All’ASMI (American Sports Medicine Insitute), ortopedici, terapisti e biomeccanici lavorano insieme per studiare come prevenire infortuni ai lanciatori. L’ASMI è una delle poche istituzioni che eseguono ricerche sui giovani giocatori e lanciatori. Oltre a riparare molti infortuni alla spalla e al gomito, l’associazione dedica altresì molto tempo alla ricerca per evitare tali infortuni. E questo vuol dire molto circa l’uomo a capo dell’istituto, Dr. James Andrews. Egli potrebbe semplicemente limitarsi agli interventi chirurgici, ma a lui interessa altro. In molti anni di esperienza, e con tanta amarezza, troppo spesso Andrews ha dovuto guardare negli occhi molti giovani e comunicare loro che la carriera da lanciatore era finita. Ed è anche convinto che molti di quegli interventi potevano essere evitati.
Di seguito elencheremo le motivazioni che spesso causano questi infortuni
- Genitori presuntuosi. Molti di essi già vedono il figlio come il prossimo super star. Il Dr. Andrews ricorda lo scandaloso episodio di una coppia di genitori che si recarono da lui per un consiglio. Volevano sapere se poteva suggerire loro un buon agente per il figlio di SEI anni che giocava a tennis! Altri genitori si sono recati da lui chiedendo per un intervento, anche se il figlio non ne aveva bisogno, per il solo fatto di aver sentito che a volte il braccio ritorna più forte di prima. Ciò che non sapevano però, è che seppure vero che ciò si può verificare, questo è solo perché il giocatore è ancora molto giovane, perché è nella fase centrale del suo sviluppo, e anche per l'intensa terapia e allenamento che fanno dopo l’intervento. Ed è questo la vera ragione del miglioramento, non l’intervento di per sé. Altri genitori credono che la chirurgia sia un fallimento medico. La medicina non è arrivata abbastanza lontano da correggere certe malattie senza procedure invasive. E’ comprensibile che i genitori siano fieri e si lascino andare a qualche forma di soddisfazione personale quando il figlio fa bene nello sport. Ma non dovremmo mai permettere che l’orgoglio interferisca con il suo sviluppo al punto da compromettere la sua salute.
- Sovraccarico di lavoro. I fatti ci indicano che la quasi totalità degli interventi all’ASMI sono eseguiti sui giovani che giocano tutto l’anno, spesso coloro che vivono nelle zone con clima più mite. In questo caso i giovani sono sottoposti ad eccessivi carichi di lavoro in età troppo precoce e spesso si atteggiano da giocatori delle majors in miniatura. Ma non lo sono. Essi sono giovani in fase di crescita dove tendini e legamenti ancora non sono completamente sviluppati e rafforzati a sufficienza per sopportare tali ritmi.
- Mettersi in mostra. Strano ma vero. Una volta terminata la stagione, il giovane si concede una pausa e magari si dedica a qualche altro sport. Poi inizia il periodo della preparazione invernale, il giovane effettua un leggero riscaldamento e POW, ecco apparire scout e coach con il radar. Il Dr. Andrews sostiene che i radar andrebbero completamente banditi quando si tratta di baseball giovanile poiché dannosi essendo uno sprono per il giovane a fare di tutto per mettersi in mostra e impressionare gli osservatori con i suoi numeri. Il baseball richiede uno sviluppo costante, non si può lasciare e riprendere a piacimento. E’ necessario un riscaldamento appropriato e una fase di rafforzamento per cui sono richieste settimane di lavoro, non pochi giorni.
- Disinformati e EROT coach (End Results Oriented Thinking [Pensiero Orientato ai Risultati Finali] ed è una definizione che si trova molto spesso nei manuali americani d’insegnamento del baseball giovanile, ndt).
Con queste parole si vuole identificare il coach che antepone il proprio ego e la propria gloria alla salute dei suoi giocatori. Questi tipi di coach sono anche facilmente individuabili, basta osservare ed ascoltare.
- Parla spesso di statistiche?
- Rimprovera ad alta voce i giocatori a seguito di un errore?
- Rimprovera i giocatori che vanno kappa sventolando?
- Fa salire sul monte il lanciatore con solo uno o due giorni di riposo nel corso di un torneo importante?
- Come organizza l’allenamento? Sono molti i giocatori a far nulla mentre uno fa il BP?
- Fa salire sul monte un giocatore di posizione senza fargli fare bullpen?
- Per queste persone vincere è l’obiettivo primario rispetto allo sviluppo dei giocatori. E’ opportuno stare lontano da questo tipo di coach.
- Breaking pitches. Molto si è già detto relativamente al pericolo di questi tipi di lanci. La curva non va insegnata prima dei 14 anni, lo slider non prima dei 18 e questo rappresenta una grossa sfida per i lanciatori. Essi sono spesso carichi di troppa responsabilità per eliminare il battitore e il giovane coach anticipa i tempi per insegnare la curva. Ironia della sorte il risultato ottenuto sara' che mentre nell’immediato il giovane lanciatore avrà successo eliminando i battitori, nello stesso tempo ritarderà lo sviluppo della sua fastball, che in definitiva a quell’età dovrebbe rappresentare la sua arma migliore.
- Doppio tesseramento. Per un ragazzo della Little League che magari gioca con due squadre diverse, lanciare tre volte la settimana non consente sufficiente riposo. E’ semplicemente troppo e conseguentemente questo porterà a seri infortuni. Va tenuto presente il conteggio dei lanci e la tabella dei giorni di riposo. Questo è uno dei motivi per cui si compromette la carriera di una giovane promessa.
- L’infortunio si mostrerà nel tempo. Quante volte avete visto un coach permettere ai suoi giovani giocatori di lanciare curve senza badare al conteggio dei lanci? Poi magari si vanta che nessuno si è infortunato sotto la sua guida ignorando che gli infortuni alla spalla e al gomito non si verificano nell’immediato, ma si manifesteranno all’età del liceo o anche più tardi. Molti infortuni sono causati dallo stress eccessivo a cui sono sottoposte le giunture. L’uscita della spalla è la conseguenza dell’eccessivo stress accumulato negli anni. E’ come il vecchio detto: "Tanti piccoli pesi fecero crollare l’asino". E’ consigliabile che i genitori, senza troppa invadenza, tengano sotto controllo il conteggio dei lanci e il rispetto dei giorni di riposo.
- La meccanica. Questo è un altro fattore che può diventare pericoloso. Per quanto un genitore possa interessarsi alla meccanica di lancio, essa rappresenterà sempre un dilemma.
Libri e internet hanno inondato l’ambiente di informazioni e ormai tutti credono di essere in grado di essere un istruttore del lancio. Comunque è bene che i genitori, seppure non avendo sufficiente esperienza e conoscenza per insegnare, tengano in considerazione alcuni elementi quali:
- Da quanto tempo e con quanti giocatori ha lavorato l’istruttore?
- L’insegnamento segue la biomeccanica? I movimenti del corpo sono in sintonia con le leggi fisiche? Con questo non si pretende che tutti diventino studiosi della fisica ma almeno avere un’idea se ciò che viene insegnato abbia senso.
- Non è fuori luogo che un genitore segua le sessioni di lancio, e questo un istruttore non lo può vietare. Si può apprendere in contemporanea con il proprio figlio.
- Fate domande e riflettete sulle risposte.
- Sincerarsi che l’istruttore abbia a cuore prima la salute del ragazzo. Se viene insegnata la curva troppo presto è il caso di intervenire con determinazione.
- La velocità. Sono i ragazzi che tirano più forte coloro che sono a maggior rischio infortuni, essi devono essere tenuti sotto stretta osservazione. Conteggio lanci, giorni di riposo, inning lanciati e risultati devono essere attentamente monitorati. Il braccio dei ragazzi è esposto ad incredibile stress quando la velocità va oltre la media. Sfortunatamente, sono questi i ragazzi che vengono sovraccaricati di lavoro proprio perché è la velocità che li rende dominanti. Ironia della sorte, questo è purtroppo vero. Ma deve essere ben chiara la differenza tra tirare e lanciare, che invece è molto stressante. Spesso non si dedica sufficiente tempo agli esercizi di tiro che invece dovrebbe seguire un programma ben preciso.
Un adeguato programma di tiro e di bullpen, maggiore attenzione al numero di lanci e di breaking balls, la corretta meccanica e un conveniente riposo tra una gara e l’altra. Questi sono i principali fattori che permetteranno al giovane lanciatore di stare lontano dagli infortuni.
N.d.t.Per chi l’avesse mancato, potrebbe interessare anche l’articolo “ Il ruolo del Pitching Coach” pubblicato su queste pagine lo scorso 3 luglio.
Frankie Russo
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Roberto (mercoledì, 17 gennaio 2018 04:30)
Posso confermare molto di ciò che è chiaramente descritto nell'articolo per esperienza e conoscenza studiata su libri di meccanica fisica e, soprattutto praticata agonisticamente sino all'età di 52 anni. La fobia del radar ha creato dei coach "FOLLI". Complimenti per l'articolo. #RobyCaba28