Battitori Brutti - Volume 2

Nella foto Tom Hanks nella grande interpretazione del manager James “Jimmy” Ducan in "A League of Their Own" (Ragazze Vincenti) 

di Michele Dodde

 

Scritto con un linguaggio decisamente giovanile ma pieno di contenuti ontologici rari in un concreto affabulatore quale compagno di viaggio, Pietro Striano, licenziando alla stampa il secondo volume di “Battitori Brutti”, ha completato la sua personale ed interessante ricerca di personaggi del baseball statunitense che per la loro singolarità “fatti foste per vivere come brutti” mai hanno avuto positivi bagliori di vita e notorietà ma al contrario dei tanti che hanno raggiunto lo zenit in apprezzata notorietà non disgiunta da una gradevole consistenza economica, loro hanno toccato nell’esistenza solo marginali opportunità sino all’oscuro nadir.  Ed ecco allora che il lettore avrà la simpatia di completare l’album di figurine con personaggi apparentemente normali ma sviati nel loro modo di giocare e di esistere che però destavano allegria essendo la sintesi di geni e sregolatezze.

Si ammirerà così la discussa vitalità di Edward Waitkus silente suggeritore di Bernard Malamud nel narrare la storia di “The Natural”, la spassosa discrezionalità dell’umpire Angelo Hernandez, l’ombra fuggita di George Burt Goetz, quell’unica potenzialità di un ricevitore, Al Jennings, eroe negativo di un giorno ma bello e alto e via via sino alla catastrofica sequenza di vita di Jim Lillie per essere poi ammaliati dal primitivo fascino di “un uomo tozzo e tarchiato, con un collo da toro, un aspetto da fannullone e una voce che mescolava il muggito di un toro e il raglio di un asino”, ovvero di Frank Gray Ward detto Piggy (Maiale) per via dei suoi sporchi trucchi o buffonate durante le gare. 

 

Qui si chiude l’album delle figurine che Striano invita ad ammirare con molta ironia ma poi da par suo e per la grande passione che ha del baseball porta il lettore a seguire le vicende su ricerche storiche di notevole spessore nello stato del Colorado e poi a librarsi su soffici nuvole di fantasia non disdegnando una velata autobiografia chiudendo infine il tutto con un “Viaggio nel tempo” abbracciando una “Magical Girl” da sogno. Chiude con l’animo da poeta rispolverando un capolavoro di Tanka ispirato da Issa: Piange solo / Uccello senza madre / Tramonto autunnale. 

 

Un tramonto che il baseball non avrà mai…

 

Michele Dodde

 

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