Gli Stati Uniti e il baseball statunitense non finiscono mai di stupirmi, perché pur associandosi a siti che vogliono rifare la flotta sottomarina dello Zio Sam, allo stesso tempo si impegnano per contrastare il cambiamento climatico, tema sul quale siamo tutti o quasi sensibili e gli Americani … di più! In pratica durante le telecronache sul sito della MLB (www.mlb.com ) vi è uno spot tutto “verde” che parla di come si voglia premiare la squadra più “green” delle Majors e quindi quella che si distinguerà nella maggior raccolta differenziata, nel minor consumo di acqua, nel minor dispendio di emissioni di H2O e nel maggior sforzo ecologico.
Insomma, una meraviglia!
Che il baseball americano sia green non è una novità, perché non puoi vivere negli USA a quei livelli e non esserlo e a questo proposito, non so se mi passerete il link, ma le squadre di baseball sono anche molto animaliste.
A parte il fatto di avere qualche pupazzo pennuto come mascotte, tipo quella dei Phillies con Phillie Phanatic che è un vero e proprio disturbatore seriale, folle e cattivello, qualche tempo fa i Seattle Mariners hanno adottato un cagnolino vero e proprio come mascotte, ossia Tucker the Dog, che proprio un cagnolino non è, perché è un simil Labrador di una certa età.
Il baseball, infatti così come è sensibile al green è appunto anche animalista e quindi amico degli animali.
Tucker the Dog si è salvato da sicura morte, grazie al manager dei Seattle Mariners, ossia Scott Servais (1967) ex catcher, che allena i Mariners dal 2016 e che, come volontario, fa parte, insieme alla moglie di un’organizzazione che si occupa specialmente di cani, ossia Orkan Dogs
Tucker avrebbe dovuto essere soppresso perché, dopo aver ingerito un sasso, in quanto cane curioso (come il famoso delfino!?) non riusciva ad espellerlo, evacuandolo normalmente e quindi siccome avrebbe dovuto subire un’operazione incerta e pericolosa i suoi padroni avevano deciso di farlo sopprimere, ma ecco che Orkan Dogs una volta venuta a saperlo, con Servais ha salvato il cagnetto, adottandolo con tutta la squadra dei Mariners.
Tucker è stato felicemente operato e adesso scodinzola felice, facendo giochi da riporto, con tutte le palle che gli tireranno … oltre che nell’interpretare al meglio il ruolo di mascotte.
Tutta la squadra dei Mariners lo ama alla follia e lo coccola alla grande! Bene così, del resto il baseball e non solo, è ricco di squadre che strizzano l’occhio agli animali.
Miami ha un “pescione” nel suo stemma, ossia il Marlin e i Chicago Cubs un cucciolo di orso, un orsetto e per dirla tutta proprio la città di Chicago vanta anche i Bears, ossia gli orsi veri e propri nel football americano e nell’hockey su ghiaccio i Blackhawks, che preferisco considerare come i falchi, più che i nativi americani, animali splendidi, nonché veri e propri indicatori ambientali perché, se decidono di vivere in un certo posto, vuol dire che quello è un buon posto.
Anche in Italia abbiamo qualche connubio tra baseball e animali e quello che prima di tutti mi sovviene è quello a me più caro, ossia quello tra la Effe Bianca e Blu della Fortitudo Baseball di Bologna e l’aquila, animale alato tra i più superbi e prestigiosi.
Insomma, tra ambientalismo e animalismo il baseball si conferma essere sempre un gran bel gioco! Go baseball!
Allegra Giuffredi
Foto da MLB.com
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