L’elenco dei film inerenti il baseball con le sue diverse sfaccettature è destinato a non aver mai fine se è vero, come è vero, che dalla mia peculiare ricerca da cui poi è scaturito il certosino elenco a partire dal 1898 sino al 2022, anno in cui è stato stampato il mio libro “Il Baseball sul Grande Schermo, nei fumetti, nella letteratura, a teatro, nelle ballate e nell’arte” ecco che da allora il numero dei film elencati sale dal 324 al 330 in data odierna. In effetti già dal 2021 sotto la regia e sceneggiatura di Steve Acevedo fu licenziato “Love and Baseball” interpretato da Max Arciniega, Asif Ali e Tale Hanjok. Il film gode di una sceneggiatura scorrevole che, apparentemente sopra le righe, farebbe sembrare come il casuale incontro tra Will e Michele, i due protagonisti, potesse scadere nel solito film che va a rimarcare lo sdolcinante romanticismo ed invece l’imprevedibilità e la realtà della vita con un baseball eccentrico pigmalione ed inossidabile collante fanno elevare la qualità di questo movie ad una piacevole visione.
Nel 2022 poi, diretto ed interpretato da Joel De Visser, venne confezionato “Game Changer” che pur scorrendo sulla scia consunta dei vari “The Sandlot”, “Little Big Leauge”, “Rookie of the Year”, “The Rookie”, “Major League” e “Major League 2”, si distacca poi dalla visione di un baseball come semplice spettacolo per rinverdire il piacere di constatare come in sintesi esso sia sempre un gioco.
Che poi sia un eccellente ed apprezzato quarterback in procinto di firmare un ricco contratto con una blasonata squadra di football ma poi a rendersi reo di una infrazione stradale e quindi condannato da un avveduto giudice ad un momentaneo servizio sociale quale allenare una squadra di baseball della Little League, fa constatare quanto sia importante al fine di conoscere se stessi superare il proprio ego diventando il fulcro centrale di profonde riflessioni.
Così quando il coach Jordan Gabriel inizia a sgrezzare i componenti della squadra affidatagli incomincia a rendersi conto di quanto fosse stata vuota la sua vita dedicata solo alla propria vanagloria e quanto invece fosse ricca di valori, di affetti e di sentimenti se la stessa fosse dedicata alla valorizzazione di chi ha bisogno ed insegnare come vincere sul campo e dal campo nella vita.
Nello stesso anno, in visione a partire dal 6 agosto, venne presentato “The Baseball Players”, film anomalo ma interessante per i risvolti spirituali e politici.
Realizzato nelle Filippine sotto la regia di Carlos Obispo ed interpretato da Tommy Alejandrino, Jim San Jose e Tess Antonio il film ripercorre le problematiche dell’insurrezione dei Moro che è stata una rivolta etnica separatista nelle Filippine iniziata dall'etnia Moro nelle province meridionali del paese e durata per mezzo secolo dal 1969 al 2019.
I Moro costituiscono la più grande etnia non cristiana delle Filippine, comprendendo quasi il 5% della popolazione complessiva del Paese.
Ebbene Amir, un bambino soldato Moro di 17 anni il cui padre è stato ucciso in un attentato nel 2000, sogna di vivere una vita diversa: vuole diventare un giocatore di baseball. Allenandosi a lungo con il suo allenatore, arriva al provino finale presso una università locale ma sfortunatamente, nel 2003, scoppia un'altra guerra totale contro i ribelli Moro, ed Amir allora si trova di fronte alla difficile scelta tra inseguire il suo sogno o combattere in guerra.
Ancora in quell’anno apparve sul grande schermo il film “Running the Base” diretto a quattro mani da Marty Roberts e Jimmy Womble con attori Brett Varvel, Todd Terry e Isabelle Almoyan.
In questo movie il baseball viene visto come spiritualità propria che investe usi, comportamento e fede.
E’ la storia di un modesto allenatore di baseball di una piccola città che un giorno riceve l’offerta attesa da una vita: allenare una squadra di college.
I suoi metodi però incontrano la dura opposizione del sovrintendente scolastico ed il finale andrà a delineare come sia comunque intimamente popolare che anche in campo, se si ha fede, si possa pregare.
Nel 2023, il 29 settembre, venne divulgato uno stimolante documentario realizzato da Jeff Malmberg e Morgan Neville dal titolo “The Saint of Second Chances”, visibile in Italia in Streaming con il titolo “La Dinastia del Baseball”.
Le sequenze sono incentrate sulla figura di Mike Veeck, figlio del leggendario Bill Veeck che è stato proprietario di diverse squadre di baseball della Major League.
Al fine di imitare il padre che in ambito dello spettacolo del gioco era solito programmare partite mattutine per consentire ai lavoratori del turno di notte di affluire allo stadio o regalare animali vivi agli spettatori o organizzare festosi matrimoni presso casa base con testimoni gli umpire o qualsiasi altra opportunità spettacolare con premi in regalo, Mike quale ex musicista cercò di promuovere il 12 luglio del 1979 presso il Comiskey Park durante la gara dei locali Chicago White Sox contro i Detroit Tigers l’evento musicale “Demolition” che consisteva di demolire tutti i dischi vinile portati dagli spettatori ma le circostanze superarono le norme di sicurezza con risse, droghe, episodi di razzismo e soprattutto un inaspettato rogo di dischi che mise in crisi soprattutto il nome di famiglia.
Il documentario ripercorre così la vita di Mike nel cercare di poter avere una seconda possibilità che potesse far dimenticare quella fatidica notte ma prima di tutto è anche la storia di un uomo che nel desiderare una seconda possibilità evidenzia un interessante modo di intendere il binomio baseball e vita.
Ma in quello stesso anno, il 25 agosto fu proiettato sul grande schermo “The Hill” film che racconta con ricercata obiettività la storia vera di Rickey Hill.
Con la splendida regia di Jeff Celentano e sceneggiatura di Angelo Pizzo e Scott Marchall Smith, la storia è stata interpretata da Dennis Quaid nel rivestire il ruolo del pastore protestante James Hill quale padre, da Colin Ford nei panni del figlio Rickey e dai comprimari Joelle Carter, Bonnie Bedelia e Scott Glenn.
La colonna sonora è stata curata da Geoff Zanelli ed un altro dato significativo è stato che nelle prime quattro settimane di programmazione il film abbia incassato ben 7,6 milioni di dollari.
Perché è opportuno soffermarci su questo film che forse non arriverà mai sugli schermi italiani? Perché la determinazione, l’orgoglio e la tenacia di Rickey potrebbe essere esempio di stimolo per molti giovani che si fermano dinnanzi alle prime difficoltà. Bene, Rickey nasce il 15 agosto del 1956 a Fort Worth nel Texas già soggetto ad una malattia degenerativa della colonna vertebrale che lo costringerà a subire numerosi interventi chirurgici sino poi a dover indossare vistosi tutori per fasciargli le gambe per aiutarne la mobilità.
Nasce però in lui la grande passione per il baseball ed il suo innato talento lo si evidenzia quando inizia a giocarlo con il fratello Robert. Da qui si alternano vicende che sembrerebbero tutte portate a disincantare la sua passione ma egli non demorde mai sino a quando si sottopone alla prova dello scout Red Murff, noto per aver scoperto Nolan Ryan e Jerry Grote, e lo convince quale eccezionale battitore designato.
Hill così nel 1975 venne ingaggiato dai Montreal Expos nel 1975 e giocò nella lega minore per quattro stagioni arricchendo il suo palmares con una media battuta di .289 con 205 valide e 26 homerun in 201 partite. Il suo sogno realizzato di poter giocare a livello professionistico purtroppo avrà poi il brutto risveglio quando la sua spina dorsale gli impedì di continuare a giocare al baseball costringendolo ad un sofferto ritiro anticipato.
Rickey Hill ha seguito da vicino la realizzazione di questo film e le sue vicissitudini, anche se per poco tempo, ora fanno parte della storia del baseball americano e non è mai stato dimenticato tanto che in contemporanea al lancio del film è stato chiamato a lanciare il primo lancio cerimoniale durante una gara tra i Texas Rangers ed i Los Angeles Angels.
Michele Dodde
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Rosa Mariano (sabato, 11 maggio 2024 05:19)
Non poteva che essere così: il baseball raccontato e rappresentato sul grande schermo.
Il baseball metafora della vita: un grande sport che tiene uniti gli States e che racconta l'America.
Ezio Cardea (sabato, 11 maggio 2024 11:20)
Lavoro sempre straordinario il tuo! Grazie Michele!