Il baseball giovanile diventa sempre più impegnativo specie durante l’estate quando si organizzano i tornei interregionali. Le squadre non sono formate da giocatori che hanno giocato insieme durante il campionato, ma si va alla ricerca di talenti di altre squadre delle zone limitrofe, e in sostanza non è un male. Il modo di giocare e di insegnare non cambia, ma è indubbio che più alto è il livello, meglio si gioca. E affinché queste squadre possano competere al meglio è necessario, come sempre, avere dei buoni istruttori che in poco tempo devono assemblare una squadra formata da giocatori probabilmente mai visti prima. In questo articolo racconteremo l’esperienza di un tecnico che lavora per Baseball Excellence (che chiameremo Ray) il quale fu investito del compito di organizzare il try out per formare la squadra, ma non avrebbe interferito per quanto concerne le selezioni.
Ray, dopo aver verificato il buon stato del campo e la qualità del materiale messo a disposizione, fece presente che il try out sarebbe stato simile a quello svolto nelle majors con solo poche varianti. Il try out ebbe luogo una domenica pomeriggio e ad ogni giocatore fu attaccato un numero sul retro della casacca. I ragazzi erano circa 30.
Prima di tutto Ray riunì i giocatori davanti al dugout e illustrò loro come si sarebbe svolto il try out, che sarebbe stato simile a quello delle majors e che avrebbero dovuto sempre correre ed impegnarsi al 100%. Comunicò che si sarebbero presi i tempi di corsa sui 36 metri, avrebbero raccolto 4 rotolanti, avrebbero tirato in terza dall’esterno destro, tirato a casa dall’esterno centro e poi finalmente avrebbero battuto. Ray aveva l’incarico di condurre il try out, i coach dovevano valutare i giocatori.
S’iniziò con la corsa, seguita dallo stretching e short/long toss mentre i coach osservavano la meccanica di tiro e l’atletismo.
Poi si procedette alla misurazione della velocità sui 36 metri con partenza da una delle linee di foul (nelle rmajors si corre sui 55 metri, ma nella LL le dimensioni sono, in rapporto, di circa i 2/3). I coach si posizionarono all’arrivo mentre i ragazzi si posizionarono sulla linea di foul. I giocatori correvano a coppie, non solo per risparmiare tempo ma anche per creare la competizione. Ray si posizionò a circa metà percorso e, considerato che la luce viaggia più veloce del suono, il segnale di partenza era dato dal tocco del cappello. Intanto i coach all’arrivo annotavano i tempi.
Successivamente i giocatori si allinearono sull’erba dietro la posizione dell’interbase. Il giocatore con il numero uno assunse la posizione di interbase, 6 passi verso sinistra poco davanti all’erba (troppo spesso si vede l’interbase giocare fuori posizione). E’ consigliabile valutare gli interni sempre dalla posizione dell’interbase perché si ha una migliore stima della forza del braccio e capacità atletiche.
Furono battute 4 rotolanti ciascuno; il primo diretta al giocatore, la seconda alla sua sinistra, la terza alla sua destra con presa backhand e la quarta una rotolante lenta. Ogni presa era seguita da un tiro in prima dove si alternavano i primi base.
Le battute erano facili in quanto bisognava valutare la tecnica e le abilità. Inoltre non si voleva vedere i ragazzi timorosi di raccogliere palle battute troppo forti. Si proseguì battendo 4 rotolanti profonde ai prima base in modo da effettuare un lungo tiro in terza. Nell’eseguire questi esercizi è fondamentale che il fungatore sia bravo in modo che la palla faccia almeno due rimbalzi prima di raggiungere il giocatore.
Dopo che tutti i giocatori avevano raccolto quattro rotolanti, tutti si posizionarono all’esterno destro. Due rimbalzati ciascuno e i tiri dovevano essere indirizzati in terza. Mentre un coach si posizionava come giocatore di taglio senza però mai intervenire, gli altri valutavano la presa, la forza del braccio e la precisione del tiro. Successivamente tutti i giocatori si posizionarono all’esterno centro. Ad essi furono fungate due palle, una a terra e una al volo e il tiro doveva essere indirizzato a casa base. Ancora una volta veniva valutato la precisione e forza del braccio. Complessivamente si prestava particolare attenzione all’atletismo di ognuno, come si muovevano, come reagivano sulle palle battute, come correvano, la meccanica di tiro e il comportamento in generale.
In ultimo furono schierati tutti in campo mentre tre erano fuori per battere. Ai giocatori fu detto di girare su tutti lanci a meno che il lancio non fosse sotto le ginocchia o sopra le mani. Chi tira il BP deve essere molto preciso e la velocità deve aggirarsi intorno alle 50 mph o più secondo l’età.
Ogni giocatore aveva a disposizione 5 sventolate. Se il lancio non era strike e il battitore non girava aveva diritto a un altro lancio. Un giro a vuoto era considerato una sventolata e non aveva diritto ad un altro lancio. Solo un giocatore non riuscì a toccare la palla e non gli furono concesse altre opportunità.
Finire con un “buon giro” non ha senso. Nella vita quotidiana non si hanno seconde opportunità e i ragazzi vanno istruiti a capire che la vita non offrirà molti tentativi per riparare. Inoltre, concedendo a tutti lo stesso numero di possibilità li aiuterà a crescere e avere una maggiore concentrazione. Quindi, furono concessi solo 5 lanci ad ognuno, nessuno ne ebbe di più e il try out fu equo per tutti.
Un altro aspetto importante è che si potrà rimanere meravigliati nel costatare come i ragazzi diventano aggressivi nel box di battuta, alcuni furono semplicemente impressionanti. Il solo fatto di avere detto che erano lì per essere valutati per come giravano la mazza e non per prendere lanci portò a dei risultati più che soddisfacenti.
Finito il try out i ragazzi si radunarono davanti al dugout e i coach li ringraziarono per la partecipazione. Coloro che non furono scelti non dovevano sentirsi inferiori, ma dovevano impegnarsi maggiormente per migliorare alcuni aspetti della loro tecnica e che avrebbero avuto altre possibilità.
Infine fu chiesto se qualche giocatore volesse raccogliere ancora qualche rotolante o avere un altro turno in battuta, d’altronde il try out è per loro e pertanto è giusto chiedere se vi sono ragazzi che ne vogliono trarre vantaggio.
Infine vi furono alcuni ragazzi che chiesero di poter lanciare, un leggero riscaldamento e fu sufficiente che ognuno di essi lanciassero cinque fastball. Il tutto durò non più di due ore. Gli esercizi eseguiti furono sufficienti per dare una giusta valutazione di ognuno. La valutazione andava da 1 a 5 essendo 5 il voto massimo e a dire il vero non ce ne furono molti.
Un altro aspetto a cui si prestò particolare attenzione fu il carattere del giocatore. Nessuno vuole in squadra un giocatore che non vuole sottostare alle regole, non importa quanto sia bravo, egli prima o dopo creerà problemi nel gruppo.
L’ultima fase consiste nello sviluppo dei dati raccolti. Fu una giornata meravigliosa con tanti giovani impegnati a incrementare le loro capacità oltre ad essere una piacevole esperienza per i coach coinvolti. E’ un’esperienza che tutti possono creare. Spesso i coach più giovani tentano di fare troppo mentre il modo migliore per valutare il talento è di semplificare e limitarsi agli esercizi di base. A tutti devono essere concesse le stesse opportunità. Lanciare strike dopo strike auspicando che il battitore faccia contatto non è una valutazione, è una speranza. Chiedere a tutti di correre e impartire le istruzioni al momento giusto è un altro segreto per il successo del try out. Sviluppate un programma e portatelo a termine.
Eccezion fatta per la misurazione della velocità sui 36 metri, dare un voto a un giocatore è sempre soggettivo. Basta considerare le 27 squadre che hanno bypassato su Mike Piazza. E’ impossibile conoscere cosa i giocatori hanno dentro di essi ed è anche molto difficile proiettare le loro capacità nel futuro. Importante è essere a posto con la coscienza e se un genitore è deluso, sarà sufficiente raccontare la storia di Mike Piazza. Aiuterà ad avere più speranze per il futuro.
Nella valutazione è primario prestare attenzione alla precisione di tiro che, a questo livello, è più importante della forza del braccio. Palesi difetti di meccanica sono difficili da correggere nel corso di un try out. I giocatori devono sapere prendere la palla e tirare la palla. Ai ragazzi va insegnato come tirare correttamente altrimenti si rischia di tenere fuori giocatori talentuosi ma che non sanno tirare. Per questo tipo di giocatori sarebbe il caso di organizzare degli allenamenti specifici per correggerli.
Importante è scegliere i migliori atleti, anche se alla fine è tutto soggettivo.
Frankie Russo
Scrivi commento