un giocatore, ma può dargli solo le giuste informazioni. Ed è allora che si può valutare la determinazione di questo giocatore e quanto sia decisiva la sua attitudine. Se nonostante ciò non avrà successo, è da mettere in dubbio il suo desiderio e determinazione di migliorare e difficilmente s’impegnerà di più durante la offseason per migliorare. Ma potrebbe anche dipendere dal fatto che è il genitore che chiede troppo dal proprio figliolo.
Carattere, Classe, Compostezza, Risolutezza. La piccola casetta lontana da casa, il dugout, è un ottimo luogo per insegnare lezioni di vita.
Che tipo di dugout gestite?
- Dopo uno strike out, il vostro giocatore torna nel dugout sbattendo mazza e caschetto? Si lamenta della chiamata arbitrale?
- La tua squadra grida e deride l’avversario che commette un errore?
- La tua squadra festeggia molto allegramente per una vittoria per 12-11 dopo una gara disputata in maniera poca dignitosa?
- La tua squadra usa canti intenti a distrarre e offendere l’avversario?
- Vi è un eccesso di mormorii e mancanza di concentrazione durante la gara?
- La tua squadra contesta costantemente le chiamate arbitrali?
Non sarebbe meglio se
- Per aiutare lo sviluppo dei ragazzi non bisognerebbe permettere loro di buttare l’equipaggiamento per nessun motivo. Insegnate loro che devono assumersi le responsabilità delle proprie azioni.
- “Tu giochi, e lui è l’arbitro”. Punto e basta. Non sono ammesse contestazioni arbitrali in questo dugout, e noi per primi dobbiamo dare l’esempio.
- Insegnate dal dugout. Si verificheranno tante opportunità durante la partita. Utilizzate ogni azione per insegnare e il dugout diventerà un luogo molto più ordinato. Il trucco consiste nel porre delle domande ai vostri giocatori e questo vi aiuterà ad avere il pieno controllo della situazione.
- Insegnate il corretto comportamentale. Non solo lo dovete insegnare, ma lo dovete pretendere, e lo dovete anche trasmettere all’altra squadra. S’impara molto di più in questo modo. Mi è capitato di giocare contro una squadra molto organizzata, un gruppo di ragazzi veramente educati e sapevano giocare nel modo giusto. Non una parola fu rivolta nei nostri confronti, erano concentrati sulla partita, nonostante conducessero per molti punti. Non rubarono, non tentarono di eseguire una smorzata o un batti e corri. Quello che colpì fu un’azione in cui un loro corridore tentò di raggiungere la terza dalla prima su una valida, ma il tiro del nostro difensore fu preciso e arrivò con il corridore distante ancora tre metri. Non tentò di scivolare, sapeva che sarebbe stato eliminato e si arrese senza cercare il contatto evitando che qualcuno si facesse male in una giocata che non avrebbe cambiato l’andamento della gara. Questa è classe e frutto di buon insegnamento da parte del coach. Ogni gara è importante e ha un significato, non è solo una questione di vincere o perdere. Tra un lancio e l’altro, che sia uno strike o un ball, vi sono nascoste lezioni di vita che vanno insegnate e imparate. Ma dovete prestare sempre la massimo attenzione per poterle scoprirle.
Frankie Russo
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