Gli Houston Astros sono rimasti una squadra compatta negli ultimi anni nonostante sia sta insultata in ogni stadio dove giocava, insulti al vetriolo e loro sanno che per il momento non se ne vede la fine. Per tutto ciò che hanno fatto, per come hanno giocato magnificamente le sette gare fino ad ora disputate nella postseason, fuori dal loro ambiente non saranno altro che degli imbroglioni. Ma i fatti dicono che sono andati alle World Series dopo 106 vittorie nella regular season, che hanno vinto sia l’ALDS contro i Mariners che l’ALCS contro gli Yankees senza perdere una partita e da venerdì se la dovranno vedere con i campioni della NL Philadelphia Phillies.
Hanno vinto gare quando in svantaggio anche di 3-4 punti, hanno accettato la negatività, l’hanno assorbita e poi trasformata in positività. E’ forse una questione di crescita, o forse una questione di rabbia interna, o forse è semplicemente una squadra che possiede una cultura vincente. Senza dubbio Houston è una squadra forte, mentalmente, fisicamente ed emotivamente. Ovviamente resta quella macchia del “sign-stealing” che ha sporcato il trofeo delle WS 2017, ma quanto hanno messo in atto in questo 2022 è straordinario. Spesso, dopo essersi trovati nelle avversità, se ne sono usciti più forti.
Sei delle sette gare della postseason sono state decise da 1 o 2 punti di differenza e ora gli Astros sono alla pari con i Cincinnati Reds del 1976 e Colorado Rockies del 2007 che anch’essi vinsero le prime sette gare della postseason. Agli Astros manca ancora una vittoria per eguagliare il record dei Kansas City Royals del 2014 con 8 vittorie.
Tutto ciò che resta ora tra gli Houston Astros e la perfezione sono i Philadelphia Phillies, squadra del destino, arrivati alla postseason con il peggiore record di vittorie di tutte e 12 le squadre dei playoff, e ora sono qui a disputare le World Series.
Altre squadre blasonate come i Dodgers (111 vittorie), i Braves e Mets (101) sono state eliminate, gli Astros no, sono ancora in corsa. E non sarà facile con i Phillies che avranno Aaron Nola e Zach Wheeler sul monte in Gara 1 e 2 e potendo contare sui forti rilievi, il mancino Jose Alvaredo e Seranthony Dominguez tutti ben riposati e non va tralasciato il momento magico che sta attraversando il candidato # 1 all’MVP della NL, Bryce Harper.
Ma Houston ha tutte le carte in regola per continuare ad infrangere record. Nelle sette gare della postseason il monte di lancio degli Astros ha tenuto gli avversari a una linea di 178/248/291 facendo sembrare i lineup di squadre nella postseason come giocatori di Triplo A. In 33 riprese il bullpen ha concesso solo 2 punti, PGL 0,55, 14 valide, 10 BB e 42 SO. In difesa hanno commesso un solo errore, giustificato oltretutto da un cattivo rimbalzo, e hanno continuato a vincere nonostante la profonda crisi in battuta di Jose Altuve che a un certo punto era 0x22, oltre alla cattiva forma di Yordan Alvarez contro gli Yankees.
Quasi la perfezione con margini di miglioramento è una combinazione spaventosa, eppure è qui che si trovano questi Astros: nel loro quarto classico autunnale in sei anni.
Dopo il 2017 ci hanno provato ancora perdendo in 7 gare contro i Washington Nationals e nel 2021 contro gli Atlanta Braves in 6 gare.
Quest’anno c’è più determinazione, lo vorranno fare per Dusty Baker che da manager ha vinto più di 2.000 gare ma per incoronare la sua brillante carriera gli manca ancora il trofeo più prestigioso.
Lo faranno per Michael Brantley il forte esterno sinistro fuori dalla postseason dopo un intervento alla spalla. E lo faranno per festeggiare il ritorno di Justin Verlander e Lance McCuellers assenti nel 2021 per infortuni. E lo vorranno fare principalmente per mettere a tacere le maldicenze che li vuole vincitori solo perché capaci di barare.
Gli Astros sono una squadra ben equilibrata che sa lanciare, sa battere, sa difendere e sa correre sulle basi. E’ una squadra dove i super star si mescolano bene con i giovani e gli ultimi arrivati. Di ciò che pensano gli avversari nel dugout opposto semplicemente a loro non importa nulla.
Dusty Baker è arrivato per tirare fuori la società da uno scandalo che ha fatto tanto rumore. Baker, come tutti nello spogliatoio degli Astros, prende ogni esperienza del passato per sfruttarla e per creare un nuovo futuro. Sebbene questi Houston Astros non siano gli stessi del 2017, non si può nemmeno ignorare che il passato macchia ancora il presente.
Ma va anche detto che lo scandalo li ha aiutati e renderli per quello che sono, e oggi come oggi gli Houston Astros sono la squadra che ogni altra nelle majors vorrebbe imitare.
Frankie Russo
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