Nel 1957, dopo la scelta sociale e fortemente economica da parte dei Giants e dei Dodgers, i primi a trasferirsi in quel di San Francisco ed i secondi nell’accogliente Los Angeles, la National League amaramente dovette prendere atto che nella Grande Mela si era evidenziata la considerevole assenza di una sua affiliata franchigia mentre padroneggiavano il tutto solo gli Yankees nella lista dell’American League. Ora è notorio il grande “senso di stima” che corre tra le due leghe del grande baseball professionistico statunitense tanto che già dall’inizio della loro costituzione si sono differenziate sia per una diversa filosofia di intenti ed oculati interessi di scelte sociali nella ricerca di appropriati siti di espansione e sia anche per una diversa interpretazione del regolamento del gioco. Ne è piacevole testimone la pubblicazione ufficiale della Major League “Make The Right Call” nelle cui pagine sono riportate le sfumature ermeneutiche delle note dieci sezioni della normativa.
A mente di quanto sopra la National League mosse i propri interessi affinché ritornasse a New York, di fatto il cuore pulsante degli Stati Uniti, una propria squadra e fu così che nel 1962, con il diretto interessamento dell’avvocato William Alfred Shea, furono fondati i New York Metropolitans, subito dalla stampa citati come Mets, e, per non lasciare nulla al caso nell’intento di richiamare l’attenzione dei molti tifosi rimasti orfani delle citate squadre emigrate, furono scelti come colori della casacca il blu dei Dodgers e l’arancione dei Giants. Se poi si vuole dare un senso al marketing…questi sono anche due dei tre colori della bandiera della Città di New York.
Nei primi due anni della loro esistenza, i Mets disputarono le gare interne presso il mitico storico Polo Grounds a Manhattan, poi però la loro casa madre divenne il Flushing Meadows Stadium Park, subito comunque ribattezzato Shea Stadium in onore dell’avvocato che aveva dato vita alla loro tangibile nuova realtà.
Questo stadio li ha ospitati sino al 2008 poiché dal 13 aprile del 2009 con la gara contro i San Diego Padres i Mets hanno inaugurato il loro nuovo stadio, il Citi Field, avendo dovuto lasciare l’obsoleto Shea Stadium non più a norma.
Il Citi Field, costato ben 900 milioni di dollari, è stato sempre costruito nel quartiere Queens presso il Flushing Park e può ospitare 41800 spettatori.
Nel corso della loro storia, i Mets hanno vinto due volte le World Series (1969 e 1986), cinque volte la National League (1969, 1973, 1986, 2000, 2015) e sei volte la National League Division (1969, 1973, 1986, 1988, 2006, 2015). Hanno inoltre raggiunto i playoff come wild card nel 1999 e 2000. La squadra si è qualificata cinque volte per le World Series. Tuttavia per i tifosi resta nel cuore la stagione del 1969 quando i Mets raggiunsero per la prima volta le World Series e contro ogni pronostico sconfissero i Baltimore Orioles, vincendo il loro primo storico titolo.
Fu il tempo dei “Miracle Mets”, come apparvero sui titoli delle cronache sportive e si racconta che quell’impresa è da molti considerata la più grande ed emozionante sorpresa nella storia del baseball professionistico. Inoltre viene sempre enfatizzata la giocata decisiva per la vittoria del titolo, ovvero le prese dell’esterno centro Tommie Lee Agee che furono riportate a futura memoria anche in una scena all’interno del famoso film “Men in Black”.
Il settimanale “Sport Illustrated” nel suo rendiconto di quelle World Series evidenziò come in gara 3 Tommie avesse realizzato la più grande prestazione singola di un difensore centrale nella storia delle World Series. “Nel primo inning – fu scritto - Agee ha segnato un fuoricampo su un lancio di Jim Palmer per quello che alla fine sarebbe stato il successo vincente e l'RBI (punti battuti a casa), con i Mets a vincere sugli Orioles per 5-0. Nella stessa partita, Agee ha anche effettuato due prese che potenzialmente hanno salvato cinque punti. La prima presa è arrivata nel quarto inning con due eliminati e corridori in prima e terza. Egli ha effettuato la presa al volo della pallina vicino alla base del muro nel centrocampo sinistro. La seconda presa è arrivata al settimo inning ed anche qui tutte le basi erano state occupate con due eliminati. Agee non si è fatto sorprendere e con un tuffo nel centrocampo destro prese al volo la pallina battuta da Paul Blair”
I Mets si onorano infine di aver avuto tra i propri giocatori ben 16 scelti dalla Hall of Fame.
Altra storia di grande impatto invece è quella degli Expos poiché, fondati nel 1969, sono stati la prima squadra canadese ad essere affiliata nella Major League, lato National League, ed il loro nome fu coniato in onore e ricordo dell’Esposizione Universale che si era tenuta a Montreal nel 1967.
Infatti questa esposizione ebbe il privilegio di attirare numerosi investimenti oltre all’assegnazione dei Giochi della XXI Olimpiade ed il profumo dei dollari fece concretizzare la fattibile idea presso la dirigenza della Major League relativa ad una espansione del Baseball al di fuori degli Stati Uniti. La novità della squadra e del gioco fu accolta con molto entusiasmo e partecipazione tanto che i telecronisti, per meglio uniformare il loro linguaggio alla numerosa comunità francofona, incominciarono anche a coniare un nuovo lessico adatto a descrivere il gioco del baseball in lingua francese. Però, nonostante l’iniziale successo commerciale e di pubblico, gli Expos si sono sempre dimostrati una delle squadre meno vincenti in ambito della Major League.
Dopo diversi cambi di proprietà allora i colletti bianchi della Major League, nella piena consapevolezza di quanto fosse importante ricercare nuovi mercati, comprarono la squadra nel 2002 e le fecero disputare ben 22 gare della stagione 2003 presso lo Stadio Hiram Bithorn in quel di San Juan, capitale dell’isola caraibica Porto Rico, stato liberamente associato agli Stati Uniti, e dove si constatò che l’affluenza del pubblico in quelle gare risultò superiore a quella di Montreal.
Questa cartina di tornasole fece rivedere tutte le programmazioni e, dopo aver fatto naufragare le aspettative dei nuovi tifosi per la permanenza della squadra a Porto Rico e vinta una battaglia legale contro la vecchia proprietà che intendeva mantenere la squadra a Montréal, la Commissione della Major League, vagliato alcune possibili sedi alternative, annunciò il 29 settembre del 2004 il trasferimento definitivo della squadra a Washington dove fu rispolverato l’antico logo di Nationals e dalla stampa subito battezzati come Nets. Qui le fortune della squadra sono cambiate poiché ora si può fregiare di una World Series vinta, di un titolo della National League e di cinque della Division.
Michele Dodde
Segue
Scrivi commento