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Giovani lanciatori attenti al braccio

di Paolo Castagnini

I campionati giovanili sono al via e da quest'anno c'è una nuova regola per la salvaguardia dei lanciatori. Fino a qualche anno fa la limitazione era solo per gli inning lanciati. Successivamente dopo anni di dibattiti e intenzioni la Federazione ha introdotto il conteggio, limitando non solo gli inning, ma anche il numero di lanci. In realtà il vero controllo e la vera limitazione per salvaguardare il braccio è il conteggio dei lanci. La limitazione degli inning porta ad un altro obiettivo che è quello di incentivare i tecnici a costruire più lanciatori. Da quest'anno anche in questo caso dopo anni di dibattiti e di annunci, è stato inserito il divieto per un lanciatore sostituito di passare nella stessa partita al ruolo di ricevitore e viceversa. Ma vediamo da dove nasce questa nuova limitazione che tanto fa discutere e che a molti non piace.

Parto dal concetto che il vero controllo della limitazione dei lanci è il coach. Un bravo allenatore è in grado di sapere quando è il momento di togliere un lanciatore dalla pedana di lancio. Purtroppo l'esperienza di tanti anni ha convinto le migliori Leghe giovanili nel mondo, così come la Federazione Italiana, a stabilire dei limiti e dei riposi oltre i quali non si può andare.

 

La salvaguardia del braccio del lanciatore è diventata il centro di attenzione di moltissimi addetti ai lavori, ma soprattutto di persone che hanno il compito di curare e spesso purtroppo di ricucire i danni fatti sui campi. Pertanto proprio da queste persone attraverso ricerche che possiamo definire "scientifiche" vengono definite le linee guida per evitare che a 18 anni un ragazzo promettente debba abbandonare questo sport o affrontare un intervento chirurgico e il successivo difficile recupero.

 

Tutto ciò che leggerete qui di seguito non è altro che il risultato di statistiche e analisi degli infortuni nel mondo Americano. Qualcuno potrà obiettare che il nostro è un mondo molto lontano da quello, che la quantità di impegno è decisamente diversa dalla nostra. Ma siamo veramente sicuri di questo? Qualche tecnico o qualche genitore ha provato a contare oltre i lanci a partita anche i lanci in una stagione? I mesi di impegno? quanti inning e quante partite sono state fatte? Quanti inning sono stati ricevuti dopo aver lanciato una parte di partita?

 

Qualcuno pensa che i danni si vedono subito. Questo è un grave errore di valutazione. Siete proprio certi che un male al braccio a 18 anni non derivi da ciò che si è fatto a 12, 14, 16 anni? Quali sono i ragazzi più soggetti a maggior carico? I più bravi ovvio! Non sono loro che vi fanno vincere sia da lanciatori che da ricevitori durante il campionato, durante i tornei estivi e durante le leghe invernali?  

 

Dopo che avrete letto ciò che è scritto qui sotto armatevi di carta e penna ed iniziate a contare, tutto ciò che c'è da contare e non solo i lanci di una partita.

 

In bocca al lupo per la prossima stagione.

 

 

CAUSE DI INFORTUNI AL BRACCIO E SPALLA

 

Tratto da MLB Pitch Smart Risk Factors - Dott. James Andrews

 

Traduzione di Frankie Russo

 

Lanciare quando affaticati

Prestare sempre attenzione ai segnali di affaticamento durante le gare, durante la stagione e per tutto l’anno. L’American Sports Medicine Institute (ASMI) ha rilevato che i lanciatori adolescenti che hanno subito interventi al gomito o alla spalla nel 36% dei casi avevano lanciato sistematicamente con il braccio affaticato. 

 

Lanciare troppe riprese nel corso dell’anno

L’ASMI ha rilevato che giocatori che hanno lanciato più di 100 riprese in un anno hanno sofferto infortuni 3,5 volte in più rispetto a chi ne ha lanciati meno di 100. Ogni ripresa, sia essa di gara o in ogni altra occasione dovrebbe essere compresa in detta  soglia.

 

Non concedersi una pausa dal baseball 

L’ASMI ha altresì rilevato che lanciatori che hanno gareggiato per più di 8 mesi l’anno sono stati 5 volte più soggetti ad intervento chirurgico. I lanciatori dovrebbero concedersi  almeno 2/3 mesi di riposo ed evitare di lanciare in competizioni per almeno quattro.

 

Lanciare troppi lanci non usufruendo di abbastanza riposo

L’ eccessivo numero di lanci giornaliero, settimanale e annuale rappresenta il più grosso rischio per la salute dei giovani lanciatori. Numerosi studi hanno dimostrato che lanciatori che lanciano di più in gara, e coloro che non si concedono un adeguato riposo, sono maggiormente soggetti a subire intervento chirurgico. Mentre ricerche mediche non hanno individuato un limite di lanci ottimale, molti programmi di lancio sono stati pubblicati per ridurre il rischio di infortuni alla spalla nella Little League, tanto che questi infortuni sono diminuiti di circa il 50% (fonte 2011). La cosa più importante è di fissare dei limiti per un lanciatore e tenerne fede per tutta la stagione.

 

Lanciare in giorni consecutivi

I lanciatori possibilmente dovrebbero evitare di lanciare in giorni consecutivi, indipendentemente dal numero di lanci. Secondo Yang et al., lanciatori che hanno lanciato in giorni consecutivi hanno accusato dolore al braccio 2 volte e mezzo in più rispetto a lanciatori che non hanno lanciato in giorni consecutivi. 

 

Esagerare a tirare quando non si lancia

Un lanciatore non dovrebbe ricoprire il ruolo di ricevitore poiché essa è la seconda posizione da cui si effettuano più tiri e risulta di gran lunga la posizione da cui si tira di più rispetto agli altri position player. L’ASMI ha rilevato che giocatori  che hanno ricevuto mentre non lanciavano erano 2,7 volte più soggetti a infortuni al braccio.

 

Giocare per più squadre contemporaneamente

Atleti che giocano per più di una squadra sono maggiormente soggetti a infortunio poiché resta più difficile monitorare sul conteggio dei lanci e non consente un adeguato riposo. 

 

Lanciare con dolori in altre parti del corpo

E’ necessario prestare molta attenzione dopo un intervento chirurgico. Una slogatura alla caviglia o altro dolore muscolare può impercettibilmente influenzare sulla biomeccanica, cambiando il modo di lanciare e ponendo più stress sul braccio.  

 

Non seguire un’appropriata routine di potenziamento e condizionamento.

Sebbene molto sottovalutato, qualsiasi programma di potenziamento e condizionamento dovrebbe includere esercizi per la spalla e per il gomito. Numerosi studi hanno dimostrato che deficienze nella forza degli arti superiori e mobilità sono strettamente correlate con infortuni al braccio.

 

Non seguire una adeguata preparazione in occasione di try out

Un try out rappresenta una grossa opportunità per giovani giocatori per mostrare le loro capacità a coach delle categorie superiori o agli scout. Ad ogni modo, lanciare durante un try out a stagione terminata può essere particolarmente pericoloso poiché può condizionare il ritorno alla forma  e rende difficile concedersi il giusto riposo nell’offseason. In queste situazioni i lanciatori devono prepararsi come per ogni altra gara tenendo presente il numero di lanci. Inoltre, essi non devono farsi tentare dall’esagerazione di lanciare più forte con l’intento di meglio impressionare.

 

Lanciare curve e slider ad un’età troppo giovane

Mentre le attuali ricerche non hanno ancora dimostrato una connessione tra il lanciare curve ed infortuni, Yang et al. ha rilevato che i giovani lanciatori che tirano curve accusano 1,6 volte in più dolori al braccio mentre lanciano. Lyman et al., invece, ha rilevato che giovani lanciatori che tirano slider sono all’86% più probabili a infortuni al gomito paragonati a coloro che non lo lanciano (fonte 2002).

 

L’uso del radar

Mentre l’uso del radar non può essere messo in diretta correlazione con dolori al braccio di giovani lanciatori, esso può indurre in tentazione di lanciare più forte,  troppo spesso oltre le loro reali possibilità allo scopo di impressionare gli osservatori, e questo può creare maggiore tensione al braccio. Le ricerche hanno confermato una correlazione tra velocità e alto rischio di infortunio.  A tutti i livelli, i lanciatori che hanno successo a lungo termine, in particolar modo i partenti, sono coloro in grado di lanciare con varie velocità ogni tipo di lancio, rendendoli più difficili da colpire oltre che permettere loro di lanciare più a lungo in gara con meno fatica e rischio di infortunio.   

 

 


Dott. James Andrews è un medico nato nel settembre del 1942 (76 anni) Homer, Louisiana, attualmente residente a Mountain Brook, Alabama laureato al Louisiana State University (B.S., M.D.) E' un Chirurgo ortopedico di grande fama. Conosciuto soprattutto per la "Andrews Sports Medicine & Orthopedic Center" Chirurgo specialista per le lesioni al ginocchio, al gomito e alle spalle in particolare uno specialista nella riparazione dei legamenti danneggiati. Lavorando in Alabama, Andrews è diventato uno dei chirurghi ortopedici più conosciuti e popolari ed è intervenuto su molti atleti di alto livello. È anche il medico di squadra per l'Alabama Crimson Tide, Tampa Bay Rays, Auburn University Tigers e Washington Redskins.

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Commenti: 8
  • #1

    Massimo (giovedì, 28 marzo 2019 13:47)

    E tutto giusto ma com'è possibile allora che i ragazzi entranti anni 2006 quindi 12/13anni devono lanciare nei tornei ufficiali e in categoria under 15 e dai 18 metri?

  • #2

    Francisco Brunetti (giovedì, 28 marzo 2019 14:31)

    Massimo
    (giovedì, 28 marzo 2019 13:47)
    E tutto giusto ma com'è possibile allora che i ragazzi entranti anni 2006 quindi 12/13anni devono lanciare nei tornei ufficiali e in categoria under 15 e dai 18 metri?

    YO ESTOY COMPLETAMENTE DE ACUERDO A LA PREGUNTA DE MASSIMO.

    X

  • #3

    Francisco Brunetti (giovedì, 28 marzo 2019 14:35)

    Non mi spiego come possiamo prenderci cura di un lanciatore di 13/14 anni che non ha ancora iniziato il processo di sviluppo del corpo per lanciare da una distanza di 18 metri. Io personalmente e come istruttore di PITCHING ti suggerisco di tornare alle vecchie categorie i(cadetti, allievi, etc ) n cui le distanze di basi e il monte sono gradualmente aumentate.
    Is my personal suggest.!

  • #4

    Pino (giovedì, 28 marzo 2019 15:24)

    Caro Paolo

    Inizio questo mio intervento con una bella frase di Sir Wiston Churchill:

    Senza tradizione, l’arte(popolo) è un gregge di pecore senza pastore. Senza innovazione, è un cadavere.

    Perché questa frase ? Per temperamento sono per l’innovazione, quindi ben venga la decisione d’inserire la regola sulla limitazione del numero dei lanci nelle categorie giovanili.

    Ho praticato il conteggio dei lanci dagli anni 70 sia in partita che durante il bullpen, probabilmente questo mi è derivato dal fascino che mi creava la statististica e dagli esami universitari di statistica su questa materia.

    Con questa mia inclinazione, ho fatto, nel tempo vari esperimenti di gioco, alcuni dei quali sono stati ospitati, negli anni passati, anche sul tuo sito. Certo mi sono preso critiche feroci da parte dei tradizionalisti, ma comunque ancora grazie per la tua disponibilità.

    Un’ altra breve premessa in tutti gli sport di squadra, che io conosco, la seduta di allenamento si articola in una parte dedicata ai “fondamentali” ed una parte dedicata alla partita .

    Nel baseball e softball, per quello che mi consta e sperando di non sbagliare, non si procede in questo modo. Quindi la partita è quasi un fatto quasi “eccezionale” da fare nel fine settimana , 1 o 2 incontri a secondo della serie.

    Secondo la mia opinione cosi non si può crescere, voglio precisare che questo convicimento deriva dal leggere le statistiche delle maggiori nazioni che praticano il baseball. In Europa anche l’ Olanda ci supera.

    Pertanto in uno questi esperimenti ho cercato di coniugare due fattori il numero dei lanci e giocare di più in ogni seduta di allenamento.

    Da 6 anni mi interesso di Softball fastpitch ed introdotto nella stessa seduta di allenamento una parte sui fondamentali ed una parte sulla partita, Quindi facendo un esempio abbastanza diffuso una squadra fa 3 allenamenti tecnci e 3 allenamenti agonistici. A questo si aggiungono o 1 o 2 partite nel fine settimana.

    I problemi che si pongono sono due: ristrutturare la partita, nel caso del softball, 3 inning ed ogni cambio di inning dopo 7 out, quindi totale 21 out.
    Secondo un carico sopportabile per il lanciatore, come un bullpen medio, ma con tanto di avversario, quindi realistico.

    Lanci sul battitore max 3 pertanto una partita di 3 inning con un totale di 21 out lo vede impegnato per una media di 50 lanci. Quindi come dicevo più sopra un bullpen medio.

    So che nuovamente me ne diranno di cotte e di crude: la solita solfa la tradizione (vedere Churchill) la strategia, quale? Forse una volta lanciatore e ricevitore ne creavano una propria a seconda della loro esperienza perché non esistevano i mezzi. Oggi un giocatore di BB e SB deve essere un perfetto esecutore. La strategia la fa lo staff tecnico. Ieri lo faceva con 3 out ed oggi la può fare su sette, anzi ne ha più possibilità.
    Grazie
    Pino







  • #5

    leo marchi (giovedì, 28 marzo 2019 17:41)

    Mi è capitato più volte, e a Paolo l'ho già raccontato, di vedere lanciare (non da partente) al sabato in una categoria giovanile e la domenica in una categoria seniores.
    Chi deve controllare che questo non avvenga?

  • #6

    francoludovisi@libero.it (venerdì, 29 marzo 2019 21:41)

    Una sola persona:
    L'ALLENATORE DEL LANCIATORE IN QUESTIONE!!!!!!!
    Se ti tieni questo allenatore allora ti faccio tanti AUGURI, Anzi gli auguri li faccio al LANCIATORE.

  • #7

    leo marchi (sabato, 30 marzo 2019 08:18)

    Il colpevole è stato proprio l'allenatore del giocatore che ha fatto lanciare un inning con i cadetti e poi 4 con la serie C

  • #8

    Elio Dal Pozzo (martedì, 02 aprile 2019 18:11)

    Ciao Paolo
    Questo il mio pensiero.

    Nella categoria di entrata (U12) a livello giovanile, il disposto del punto 5, sembra essere troppo limitativo per lo sviluppo dell’atleta e per il suo percorso formativo.

    Considerando che, come previsto dalle CCA l’obbligo del numero di partite da organizzare è minimo di 12, ci troveremo nelle condizioni che, alcuni atleti, i quali hanno sia le capacità di lanciare e ricevere, lo debbano fare ogni 15 giorni, visto che solitamente si gioca una partita alla settimana, con conseguenza di lanciare o ricevere in totale 18 inning massimo per ogni stagione.

    Il rovescio della medaglia, potrebbe essere un “sovra utilizzo” del braccio degli atleti, che ha portato all’inserimento della regola di cui al punto 5.

    Paolo ha portato a conforto di questa tesi lo studio americano riportato di seguito :
    __________________________________________________________________________________
    Punto 2 nell'Pitch Smart della MLB http://m.mlb.com/pitchsmart/risk-factors/
    2. Throwing Too Many Innings over the Course of the Year
    ASMI found that players who pitched more than 100 innings in at least one year were 3.5 times more likely to be injured than those who did not exceed 100 innings pitched. Every inning -- whether it be during a game or showcase event -- should count toward that threshold.

    TRADUZIONE :
    2. Buttare troppi inning nel corso dell'anno
    L'ASMI ha riscontrato che i giocatori che hanno piazzato più di 100 inning in almeno un anno avevano una probabilità di ferirsi di 3,5 volte superiore a quelli che non avevano superato i 100 inning. Ogni inning, che si tratti di un evento di gioco o di vetrina, dovrebbe contare su tale soglia.
    __________________________________________________________________________________


    Di seguito si vuole analizzare il dato “100 INNING in una stagione” inserito nello studio americano e riportarlo alla realtà italiana o meglio ancora in quella Veneta :

    Per l’attuale norma italiana 60 lanci significa che, nella peggiore delle ipotesi (tutte basi per ball – 56 lanci + 4 lanci), un lanciatore lancia 2,143 INNING a partita.
    Per semplicità il dato viene arrotondato a 2 INNING.

    Quindi, matematica alla mano si si divide il numero 100 inning dello studio americano per i 2 inning (tutte basi per ball) il dato finale sarebbe uguale a : 100/2= 50 partite in una stagione.

    Purtroppo il dato di confronto tra lo studio americano e la realtà italiana (in questo caso il Veneto) non tiene, in quanto vorrebbe dire che:

    - Ogni lanciatore abbia lanciato 50 partite (in un anno tutte le settimane per 12 mesi ……)
    - Ogni lanciatore abbia fatto 60 lanci in tutte le partite.

    Nelle considerazioni, vorrei inserire questo dati (estrapolato dalla Società Crazy Sambonifacese B.S.) :

    - La squadra UNDER 12 nel 2018, la migliore stagione in termini di partite giocate ha disputato, 45 partite tra amichevoli, tornei e gare ufficiali (di cui 9 di WinterLeague, con inning ridotti visto che si parte da 1-1), arrivando ai quarti delle finali nazionali.

    - Se il 1° lanciatore Crazy, “avesse lanciato tutte le partite ed avesse tirato tutte BASI per BALL” avrebbe lanciato 90 inning …… (questa è la peggiore delle ipotesi).

    - Il 1° lanciatore Crazy ha lanciato mediamente 45-50 lanci a partita …. (mediamente 1,61 inning a partita senza ovviamente tirare tutte basi per ball).

    - Inserendo i dati per il confronto in una stagione siamo a 45 x 1,61 = 72,20 inning totali (sempre nella peggiore delle ipotesi e cioè che abbia lanciato tutte le partite), ben lontani dai 100 INNING citati nel punto 2 dello studio americano.

    La F.I.B.S. nella CCA impone 12 partite, quindi sarebbero 24 INNING ALL’ ANNO che confrontati ai 100 dello studio americano sono il 24%, sempre che, i lanciatori in tutte le partite:
    - lancino 60 lanci
    - lancino tutte basi per ball.

    E' mia opinione che per analizzare i numeri si debbano prendere dati delle realtà "NOSTRANE". Non dati AMERICANI. Io sono per un "beisbol de noialtri".

    Poi si possono trovare soluzioni per :
    - salvaguardare la salute dei giovani atleti
    - creare un percorso multidisciplinare per l'accrescimento tecnico dei giocatori.