tratto da totallytigers.com
Quando si tratta di gestire una società sportiva, ognuno avrà il proprio modus operandi per mettere in campo il proprio prodotto. Questo vale per le squadre di alta, di media e di bassa classifica. Nel corso degli anni le cose possono variare a seconda di chi è a capo dell’organizzazione o per questioni finanziarie. Fintanto che le cose vanno bene, tutto procederà nel migliore dei modi, ma quando le cose vanno per il peggio, il primo passo e intervenire analizzando in profondità quali sono i fattori coinvolti e porsi delle domande:
Le eventuali povere prestazioni dei giocatori sono dovute a una questione temporanea o dureranno nel tempo? E’ la squadra che accusa una temporanea mancanza di competitività? O le disfunzioni sono organizzative nonostante le buone risorse finanziarie?
Poi vi sono le società che falliscono anno dopo anno e sembrano non comprendere o non interessarsi abbastanza per migliorare. La soluzione non è semplice e qualsiasi società impiegherà del tempo prima di trovarla.
Per far fronte a queste disfunzioni, quando possibile, le società cercheranno di mascherarle con le finanze che hanno di fatto la tendenza a nascondere gli errori e la cattiva gestione. Ma quando manca il denaro, allora è la gestione organizzativa che deve salire in cattedra.
Perseverando la gestione fallimentare, allora è dall’alto che bisogna intervenire. E’ da stolti sperare di conseguire risultati diversi ripetendo gli stessi errori. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum!
BOTR (26/5/17) ha già trattato nei dettagli l’argomento analizzando la ricostruzione dei Chicago Cubs che li trasformò da una squadra inguardabile per 20 anni, fino alla conquista del Trofeo delle World Series nel 2016. Il ripetersi di anni fallimentari porta a una povera reputazione nell’ambiente oltre che grande insoddisfazione da parte della tifoseria che spesso si aspetta di meglio dai propri beniamini.
Una volta intervenuti sulla dirigenza, il passo successivo è fissare un obiettivo. Si vorrà puntare sulla crescita dei giovani con un programma almeno triennale o la società ha finanze tali da permettere di puntare in alto da subito.
Qualsiasi sia l’obiettivo, il manager ne deve essere messo al corrente ed è doveroso da parte della società scegliere quello giusto (BOTR 19/10/18). Qualsiasi sia l’obiettivo, l’impegno che più grava sulle spalle del manager non è tanto costruire una squadra vincente che oggi c’è e domani no, bensì creare una cultura vincente (BOTR 1/9/21) che inizia dalla comunicazione, passa attraverso la gestione dello spogliatoio, e finisce con il saper motivare i giocatori considerando le caratteristiche di ognuno. (BOTR le tre perle di Ron Washington 11/11/21).
L’abbiamo detto in precedenza o lo vogliamo ripetere oggi: La vera chiave del successo sta nella cultura aziendale.
Frankie Russo
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