In questo multiforme diorama del baseball che sempre più andrà a coinvolgere migliaia di tifosi ed appassionati, onore al merito va ai “Phillies” che, fondati nel 1883 a Philadelphia in Pennsylvania, risulteranno la più antica squadra professionista ad essere rimasta nella stessa città senza mai aver cambiato la propria denominazione. In effetti un’onda di pensiero provò a chiamarli “The Quackers” ma in verità accadde che il nome Philadelphia non risultando facilmente adattabile ai titoli dei quotidiani indusse i tipografi ed i giornalisti sportivi a titolare gli articoli con il più raccolto “Phillies” veicolando in tal modo un nomignolo che è diventato sinonimo e che ha resistito anche alla volontà di alcuni proprietari che volevano cambiarlo in “Bluejays” o in “Carpenters”.
Di certo però i “Phillies”, nonostante la loro longevità in ambito della National League dove andarono a sostituire l’evanescente squadra di Worcester, Massachusetts, non sono mai stati ricercati fulmini di guerra e pertanto non hanno mai donato ampie soddisfazioni sportive ai loro tifosi avendo cristallizzato il loro palmares solo con due World Series (1980 e 2008), otto titoli di League ed undici titoli di Divisione ma nonostante tutto essi amorevolmente per la città di Philadelphia sono rimasti solo e sempre i “Phillies”.
Nello stesso anno, sempre per dare maggior credibilità alla National League, a New York fu fondata la squadra dei “Gothams”, onorando quel singolare e divertente soprannome che veniva dato alla città.
Nella foto la patch dei New York Gothams (1883) è considerata la prima decorazione non tipografica su un'uniforme di una squadra di baseball.
In effetti se si volesse trovare l’origine ed il significato di questo soprannome si deve andare a spolverare alcuni proverbi inglesi dell’alto medioevo in cui si racconta di un villaggio chiamato Gotham, che significa "Città della Capra", ovvero sorridentemente considerato quale il “Paese degli Sciocchi”. Ed in quel soprannome c’è di tutto il vero. Tuttavia nel 1885 i “ New York Gothams” cambiano la loro denominazione sulla spinta emotiva del loro allenatore e della stampa sportiva locale sempre in cerca di piacevoli novità.
Accadde che in una intervista il fantasioso e carismatico manager Jim Mutrie, soprannominato " Smilin' Jeems " e " Truthful Jim ", dopo aver ottenuto un congruo sostegno finanziario da parte degli imprenditori August Belmont e John B. Day per rinforzare il roster dei giocatori, ebbe a dire “..i miei giocatori, i miei ragazzi non sono più dei Gothams perché essi da oggi giocheranno da Giganti. Ecco, essi oggi sono i miei Giants !!!”.
Nella loro storia infatti i Giants si evidenzieranno per essere stati la prima squadra professionista di Major League con sede a New York e ad aver conquistato un maggior numero di vittorie rispetto ad altre squadre.
Inoltre hanno avuto alla loro guida intramontabili manager, tra cui John McGraw, Bill Terry e Leo Durocher, ed hanno assemblato un roster che annovererà ben oltre 65 famosi giocatori che sono entrati poi di diritto nella Baseball Hall of Fame.
Tra questi Christy Mathewson, ovvero il sempre lodato “Christian Gentleman” che non giocava mai di domenica in ottemperanza al suo credo religioso, il lanciatore Carl Hubbel la cui impresa più celebre fu quella di eliminare consecutivamente ben cinque battitori del calibro di Babe Ruth, Lou Gehrig, Jimmie Foxx, Al Simmons e Joe Cronin durante la All Star Game del 1934, Mel Ott che fu il primo giocatore della storia della National League a superare i 500 fuoricampo malgrado la sua taglia fosse inferiore alla media per essere un potente battitore, e Willie Mays soprannominato affettuosamente “The Say Hey Kid” e considerato uno dei giocatori più completi della storia del baseball tanto da essere inserito dal periodico “The Sporting News” al secondo posto nella classifica dei migliori cento giocatori di tutti i tempi.
Nel 1958, alla constatazione che il bacino di utenza stava scemando per via della presenza nella città di New York di ben altre due franchigie, i “Brooklyn Dodgers” ed i “New York Yankees” che avevano monopolizzato una buona parte di interessi e frequentatori degli stadi, i proprietari individuarono in San Francisco una località più idonea a soddisfare i loro investimenti e i “Giants” in omaggio alla nuova sede e senza colpo ferire se non la nostalgia dei tifosi newiorkesi, divennero i “San Francisco Giants” mantenendo però nella loro storia globale le otto World Series vinte, i 23 titoli della National League e i 9 titoli di Divisione.
In quel del 1887 invece nella contea di Allegheny in Pennsylvania ebbe inizio il baseball professionistico nei pressi di Pittsburgh ma al di là del fiume Allegheny dove sorgeva la cittadina di Allegheny City.
Qui l’omonimo Baseball Club si affiliò alla “International Association” ma i risultati non furono all’altezza delle aspettative per cui i presupposti inerenti a dare concretezza e sviluppo nel caldeggiare una squadra competitiva fu opera di Danny McKnight che il 15 ottobre del 1881 in una celebre riunione presso il St.Clair Hotel di Pittsburgh sancì programmi e criteri inerenti ad una nuova squadra che, sempre con lo stesso nome di Allegheny con l’aggiunta di Pittsburgh, non solo riuscì a richiamare l’atteso pubblico ma divenne anche nel 1882 una tra le promotrici di una nuova lega, l’American Association.
Sui mass media comunque la franchigia veniva sempre indicata come “Alleghenies” ma quando si verificò a ragion economica ben veduta, e ben eseguita dall’allora presidente del Club William A. Nimick con il consenso del manager Horace Phillips, l’improvviso passaggio nel 1887 dall’”American Association” alla griglia della “National League”, i giornalisti e gli smaliziati tifosi incominciarono a chiamarli semplicemente, ma non tanto scherzosamente, gli “Innocents”. Assunsero però l’attuale nome di “Pirates” nel 1891 a seguito di un fantasioso aneddoto che li perseguiterà per sempre.
Avvenne che dopo il fallimento della “Baseball Players League” nel 1891, dove erano confluiti molti giocatori sia dell’”American Association” e sia della “National League” nella credibilità di ottenere migliori vantaggi economici, tra le franchigie affiliate alle riconosciute leghe tacitamente fosse accettato di riprendersi i propri giocatori transfughi nei rispettivi roster.
Di questo parere comunque non fu il manager degli “Innocents” già “Alleghenys” che, con subdolo comportamento e superando le invernali tempeste di una notte di tregenda, si recò presso il lago Erie nell’isolata dimora di Leo Bierbauer, talentuoso giocatore nel ruolo di seconda base, e gli fece firmare l’ingaggio per la sua squadra.
Il fatto è che la precedente franchigia di Leo era stata la “Philadelphia Athletics” affiliata alla “American Association” la quale si sentì oltraggiata da questo volgare comportamento degli “Innocents” e che altresì erano membri della concorrente “National League”, definendo a tutti gli effetti l’episodio come un vero atto di pirateria da condannare in ogni luogo.
Ma il mare è pieno di pruriginose rivendicazioni e così sommando il primo inaspettato passaggio di lega e valutando l’episodio come sempre avviene nel mondo faceto dell’ironia i giocatori incominciarono ad essere chiamati membri di un Club di “Pirates” e tanto piacque poi ai tifosi che nel 1912 il nikname apparve per la prima volta anche sulle casacche da gioco della squadra di Pittsburgh che annovera ora la vittoria di cinque World Series, nove titoli di Lega e nove titoli di Divisione.
Michele Dodde
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Rosa Mariano (lunedì, 12 giugno 2023 10:12)
Interessante e piacevole lettura! Grazie!
Claudio (lunedì, 12 giugno 2023 10:24)
Come sempre racconti di eventi che per data sarebbero storia ed invece sono molto attuali; una piacevole lettura, Grazie Michele
Marino Bosdachin (lunedì, 12 giugno 2023 12:52)
Sempre piú interessante bellissimo
Aldo Accettura (lunedì, 12 giugno 2023 21:34)
Bravo come sempre racconti storie vere in chiaro e esaustivo. Complimenti per
Mautsumto (martedì, 13 giugno 2023 22:53)
Con i tuoi racconti ci fai entrare nella storia del baseball. Grazie