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Scelta sociale o business? -#7

 

di Michele Dodde

Indiscutibilmente le innovative idee dell’intraprendente presidente della Minor League Western League Ban Johnson nel ricercare, oltre ad uno spettacolo che si differenziasse ontologicamente dai primitivi concetti puritani emanati dalla National League, stavano interessando di molto diversi uomini d’affari che si dichiararono subito pronti ad investire nel suo progetto. Ed ecco allora che una oscura formazione nata nel 1894 e che giocava a Sioux City, città tra le contee di Woodbury e Plymouth nella parte nord orientale dello Stato dello Iowa, con l’ironico nome di “Cornhuskers” (Mangiapannocchie) , lasciasse quella città nel 1895 per trasferirsi nel Minnesota a privilegiare con chiaro interesse economico la città di Saint Paul con il visionario appellativo di “Saints” e poi, ammaliata dal canto sirenide di un futuro economicamente ancora più redditizio, nel 1900 si trasferisce in quel di Chicago  assumendo la nuova affascinatrice denominazione di “Chicago White Stockings”, nome non più usato già dal 1880 dall’altra franchigia di Chicago, ovvero i futuri Chicago Cubs, che erano affiliati e membri fondatori della controparte National League.

Subito però in quel nascente mondo fantasioso tra l’ironico e divertito senso del pubblico furono nominati senza alcuna remora con il nomignolo di “Invaders” a prova del loro inusuale invadente modo attuato per entrare a far parte della città sotto l’egida della costituente American League. 

 

Tuttavia i colletti bianchi delle due squadre della grande metropoli dell’Illinois con valida e mirata alternativa dettata dagli incassi, essendo le due formazioni iscritte in due diverse leghe di Major, con amabile valutazione scelsero anche due diverse aree di sedime: gli “Invaders” si posizionarono nella zona sud della città, e per questo ancora oggi sono anche nominati South Siders, ed incominciarono a giocare nello storico campo di gioco South Side Park sino al 1910 ovvero quando fu costruito l’architettonico Comiskey Park, che divenne l’amata casa da parte dei tifosi sino al 1990 quando a causa delle nuove leggi sulla sicurezza e per l’esiguità dei posti a sedere fu demolito tra rammarichi ed anche pianti tra i tifosi, mentre i Cubs optarono per la parte nord e quindi oggi in contrapposizione sono indicati come i North Siders. 

Nel 1903 la franchigia nel seguire i media cambiò ancora la propria identità in “Chicago White Sox" per essere ancor più abbreviato nelle colonne della stampa sportiva in “ChiSox”.

 

Nei pub poi e nelle discussioni tra i tifosi essi erano anche chiamati Pale Hoses (Tubi Pallidi) in contrapposizione ai Red Sox soprannominati Crimson Hoses (Tubi Cremisi).

 

Purtroppo un momentaneo negativo nome fu affibbiato alla squadra quando si realizzò il coinvolgimento di ben suoi otto giocatori nel famoso scandalo di partite truccate per favorire le scommesse di loschi intrallazzatori durante le World Series del 1919 e questo neo tumorale fu zucchero per la stampa che li etichettò da “White” in “Black”.

 

Va pur detto comunque che sull’onda lunga di quello scandalo che ancora oggi vive all’ombra di copiosi articoli con fiumi di inchiostro che rispolverano quelle cronache ricordando con amara e velata simpatia il grande ed unico forse innocente Joseph Jefferson Jackson detto Shoeless Joe , andò scemando l’epoca d’oro di un gioco che poi tanto gioco non lo era più smussando più di qualche spigolo vivo al fine di ridare una nuova originalità che potesse ancor più richiamare un maggior numero di spettatori, e con essi incrementare nuovi incassi consolidando  interessanti businees.

 

Quando la giustizia sportiva e penale finì il suo corso, nei successivi campionati furono nuovi Chicago White Sox a presentarsi sui campi di gioco e ad entrare nei cuori dei tifosi ed attualmente essi giocano al Guaranteed Rate Field e la loro bacheca si onora con tre World Series vinte, sei titoli di Lega, sei titoli di Division e l’elenco di 33 giocatori inseriti nella Hall of Fame.

Una interessante e particolare storia invece è quella della squadra fondata nel 1894 nella città che in seguito verrà considerata la capitale dell’industria automobilistica statunitense, ovvero Detroit, nello stato del Michigan, poiché nel suo DNA serberà sempre l’orgoglio di aver giocato ininterrottamente nella stessa città come affiliata all’American League oltre ad esserne stata nel 1901 una tra otto squadre fondatrici.

 

Dapprima la franchigia assunse il nome di “Detroit Wolverines” (Ghiottoni) per onorare il nome dell’animale della famiglia dei mustelidi molto diffuso nel territorio ma nel 1901 cambierà la propria denominazione sociale in “Detroit Tigers”.

 

Il rinnovo del nome ha due paternità entrambe accreditate: la prima sembra sia stata attuata dal giornalista sportivo Phil Reid che, suggestionato dalle strisce verticali  arancioni delle calze della divisa dei giocatori, con grande poesia le comparò al colore  base del mantello di una tigre laddove presenta strisce verticali scure ed iniziò a chiamarli “Tigers” negli articoli redatti sul “Detroit Free Press”; la seconda invece si dice sia stata adottata in onore di una unità militare che aveva sede nella città e che veniva chiamata “Tiger” per via della determinazione ed impeto del proprio equipaggio dimostrati sul fronte di guerra.

 

La cronaca dice poi che la nuova denominazione e l’ingresso in una nuova Major League piacquero agli oltre diecimila tifosi, con grande gioia del botteghino, che si riversarono con piacere sulle tribune del “Bennet Park” per assistere il 25 aprile del 1901 alla prima storica partita dei “Detroit Tigers”, gara che è destinata a restare nei racconti e nelle fiabe per descrivere una vittoria di incredibile fattura: al nono ed ultimo inning i “Tigers” stavano perdendo per 4 a 13 ma una sequenza di giochi e battute valide configurarono una rimonta sino a portarli sul 14 a 13 e vincere l’incontro dando il via al detto di mai dire mai.

 

Da allora i “Tigers” hanno cambiato diverse volte solo i campi da gioco per assecondare le esigenze del pubblico. Così nel 1912 si trasferirono al Navin Field, poi ampliato e nel 1938 chiamato Briggs Stadium e nel 1961 nominato Tiger Stadium. 

Nel 2000 fu inaugurata una nuova realizzazione edilizia al centro della città, il Comerica Park, ed ora è lì la casa dei “Tigers” con i loro trofei che assommano a quattro titoli delle World Series, undici titoli di Lega e sette titoli di Division con 26 suoi giocatori inseriti nella Hall of Fame.

 

Michele Dodde

 

Segue

 

Scelta sociale o business #6

Scelta sociale o business #5

Scelta sociale o business #4

Scelta sociale o business #3

Scelta sociale o business #2

Scelta sociale o business #1

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    Marcella (giovedì, 27 luglio 2023 10:24)

    È indubbio che il business, spesso, sia connesso all'aspetto sociale, importante sarebbe che il primo non prevarichi mai il secondo