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Il magico cerchio femminile delle prime donne - 2^ parte

di Michele Dodde

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Tuttavia la pratica baseball fu vissuta dalle donne in diversi modi: da una parte le stucchevoli attricette scritturate con zuccherosi logo in “English Blondes” ed “American Brunettes” dal famigerato Sylvester F. Wilson per offrire un pruriginoso evento di partite a pagamento svolte con vezzi e comicità ad un pubblico da avanspettacolo, dall’altra da squadre composte da donne determinate e caparbie che praticando il gioco volevano contrapporsi di fatto alle maschiliste vigenti legge e che poi da semplici ragazze dell’estate divennero le organizzate “Bloomer Girls” tenendo banco dal 1890 a 1934.

Dal campo di gioco ecco allora nel 1904 salire sul palcoscenico della storia la sedicenne Amanda E. Clement quale prima donna in veste di umpire ad essere pagata per dirigere le gare ma anche a divenire una piacevole attrazione per molti ammaliati giovani che si recavano allo stadio solo per apprezzarne lo stile.

 

Il tutto capitò proprio in quell’anno poiché la giovane Amanda insieme alla mamma Clement si era recata ad Hawarden nello Iowa per andare a vedere in una gara di lega semiprofessionale il proprio fratello Hank lanciare per conto del “Renville Club” contro i locali di Hawarden. Poiché l’umpire designato per la gara amatoriale, che spesso veniva giocata prima di quella della lega, non si era presentato, fu invitata dallo stesso fratello ad andare a dirigere l’incontro visto che lei conosceva bene il gioco per averlo praticato con i suoi fratelli.

 

Interessò molto il suo modo di dirigere la gara così, quando dovette iniziare la gara di lega, non essendo ancora presenti gli umpire, furono gli stessi giocatori di entrambe le squadre a chiederle di dirigere l’incontro, ovviamente pagando per l’incombenza. Dopo molte insistenze fu la stessa madre a permettere ad Amanda di scendere in campo e così quell’incontro tra Renville e Hawarden del 1904 sarà il primo tassello di una donna chiamata a dirigere una gara ampiamente retribuita. 

La sua apparizione, la sua performance, il suo stile piacquero dunque molto e subito le fu richiesto di dirigere ulteriori gare da parte della lega semiprofessionale.

 

La sua carriera di umpire durerà sei anni, durante i quali dirigerà partite in North Dakota, South Dakota, Minnesota, Iowa e Nebraska ricevendo un compenso tra i 15 ai 25 dollari a gara.

 

Giudiziosa come non mai ella accumulò questi compensi che, come confessò, le servirono dopo per pagarsi senza alcun problema gli studi universitari. 

 

Amanda Clement è stata una vista impressionante sui diamanti del baseball. Alta un metro e settantasette centimetri, con la sua gonna blu a tutta lunghezza, cravatta nera, camicetta bianca con la scritta UMPS stampata sul davanti e berretto con visiera fece scrivere a più di qualche giornalista che lei era una “stimolante celestiale visione” e che ancora per lei la “pallina non aveva segreti”.

 

A differenza delle gare moderne in quel periodo a dirigere una partita c’era un solo umpire e la sua posizione era dietro al lanciatore da dove giudicava i lanci strike o ball ed il gioco su tutte e quattro le basi. Era quello un periodo piuttosto turbolento verso gli umpire ed invece nei confronti di Amanda ci fu ampio rispetto sia da parte dei giocatori sia dei tifosi in virtù del suo inconfondibile stile privo di orpelli e per la sua acclarata insensibilità alla corruzione. La sua popolarità era divenuta così alta che i marketer di baseball più dell’incontro enfatizzavano spesso la sua presenza alla gara per richiamare la presenza di un pubblico più numeroso.

Unico suo neo era che, essendo di religione congregazionalista, non accettò mai di dirigere gare nel giorno di domenica.

 

Successivamente nel 1906 andò a precisare sul “Cincinnati Enquirer” e sul “The Pittsburgh Press” che le donne sarebbero state sempre migliori degli uomini nel dirigere una gara perché “nessun giocatore si sarebbe mai permesso di comportarsi in modo sgarbato ed offensivo nei confronti delle donne. Mai l’avrebbero apostrofata infatti con il classico: sei una idiota daltonica e strabica con tanto di cervello sottaceto e via così dicendo perché poi in fin dei conti in ogni giocatore alberga sempre il senso della gentile cavalleria”.  

 

Dopo il suo periodo come regolare umpire, laureatasi, Clement trascorse diversi anni insegnando educazione fisica presso l’Università dello Wyoming e presso licei e scuole del North e South Dakota gestendo anche diversi centri YWCA. La sua storia, scritta dall’autrice Yankton Marilyn Kratz con il titolo “Umpire in a skirt"  (Umpire in gonnella) è diventato un ricercato best seller tra le giovani statunitensi.

 

Dopo Amanda anche altre donne si sono cimentate nel difficile compito di dirigere le gare di baseball e tutte hanno dimostrato una forte determinazione nel divenire apprezzati umpire. Tra queste, all’inizio degli anni venti la cronaca annota la carismatica figura di Deana Ernest di Toledo, Ohio, poiché oltre ad essere chiamata a dirigere gare della lega semiprofessionista della contea era anche uno stimato manager degli “East Toledo Boosters”.

 

Aveva iniziato per diletto nel Missouri dirigendo squadre di sandlot apprendendo così i punti più sottili e salienti del gioco e poi corroborati dal cognato Pat Lynot, già giocatore della franchigia di Detroit. Dunque due sere alla settimana Deana era facilmente operativa sul diamante di Navarre Park e si dice che era tempo perso contestare le sue decisioni poiché “il discutere con una donna del Missouri era altrettanto inutile quanto in Ohio” 

Un’altra fu Nina Bell Hurst. La rivista “Mid-Week Pictorial” edita a New York City il 31 maggio del 1923 riportò una interessante quanto significativa foto di Nina Hurst con la veritiera didascalia “la prima donna ufficiale umpire di baseball in azione”.

 

E’ la signorina Nina Bell Hurst che viene designata nelle gare della Southern California Baseball Managers Association ed è “l’unica donna ufficiale umpire del baseball nella storia che è completamente capace di gestire una gara!”.

 

Durante la seconda guerra mondiale, molte altre furono le donne chiamate a rivestire il ruolo di umpire e sulla stampa vennero denominate un po' ironicamente “WUMPS” (Women Umpires) ma nel 1943 si mise in grande evidenza Lorraine Heinisch che, giovanissima, aveva 20 anni, fu invitata dal National Baseball Congress World Series a dirigere una gara del torneo.

 

Purtroppo, nonostante le buone direzioni di molte gare semi professioniste, di lei si ricorderà sempre che nella seconda gara di quel prestigioso torneo, lei umpire di terza base, dette un controverso giudizio su uno stretto gioco che di fatto fece cancellare, a causa del negativo giudizio dell’umpire commissioner, la sua designazione quale plate umpire nella gara successiva con relativo allontanamento da parte della NBC.

 

Michele Dodde

 

Segue

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    Anna (lunedì, 02 maggio 2022 19:48)

    Altro interessantissimo articolo di Michele Dodde