Lo scorso 14 giugno al “Gianni Falchi” di Bologna si è svolta la “Festa dello sport” che ha avuto il suo clou nella partita della Nazionale italiana di Baseball contro la Fortitudo Baseball. Per la cronaca ha vinto la Nazionale Italiana 3 a 2, dopo che la Effe era andata in vantaggio e va bene così. La festa è durata tutto il pomeriggio tra bancarelle che, tra l’altro, vendevano ciliegie per sostenere cause importanti e i gadget della Effe che sono sempre belli con tante felpe, magliette, cappelli e pure l’album delle figurine come quelli che si facevano un tempo e spero ancora si facciano. Io ho fatto un sacco di album quando ero bimba e non ne ho mai terminato uno che uno, ma mi impegnavo tantissimo nel farli e lo scarto del pacchetto delle figurine è sempre stato emozionante ed anche divertente, dato che poi alla fine avevi sempre un sacco di doppioni da scambiare con gli amichetti. Ma è proprio questo il punto, lo sport e soprattutto il nostro sport che rischia sempre di finire in una riserva indiana, in una nicchia per eletti o simil tali, necessita di creare emozioni e un seguito, specie tra i bimbi che sono i giocatori di oggi e i tifosi oltre che, chissà, i genitori di altri giocatori di domani.
Ed emozioni e bimbi al Falchi ce n’erano davvero tanti! Sono state invitate diverse squadre giovanili con mamme e papà al seguito, anche perché c’è poco da fare in Italia i primi manager e procuratori dei bimbi che fanno sport, sono i genitori.
In particolare è stata molto, ma molto interessante la presentazione del libro “Il diamante è per sempre: Dieci storie per innamorarsi del baseball” edito e scritto dal giornalista Mario Salvini che con un simpatico accento parmigiano ha provato a descrivere ciò che tutti noi che amiamo il baseball vogliamo, cerchiamo e desideriamo ardentemente comunicare all’universo mondo, vale a dire il nostro sperticato amore per uno sport che per noi è una filosofia, una compagnia, un modo di abbigliarsi, un linguaggio ed una storia infinita fatta di regole ed aneddoti, mentre per il resto del mondo, un rebus noioso di cui non si capisce nulla e nulla si vuol capire …
Come si fa a non comprendere la raffinatezza delle parole “Non è finita, finché non è finita” o l’ironico involontario nonsense nelle parole: “nessuno va mai in quel ristorante, perché è sempre troppo pieno!?”. Entrambi i concetti espressi da Yogi Berra (1925 -2015) catcher italoamericano tra i più iconici, acuti e involontariamente intelligenti di tutti i tempi ci danno il metro della sagacia popolare e dell’arguzia semplice che si nasconde nel nostro sport, ma pochi lo comprendono.
Bisogna quindi insistere con queste iniziative, tanto che par proprio che già Mario Salvini stia preparando un altro bel lavoro dedicato ai bimbi, ed in generale, bisogna insistere con quelle iniziative che portano il baseball di alto livello all’attenzione almeno di chi lo pratica e lo segue, anche se ci vorrebbe sempre e davvero di più!
Ci vorrebbe più pubblicità, sia radiotelevisiva, che sui manifesti per la città, anche se costa, ma adesso con i social si può arrivare dovunque per incuriosire le persone.
E poi bisogna cercare di coinvolgere il vicinato senza fare troppi “fuochi d’artificio” che purtroppo vengono ammirati a Capodanno e a conclusione di qualsiasi festa patronale o matrimoniale, ma vissuti con malumore se a farli è una società sportiva in un qualsiasi giorno feriale: non potete immaginare quanta gente si è lamentata con me dopo aver saputo che ero al Falchi dicendomi, nell’ordine, di essersi svegliati di soprassalto, spaventati, di aver dovuto far riaddormentare il pupo e tranquillizzare il cane … e tutto per neanche cinque minuti di botti, oltretutto bellissimi!
Ma tant’è! Speriamo che ogni anno si possa rinnovare la festa dello sport e in particolare la festa del nostro amato baseball.
Go Italian Baseball!
Allegra Giuffredi
Tutte le foto sono di Lauro Bassani
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