Tratto da youthbaseballedge.com
E’ il giorno della partita, ci si incontra al campo e quando arrivano tutti i ragazzi, questi cominciano a palleggiare tra di loro per 10, 15, 20 minuti tutto seguito poi dal coach che funga agli esterni e agli interni. Siamo arrivati al momento della partita e nulla di ciò che è stato fatto corrisponde a quanto succede in gara. L’obiettivo del pre-game è di preparare la squadra per la partita e la routine di cui sopra non ci aiuta a raggiungere l’obiettivo per tre motivi principali:
- Si spende la maggior parte del tempo a cose che non servono per la gara. Come suggerito dalla Regola 80/20 (BOTR 4/9/23) dovremmo concentrarci sugli aspetti del gioco da cui dipende l’80% dei risultati. Ci riferiamo al lancio e alla battuta che dovrebbero essere insegnate equamente a tutti i giocatori principianti. Indipendentemente dal livello, la maggior parte della preparazione pre game è spesa per il palleggio dedicando meno tempo alla battuta e il lancio.
- Palleggiare è un colossale spreco di tempo. Questo è un esercizio che non ci prepara adeguamento alla partita. Prima di tutto i ragazzi non s’impegnano a tirare nel modo corretto, con il giusto movimento del braccio, non si vede il trasferimento veloce della palla dal guanto alla mano di tiro e non si vedono i ragazzi spostarsi per ricevere la palla al centro del corpo invece di allungare il braccio come se fossero dei vigili in strada. Aggiungiamo pure che ricevere la palla da un compagno e tirarla direttamente a lui di nuovo non è un’azione che capita spesso in partita. Potrebbe succedere in occasione della trappola, ma anche questa azione ha le sue regole da seguire. Altre occasioni possono essere quando il ricevitore restituisce la palla al lanciatore. Ma anche questo non corrisponde a come si riscaldano i ragazzi nel pre game.
- Il riscaldamento di routine degli interni ed esterni non simula ciò che succede in gara. Se non è possibile fare il pre game a tutto campo, meglio non farlo. In questi casi spesso si vede il coach fungare ai ragazzi che sono in fila a prendere volate corte, ma questo non aiuta a muoversi su palle battute lateralmente. Lo stesso dicasi per i coach che fungono agli interni che sono in fila a raccogliere routine rimbalzanti restituendo la palla al coach o a chi gli è vicino. Questo è un esercizio da PFP quando il lanciatore tira a casa base.
Queste sono forme di riscaldamento che si ripetono perché è così che molti lo hanno fatto quando loro giocavano e perché copiano ciò che vedono fare agli altri. Pochi, o nessuno si chiede se quel tipo di riscaldamento veramente serve per la partita.
Noi crediamo che questo tipo di pre game vada aggiornato e pertanto ci permettiamo di proporre un nostro schema.
- Concentrarsi maggiormente sulla battuta. L’occhio per la battuta ha bisogno di più esercitazione che per la presa o per il tiro. E’ vero per gli adulti ma ancora più importante per le giovanili fino al livello del liceo. I primi swing non devono essere effettuati in partita ma durante il riscaldamento. Quindi, invece di mandare i ragazzi a palleggiare, formate diverse stazioni di battuta (sperando sempre che abbiate dei collaboratori) con diversificazione degli esercizi (tee, front toss da vicino per contatto, front toss per forte contatto, smorzate – 2 giri da 6 sventolate sono sufficienti). Il successo sta nella variazione.
- Palleggiare. Eliminate il palleggio di routine e usate gli elastici per il riscaldamento. Poi formate gruppi da tre o quattro giocatori che tirano tra loro con il flip (viene chiamato flip il movimento di piedi e mani per il doppio gioco) , sottomano e mani veloci alternando anche le prese a guanto rovescio. E’ possibile aggiungere la corsa con il giocatore che segue il tiro alla posizione successiva e così via.
- Tirare allo scopo. Formate un’altra stazione dove il lanciatore tira al ricevitore con un battitore che chiama ball o strike prima che la palla raggiunga il piatto. Due piccioni con una fava: precisione del lancio e riconoscimento dello stesso. Per i giovani di livello del liceo, essi possono chiamare il tipo di lancio invece che ball e strike. Per gli esterni usare le mani per tirare la palla in diverse direzioni per invitare i ragazzi a fare il primo passo con il piede giusto in tutte le direzioni. Per gli interni, chi riceve la palla tira a un compagno che funge da 2B o 1B invece di restituire la palla al coach.
In conclusione non vogliamo dire che questi sono gli unici esercizi che si possono praticare, è semplicemente per dimostrare come il pre game può meglio preparare per la partita in sostituzione della solita routine e offrire nuove idee che sono sempre ben accette. In questo modo tutto diventa un gioco e quindi più divertente per i ragazzi.
Frankie Russo
Tutta la Redazione augura una Buona Pasqua a tutti i lettori
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