Nell’immaginario collettivo, spulciando gli eventi particolari del baseball, è di facile intuizione che tutti abbiano la osannata conoscenza di Babe Ruth, divenuto suo malgrado il costante prezzemolo di ogni storia, o l’arguto assioma nell’individuare nella consonante “K” la talentuosa figura del lanciatore Sanford “Sandy” Koufax. Ancor più perché i cronisti sportivi, quando vogliono dare un singolare risalto, su questo “K” hanno favoleggiato non poco. Tuttavia un più attento esame invece aiuta ad evidenziare che non sempre questa consonante sia degno ed unico appannaggio del prodigioso lanciatore dei “Los Angeles Dodgers” in quanto ne avrebbe di gran lunga diritto anche l’antesignano Matthew Aloysius “Matt” Kilroy detto “Phenomenal Kid”, e questo acquisito nomignolo è già pronto a delineare un segmento straordinariamente diverso. Tuttavia gli esegeti puristi sono pronti ad evidenziare che è impossibile mettere a confronto i due “K” per via di una sostanziale differenza del baseball di fine ottocento con la sua evoluzione regolamentare del gioco nella cosiddetta era moderna che è variamente considerata sia partita dal 1893, quando fu stabilita l’attuale distanza di lancio, o dal 1901.
Infatti nel diorama dell’”Old Time” erano in atto molte differenze nel gioco sia nell’attrezzatura (la quasi totalità dei giocatori giocava senza guanti e le donne ammiravano con trasporto affettivo questi “Bare Handed”), sia nei regolamenti tra cui la regola della “base su ball” che veniva concessa solo dopo sei “Ball” e non quattro come ora, poi quella che i battitori potevano richiedere al lanciatore il tipo di lancio della pallina ed infine soprattutto la distanza dalla pedana di lancio al piatto di casa base che era di 50 piedi ( mt. 15,24) e non di 60 e 6 pollici come oggi (mt. 18,44). Da ultimo quella che non essendoci una comune uniformità, gli score erano redatti dai giornalisti presenti e qualcuno fin troppo benevolo verso la squadra di casa.
Matt Kilroy nasce a Filadelfia nel 1866, settimo figlio in una famiglia numerosa composta da 13 fratelli. Quando i ragazzi della famiglia Kilroy non lavoravano in una fabbrica di vetro, giocavano per le strade a baseball, e Matt era così bravo che già all'età di 14 anni veniva chiamato il "Wonder Boy”.
Segnalato da arguti scouts, inizia nel 1885 la sua carriera nel baseball professionistico nelle Minor con gli “Augusta Browns” affiliati alla Southern League. In quell’anno il suo bionico braccio mancino lo si vede lanciare in ben 447 inning, realizzando l’eliminazione al piatto di 363 battitori ed il successivo interesse dei Baltimore Orioles che subito lo ingaggiano e con i quali salirà sul monte di lancio per debuttare nella Major League il 17 aprile del 1886 ad appena vent'anni.
Il suo esordio coinciderà con la sua consacrazione perché il “Fenomenale Ragazzo” lancerà in 68 gare completandone 66, di cui una no-hitter contro i Pittsburgh Alleghenys il 6 ottobre, realizzando in 583 inning l’eliminazione per strikeout di ben 513 battitori confezionando un record tutt’ora imbattuto nella Major League.
Giovane com’era, i tifosi degli Orioles incominciano ad apprezzarlo e stimarlo e coniano per lui un secondo soprannome, “Matches”, per magnificare i suoi veloci lanci di fuoco mentre un oculato tabaccaio imprenditore, tale August Mencken, sull’onda della sua notorietà, mette in commercio un sigaro con il suo nome, sigaro per altro poi ritirato dal commercio perché confezionato dai ragazzi della St. Mary's Industrial School, la futura alma mater di Babe Ruth.
Purtroppo, come si scriverà in seguito, visto che gli altri componenti del team degli Orioles non riuscivano ad uscire dalla mediocrità, il giovane Matt era da considerare “un solitario stallone purosangue tra una mandria di muli da soma”
Due ulteriori performance di questo talentuoso mancino avvennero nel successivo anno, il 1887 quando lanciò il 26 luglio ed il primo ottobre entrambe le gare di un “doubleheader”.
I suoi lanci furono ancora oggetto di attenta cronaca anche nel 1889 dove completò con successo 55 gare su 56 giocate ma questa fu la sua ultima stagione con gli Orioles poiché nel 1890, ammaliato dalle promesse della “Players’ League”, andò ad indossare i colori dei Boston Reds.
L’inaspettato e triste fallimento di questa Lega lo portò a girovagare prima con i Killers di Cincinnati, poi con i Washington Senators, i Colonels di Lousville fino a chiudere la sua carriera il 17 agosto del 1898 sul monte di lancio degli Orphans di Chicago con un complessivo palmares di 141 vittorie su 303 partite in cui si è visto lanciatore partente.
In quell’anno però si verificò un evento che fu ben evidenziato dai cronisti sportivi che puntualizzarono come Kilroy fosse stato scelto a contrastare Cy Young, l’esuberante astro nascente dei Cleveland Spiders. Il resoconto recitava:
“Durante la gara sembrava di assistere al “Kilroy Day”. Dopo tre anni, 'Bazzazzas' è stato rivitalizzato e mandato a contrastare gli Spiders. Ha lanciato in modo superbo....nei lanci interni Kilroy ha mostrato un magnifico controllo. Punteggio finale: Chicago 12, Cleveland 4. WP: Kilroy. LP: Young.”
A rispolverare dunque la sua storia si dice che ben oltre seimila spettatori si accalcarono sugli spalti in quel sabato 17 aprile 1886, giorno del suo esordio in Major League contro i “Brooklyn Grays”, richiamati dalla stampa nell’andare a visionare la potenzialità dei lanci di “un giovane dai capelli neri e dagli occhi grigi”; ancora che il suo stile era improntato da un nuovo passo della gamba che ha dato inizio al moderno movimento di lancio; poi che era molto amato dai tifosi che gli regalarono un orologio d’oro e che quando convolò a nozze con la 20enne Frances "Fannie" Denny come regalo di nozze gli donarono un servizio d'argento ma anche che passò il suo viaggio di nozze allenandosi durante lo spring training ed infine che a volte Matt, non riuscendo a trovare una parola per esprimere qualcosa, si inventò l’intercalare 'Bazzazzaz' e lo applicasse universalmente.
Per lui “Bazzazzaz” poteva significare la descrizione di un lancio fast, o di una curva veloce, o la gamba di un battitore, o il piede di un corridore di base o qualsiasi altra cosa. E da ultimo, poiché riusciva a realizzare micidiali pickoff spostati in prima base, li andò a chiamare "i Bazzazzaz Balk".
A causa di infortuni e usura, Matt lasciò definitivamente il baseball andando a curare a Filadelfia la gestione di un saloon di sua proprietà e scomparve all’età di 73 anni. L’emblematico parallelo che si cita ora è che la località del campo di gioco a North Baltimora su cui Kilroy si è fatto un nome per la prima volta si è persa nel tempo e nel rinnovamento urbano. Conosciuto anche come “Huntingdon Avenue Grounds”, questo era delimitato da Huntingdon Ave. (ora 25th St.) a nord, 24th St. a sud, Greenmount Ave. a est e Barclay St. a ovest.
Bene, non esiste alcun monumento storico che possa attestare che in quel luogo vi era un diamante in cui venivano giocate partite della Major League Baseball così come nessuna stele ricorda che lì la stella di Kilroy abbia avuto il suo massimo fulgore.
Tuttavia per gli appassionati non sempre la consonante K, come la sancì il settimanale Time nel 1963, “is for Koufax” poiché nei ricordi è sempre splendente anche un’altra K “is for Kilroy”…
Michele Dodde
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