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Gli All-Brothers Acerra

(Photo by Joshua Bessex/Getty Images) 

di Michele Dodde

A recarsi a circa 14 chilometri a nord est di Napoli ci si imbatte in Acerra, una delle più antiche città della Campania abitata già all’epoca della preistoria. Forse fu fondata dagli Ausoni, di certo in seguito fece parte della Dodecapoli etrusca della Campania, poi orgogliosamente promossa “Civitas sine suffragio” tra le province romane ed in seguito divenne dominio longobardo subendo le alterne vicende dell’epoca e via via giungere ad essere considerata in quest’epoca il terzo comune della provincia di Napoli per estensione ma soprattutto per il gran numero di presidi Slow Food, per la maschera della commedia dell'arte e per le numerose pizzerie di un sopraffino aristocratico livello…ma che ha a che fare Acerra con il baseball? 

In realtà nulla ha a che fare se non che il 4 giugno del 1997, in onore della festa del papà, la National Baseball Hall of Fame di Cooperstown con una indimenticabile cerimonia ebbe ad inserire nel proprio singolare museo una squadra di baseball composta esclusivamente da fratelli il cui cognome era Acerra, un acclarato omonimo di gran pregio.

 

Si, proprio così e la particolare singolarità la si deve all’emigrante Louis “Pop” Acerra che nel 1938 a Long Branch (New Jersey), al fine di dare un senso vincolante alla propria famiglia, formò ed allenò una squadra di baseball composta esclusivamente da 12 fratelli, ovvero i suoi figli maschi avuti dalla moglie Elisabeth. In verità i figli della coppia erano 17, ma le cinque femmine funsero solo da supporto logistico. 

 

(Nella foto in home page il libro per bambini "Brothers at Bat" racconta la storia di questa squadra di fratelli)

La storia di questa squadra, più che singolare, è meravigliosamente unica e, per dirla da par suo come Joe Guzzardi, membro della Society for American Baseball Research e della Internet Baseball Writers Association, questa squadra, composta totalmente da appartenenti alla famiglia Acerra, è una saga di forti legami familiari e abilità eccezionali profuse nel gioco del baseball.

 

La squadra era composta da Alfred ed Edward come catcher, James e Robert lanciatori, Charles in prima base, Louis Jr. in seconda base, Fred nel ruolo di shortstop, Richard in terza base e dividendo i compiti di outfield, Paul, Joseph, William ed Anthony. La differenza di età tra il fratello maggiore, Anthony (41), e il più giovane, Louis Jr. (16) era di 25 anni.

 

Dal 1938 al 1952 gli “All Brothers Acerra”, sotto l’abile guida del padre Louis “Pop”, giocarono in tutto il Nord America vincendo il settanta per cento delle loro partite ed interrompendo il loro cammino solo durante le fasi della seconda guerra mondiale in quanto, ideologicamente formati dal padre, difendere la libertà dell’America era più importante che giocare a baseball.

 

In tempi diversi, sei fratelli indossarono le uniformi e poi, quando tutti ritornarono, la squadra riprese il suo iter. Anzi, nel 1946 gli “All Brothers”, da squadra libera quale era, decise di affiliarsi alla “Long Branch City (New Jersey) Twilight Baseball League”, e vinse quattro volte il campionato su sei partecipazioni. Si narra anche che nel 1948 gli All Brothers, molto seguiti da affezionati supporters, consapevoli delle loro capacità, chiesero alla mitica squadra dei New York Yankees di svolgere una partita di esibizione quale omaggio ai tanti tifosi italo americani ma garbatamente la squadra del Bronx rifiutò.

E’ intuibile come gli Acerras, così erano comunemente additati, per l’atipicità del loro roster, abbiano destato sempre molto interesse e curiosità e furono portati alla ribalta, oltre che dalle cronache dei quotidiani, anche da diverse prestigiose riviste tra cui “Life”, “Look” e “Ripley’s Believe it or not” con fascinosi articoli sui giocatori, sui loro ruoli, sul loro sentito vincolo di famiglia. Quest’ultimo poi divenne un argomento molto incompreso dai lettori che difficilmente riuscivano a comprendere come questo vincolo fosse divenuto un importante freno anche per alcuni di quei giocatori che andarono a rifiutare senza alcun problema anche cospicue borse universitarie.

 

Certamente nessuno di loro è mai stato inserito con precise targhe, né lo sarà mai quali italo americani, nella Baseball Hall of Fame come Joe DiMaggio, Tony Lazzeri, Yogi Berra, Phil Rizzuto, Joe Torre, Tommy La Russa e Craig Biggio, tuttavia dopo 45 anni dalla loro ultima partita, i sette fratelli ancora viventi hanno accettato di buon grado l'invito della Commissione della Hall of Fame a partecipare a quella indicativa cerimonia durante la quale James Mike Acerra, figlio del lanciatore Jimmy, ha donato  con viva commozione  l'uniforme e il guanto di suo padre che ora sono nello stesso museo con i manufatti delle vite di Babe Ruth, Ty Cobb e Willie Mays.

 

Nel suo discorso James ha avuto modo di puntualizzare il significato di famiglia in ambito degli Acerra che dietro tutti gli eventi e dei risultati è sempre rimasta una famiglia: ”…una famiglia, quella degli Acerra, che non ha mai permesso alla rivalità tra fratelli, alle lotte intestine o al successo di separarli. La loro squadra era il riflesso di qualcosa di più grande, qualcosa che i quattordici anni di gioco, le molte difficoltà, il richiamo dei contratti professionali e persino una guerra mondiale non hanno mai avuto la causalità di distruggere. Ed i successi della squadra hanno sempre riguardato i valori della famiglia che attraverso il baseball si è sempre più unita nell’amore fraterno”.

 

E finalmente poi un ulteriore riconoscimento questa squadra degli All Brothers Acerra l'ha ricevuti nel 2017 anche dalla Hall of Fame degli sport nazionali italo americani che le ha dedicato un’ampia bacheca storica nei propri locali. Ed ora, forse, se si andasse a visitare il Comune di Acerra e ci si imbattesse in una piazza o dinnanzi ad una stele in ricordo di questa famiglia dal cognome omonimo non ci si dovrebbe meravigliare poichè non sarebbe altro che il coronamento di una singolare quanto meravigliosa storia di sport e del baseball in particolare.

 

Michele Dodde

 

 

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Commenti: 3
  • #1

    Maria Luisa Vighi (martedì, 20 dicembre 2022 14:24)

    Dunque: partiamo dalla madre. Essere considerata,immagino,come un prezioso 'supporto logistico' è un po' poco...Dopo 17 figli di buona intelligenza, di ottima competenza atletica e infine di buoni sentimenti non deve essere stata un'impresa da poco! Grazie mamma Acerra, il baseball ti ringrazia e anche un po' noi....

  • #2

    Rosa Mariano (martedì, 20 dicembre 2022 17:06)

    Caro Michele, questa volta hai scelto di raccontare anche la storia di una grande famiglia, in questo periodo, sembra una favola di Natale.
    Una famiglia che ha contribuito a rendere grande lo sport, un nuovo tassello della grande storia del basket

  • #3

    Marino Bosdachin (giovedì, 22 dicembre 2022 21:25)

    Ciao Michele, storia meravigliosa della famiglia Acerra ! A Trieste abbiamo avuto 6 fratelli Marussich che giocavano a baseball, di cui 4 con il Tergeste nel 1981 in "A2".