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Approccio alla battuta

di Frankie Russo   tratto da alcuni siti Americani e fatto sintesi

Cosa si intende per approccio alla battuta? Detto semplicemente è quando il battitore aspetta un determinato lancio, il migliore per lui. E’ una caratteristica che hanno tutti i battitori? La risposta è si, il problema è che ce l’hanno nel loro subconscio e non lo sanno. E’ molto comune che i giovani battitori abbiano un approccio da 2 strike su ogni lancio, nel senso che girano a qualsiasi lancio vicino al piatto e in quella situazione cercano di coprire l’intera zona dello strike. Tenteranno di sventolare ogni lancio che passa tra le ginocchia e le spalle. Questo può essere un buon approccio quando si vuole insegnare a un giovane battitore a girare la mazza ed essere più aggressivo. Ma non è un buon approccio a cominciare dalla categoria U15 dove il giovane deve capire di avere una sua zona strike preferita. 

Quindi in sintesi, tutti i battitori hanno un approccio anche se non lo sanno. Spesso i battitori hanno un approccio da 2 strike anche quando il conteggio è di 2 ball e 0 strike. Questo perché NON SANNO di avere un approccio, e quando questo succede essi tendono a sventolare ad ogni lancio nella zona, anche quando sono lanci a loro non favorevoli e su cui generalmente sono in difficoltà a battere. 

 

Di seguito elenchiamo alcuni suggerimenti per l’approccio divisi per fasce di età.

Ragazzi dai 8 a 9 anni.

Questi bambini sono appena agli inizi e dovrebbero cercare di battere ogni volta che pensano di poter fare contatto. Devono essere aggressivi. A loro va insegnato che battere la palla è fondamentale nel gioco del baseball e per diventare un buon battitore bisogna avere innanzitutto la voglia di battere. 

 

Ragazzi dagli 10 a 12 anni.

A questa età i ragazzi dovrebbero iniziare a girare solo a lanci strike evitando di girare i ball. Quindi devono cominciare a conoscere bene la zona dello strike. In altre parole non più sventolare a lanci che credono di poter battere, ma solo a lanci strike. E questo non deve essere confuso con l’insegnamento di non girare al solo scopo di aumentare il numero di lanci dell’avversario che hanno un limite per la salvaguardia del braccio. Questo vuol dire insegnare a vincere e non giocare nel modo giusto che deve essere il vero obiettivo del coach. Il vecchio aneddoto è sempre valido: Il coach che insegna a vincere non sta allenando per i ragazzi ma per il proprio successo. 

Ragazzi da 13 a 15 anni. 

Questa è l’età in cui i ragazzi cominciano a capire che vogliono battere e questo deve essere la loro mentalità fino a che non hanno 2 strike. Quindi, se un determinato giocatore preferisce il lancio interno, lo deve aspettare fino a quando non ha 2 strike a carico. Lo stesso dicasi se la preferenza è per un lancio esterno, alto o basso, diritta o curva. E’ ovvio che con 2 strike il battitore deve essere più aggressivo, deve allargare la zona e girare a qualsiasi lancio anche se leggermente fuori la zona. 

 

Ragazzi da 16 a 17 anni.

E’ questa l’età quando i battitori devono iniziare a concentrarsi sulla situazione di gioco. Hanno ancora quella grande voglia di battere ma devono anche essere consapevoli che si possono presentare situazioni in cui è necessario far avanzare il corridore, specie quando si trovano nelle ultime riprese. O magari aspettare un lancio alto per effettuare una volata di sacrificio con corridore in terza o essere pronti solo a mettere la palla in gioco per un batti&corri. E’ una fase fondamentale durante la quale i ragazzi devono apprendere come giocare nel modo giusto.  

Giovani U18 e oltre.

Battitori a questi livelli dovrebbero essere in grado di cambiare il loro approccio anche 3 volte durante il turno alla battuta a seconda della situazione. Per questa fascia di età è importante che abbiano un approccio adeguato al loro livello e che capiscano le varie situazioni di gioco. 

 

Ciò che si è potuto capire dopo questa breve illustrazione, è che il difetto in battuta non è sempre dovuto alla meccanica e che bisogna intervenire solo quando si è certi che essa sia il vero problema. Invece a volte potrebbe essere solo una questione di approccio mentale.  E’ anche ovvio che per battere non è sufficiente semplicemente girare la mazza e colpire la palla.

 

Formare una squadra in attacco significa creare una sua identità. Vi sono situazioni in cui si può girare per ottenere una valida da extra basi e vi sono situazioni in cui bisogna giocare per la squadra, non tutti sono in grado di battere per potenza e non a tutti si può insegnare allo stesso modo.

 

Con una metafora possiamo dire che non sempre si potrà giocare nelle stesse condizioni, un giorno ci sarà un caldo infernale e un altro giorno pioverà. Ai ragazzi viene chiesto di trovare il modo di vincere anche quando piove.

 

Concludendo, cogliamo l’occasione per evidenziare alcuni errori comuni che si rilevano nella battuta:   

Rotazione dei polsi.

Non deve avvenire al momento del contatto con la palla. Al contatto le mani devono essere posizionate con un palmo su (posteriore) e palmo giù (anteriore). La rotazione avviene successivamente quando le braccia hanno raggiunto l’intera estensione e cominciano a portarsi verso la parte posteriore del corpo;

 

Trascinamento della mazza.

Avviene all’inizio dello swing e la punta della mazza si abbassa portandosi sotto il livello delle mani e il gomito posteriore si trova in avanti rispetto al pomello della mazza. Questo difetto comporta un giro di mazza più lungo e conseguente ritardo nel timing per quando la mazza entra nella zona dello strike. Questo succede specialmente con i più piccoli quando usano una mazza troppo pesante; 

 

Allungamento del braccio all’indietro.

Avviene generalmente quando si fa il caricamento e si estendono le braccia all’indietro, un altro difetto che influisce sul tempismo. 

 

Squishing the bug.

E’ l’atto con cui si utilizza il piede per iniziare il giro dei fianchi. Cioè si chiede ad una parte più debole del corpo (piede) di spingere una parte più forte (fianchi), that’s old school! Il movimento quindi deve essere di roteare i fianchi aiutandosi con il ginocchio posteriore che spinge verso l’interno portandosi verso il ginocchio frontale con il piede posteriore che può anche non roteare; 

 

Timing.

Un aspetto importante a cui prestare attenzione è il timing. In quale momento il piede anteriore tocca terra? In quale momento la mazza entra nella zona dello strike? In teoria si potrebbe dire che il piede anteriore atterra quando la palla è a circa 4 metri dal piatto, ma non è lo stesso per tutti e dipende molto dal lanciatore che si ha di fronte. Poi si interviene con gli appropriati “adjustments” con l’obiettivo di fare contatto quando la mazza è in linea con il piede frontale (qui si intende per un lancio centrale). 

 

Frankie Russo

 

 

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