La foto in home page si riferisce al campionato di serie A del 1954, quando alla prima partita casalinga al Soldiers Field (23 maggio) gli Yankees batterono per 15 a 13 il Cus Bologna dopo una vibrante gara. L’incontro fu diretto dal trentenne umpire Giorgio Muzzi di Milano e durò ben oltre le quattro ore di gioco.
In una Trieste ancora sub iudice dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la presenza sociale di truppe statunitensi riuscì a risvegliare ed a coinvolgere alcuni giovani verso quell’allora gioco sconosciuto che era il baseball donando loro il principio di una libertà e scelta di vita anche attraverso questa disciplina sportiva. Fu così che per scelta del Maggiore Generale Edmund J. Sebree, comandante del TruST, acronimo di “Truppe Statunitensi Trieste”, e del benestare del Direttore Generale per gli Affari Civili, Brigadiere Generale John L. Whitelaw, i genieri a stelle e strisce ebbero l’ordine di realizzare con apposite ruspe un campo da gioco che, date le caratteristiche del luogo, coinvolse con inimitabile bellezza su quel suggestivo altopiano di Villa Opicina l’intera natura che abbraccia amorevolmente la città di Trieste. Con lo sfondo a parete di rocce carsiche, il diamante così costruito prese vita e blasone con il nome di “Soldiers Field” (Il campo dei soldati) in data 7 giugno del 1952 ed oggi può ammantarsi della senatoriale toga per essere, a livello europeo, il più antico campo di baseball realizzato in Europa.
Nella foto la Nazionale italiana il 19 agosto 1952 si allena al "Soldiers Field"
Da allora molte sono state le gare nazionali ed internazionali giocate con passione su quel diamante, restato poi in dono agli appassionati triestini all’alba del 26 ottobre del 1954, giorno di commovente ricordo del ritorno del comprensorio triestino come territorio italiano, e migliaia di giovani infine sono da annoverare per aver avuto con il baseball qualcosa a che fare calpestando quella terra rossa con alterne fortune.
Ben attagliato nel detto che “spolverare le ricorrenze è il magnifico gesto per risvegliare i ricordi”, l’ormai dinamico storico del baseball triestino, Marino Bosdachin, ha organizzato in data 14 giugno un anniversario di grande caratura, ovvero il 70esimo compleanno di questo amato diamante “Soldiers Field” ed anche chi scrive non può non commuoversi ricordando che il suo debutto come umpire fu proprio su quel campo il 26 aprile del 1970 nel dirigere l’incontro tra il “Cus Trieste” e la “Rappresentativa Statunitense” di Aviano.
Bosdachin da par suo ricorda che in quel lontano 1952 alla cerimonia di inaugurazione del diamante, già dotato di un originale tabellone elettrico (Old American Style) per la segnalazione degli “strikes”, delle “balls” e degli “out”, con relativo risultato parziale inning dopo inning, era presente tra le varie autorità di rango anche il prosindaco di Trieste, l’ing. Visintin, a dimostrare quanto significativo fosse l’evento e la stessa peculiarità del campo stesso. Lo spettacolo a seguire però fu devoluto ad una competizione tra squadre di soldati statunitensi partecipanti al campionato del Governo Militare Alleato.
Tuttavia le prime formazioni triestine a calpestare quel mitico terreno furono gli “Yankees” di Trieste, assemblati dall’indimenticabile mister italo-americano Albert Vada, successivamente chiamato anche alla conduzione della squadra Azzurra, ed il “Valmaura baseball club” dei fratelli Vincenzo, Ferruccio e Mario Vaccaro che il 12 giugno 1952 dettero vita ad uno dei tanti derby stracittadini.
Si, perché in quell’effervescente periodo degli anni cinquanta il “Soldiers Field” venne frequentato, sia nei campionati federali e sia in molti tornei organizzati dal Comitato Regionale, dalle seguenti squadre: “Circolo Attilio Hortis”, “Royco”, “Trieste b.c.”, “Yankees”, “Giants”, “Interzaule”, “Valmaura”, “Red Devils”, “Red Sox”, “Red Skins”, “Indians”, “Wolves”, “Pirati”, “Tergeste b.c.”, “U.S. Alpina”, “Cus Trieste”, “Pellicana”, “Blue Devils”, “Circolo Felice Venezian” e ”Aquilinia”.
Ora dopo 70 anni è stato opportuno e significativo accogliere in questo evento commemorativo e presentare al pubblico, tra cui moltissimi ex giocatori, anche di epoche più recenti e che meriterebbero una menzione particolare, i vari Mario Caris, Franco Caldognetto, Guido Mocolle, Gianfranco Orel che sono stati tra i primi pionieri ed i cui trascorsi sono entrati ormai nella leggenda della storia del baseball locale e nazionale. La ricorrenza poi è stata allietata da una gara di Under 14 che si sono onorate a ricordo dopo aver ascoltato sia l’inno Nazionale sia l’inno Statunitense.
La mostra fotografica curata poi sempre da Marino Bosdachin, come già detto custode della storia degli eventi del baseball in quel di Trieste, composta da coppe, divise storiche, loghi e cimeli, tra cui la preziosa Coppa Sabree, donata dall’allora Magg. Gen. Edmund J. Sebree, ha chiuso l’intera manifestazione.
Ma è stato poi sul finire, nella magia del tramonto, che quel costone roccioso, che delimita il diamante, con fare sornione si è compiaciuto del tutto ed anche di essere stato ricordato poiché sempre e spesso dagli spettatori, nell’atto di stimolare i beniamini locali pronti a sublimarsi nella battuta vincente, il loro incitamento legale era: alle rocce !!! alle rocce!!! alle rocce!!!
Ed allora: che al “Soldiers Field” alle rocce sia, sempre nei ricordi vivi.
Michele Dodde
Tutte le foto sopra sono tratte dal sito storico baseballsoftballtriestino curato da Marino Bosdachin
Nella foto sotto il Soldiers Field dopo il rinnovo nel 2019 durante la manifestazione giovanile "Baseball senza confini"
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Marcella (martedì, 28 giugno 2022 18:51)
Dolcezza del ricordo e struggente nostalgia si intersecano inscindibili nelle tue parole
leo marchi (mercoledì, 29 giugno 2022 09:23)
Nella mia raccolta c'è anche la medaglia data a tutti i partecipanti del torneo Sebree: l'ho avuta da un amico che partecipò all'evento.
Ho chiesto agli organizzatori che stavano preparando il 70esimo se la volevano in prestito, ma non ho mai ottenuto risposta:evidentemente ne avevano già.
Se vuoi ti mando la foto in privato
Ciao Leo