Come si può evincere da questo primo esame delle società e da quelle successive molte di esse presero vita grazie all’attività ed ai sottaciuti principi politici di molti Enti di Promozione Sportiva quali la Libertas, la Fiamma, il Csen, l’Edera, il Cus, il Cantro Sportivo Italiano ed Associazioni Dopolavoristiche che permisero attraverso i loro statuti di poter finanziare economicamente la partecipazione ai campionati che a partire dal 1953 furono articolati nelle canoniche tre serie, “A” con 10 squadre, “B” con 12 squadre suddivise in due gironi e “C” con ben 37 squadre suddivise per vicinanza in 8 gironi. Se poi si andasse a controllare lo svolgimento della prima gara internazionali della nazionale italiana contro quella della Spagna a Roma il 31 agosto del 1952 dinnanzi ad oltre dodicimila spettatori si può affermare che il baseball era diventato uno sport condivisibile pur essendo d’élite visti i canoni che lo delineavano quali la complessità del regolamento, i pochi stadi ad esso congeniali, il costo dell’attrezzatura, la poca visibilità sui media e soprattutto là dove non circolava adeguato denaro di rimborso….
L’avvenuto riconoscimento federativo nel 1957 vide una stimolante espansione del baseball anche in Sardegna e Sicilia, tra cui la squadra di Ustica come fiore all’occhiello, ma soprattutto l’interesse di qualificati sponsor che permisero lo svolgimento delle trasferte non più a “pizze e fichi”, come amabilmente si diceva a Roma, ma con accettata fluidità.
I loro nomi quali Chlorodont, Algida, Coca Cola, Gbc, Europhon, Royco, Cuminicucine, Incom e poi Amaro Montenegro, Cercosti, Mamma Francesca, Glan Grant, Scavolini ed altri incominciarono ad apparire in modo vistoso sulle casacche ed in modo consequenziale ci fu anche l’attenzione dei quotidiani sportivi nazionali nel seguire i campionati e le vicende inerenti le squadre.
La voglia di esserci e di emergere galvanizzò ambiente e vertici federali che patrocinarono metodi ed iniziative a partire dalla Prima Coppa Europa organizzata interamente dal Comitato Friuli Venezia Giulia ad Opicina il 29 e 30 agosto del 1959.
Si configurò ed avvenne in seguito un periodo d’oro in quanto a numero di squadre e giocatori anche per via delle novità di osmosi con gli Stati Uniti e Cuba.
E quel periodo servì anche a caldeggiare per poi infine a realizzare il riconoscimento e l’avvento del baseball nel mondo olimpico durante lo svolgimento della XXIII Olimpiade di Los Angeles. A tal fine mai dimenticare che questo ambizioso traguardo fu raggiunto, con grande merito riconosciuto verso la Federazione Italiana, grazie all’incisiva operosità ed alla grande consapevolezza dell’allora eclettico presidente italiano Bruno Beneck .
Purtroppo in seguito i disarticolanti e continui capovolgimenti politici ed una più restrittiva linea burocratica con aumento dei costi fecero abdicare molti principi ed interventi da parte degli Enti di Propaganda Sportiva in relazione all’attività agonistica favorendo di fatto solo quella amatoriale. Inoltre si esaurì il disincantato apporto di tanti dirigenti animati da forte personalità e spirito sportivo unitamente al crescente immotivato silenzio dei quotidiani sportivi nazionali a favore solo del decadente “dio” calcio e quindi ebbe inizio una parabola discendente che, grazie al loro entusiasmo, fu frenata in verità dai tanti ex giocatori che, rimasti legati allo stile di grande affetto per il gioco antico quale sublime gioiello della tradizione, divennero a loro volta dirigenti oggettivamente consapevoli e capaci.
Il numero degli affiliati in verità non ebbe subito una ripresa sia a causa di oggettive considerevoli sfumature quale ad esempio la bassa cultura che ha permeato il nostro paese e la conseguente gran fretta del “subito ed ora” e sia per la completa disinformazione dei vari campionati da parte dei media, problema però che ha coinvolto anche altre discipline sportive.
Tuttavia, dal punto di vista tecnico inerente il lavoro compiuto dalle 261 squadre iscritte in ambito federale, sia in ambito atleti sia in ambito direttori di gara vi è stata una considerevole crescita ben riconosciuta e che ora si identifica in Samuel Aldegheri, primo lanciatore di scuola italiana ad aver esordito nella Major League Baseball il 30 agosto 2024 con la casacca degli Angels contro i Seattle Mariners.
Ora, a strike fermi, dove possiamo dire siano nati il baseball ed il softball in Italia?.
Di fatto non ha alcune importanza pur se è vero che il softball inizialmente era giocato al Sud tra Napoli, Nettuno e Roma mentre il baseball al Nord da Trieste a Verona quindi Milano Torino e Bologna. In queste località i primi animatori profusero il meglio del loro sapere con la certezza che questa disciplina sarebbe diventata, pur se in molti casi più che limitata, un impeccabile stile di vita.
Basterà sapere questo o sarà meglio allora ritornare all’antico al fine di essere sempre presenti in ogni ambito, dallo scolastico a quello culturale, per capovolgere la mentalità dell’attuale sistema al fine di porgere e donare ai giovani il gioco del baseball, o il gioco del softball, non solo come un gioco fine a se stesso ma come un necessario bagaglio filosofico che potrà permettere loro di diventare padroni delle proprie scelte sia nell’agire e sia nel proprio stile di vita?.
Bene, si deve essere certi di questo poiché “se lo costruisci, essi torneranno al baseball ed al softball sia sui diamanti che sulle tribune”.
Michele Dodde
Fine
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