Presentazione di Paolo Castagnini
quando si parla di Lucio Taschin viene in mente un ottimo coach, bravo dirigente, inserito nelle squadre Nazionali, organizzatore di un ottimo "Ground Force Elite Camp" unico corso privato per lanciatori in Italia studiato assieme al compianto Bill Holmberg e inserito nel High Perfomance Camp di Regensburg (Germania), insomma un uomo che spazia a 360° nel baseball d'elite, ma i più attempati come me lo ricordano come lanciatore mancino, per un micidiale pickoff sempre ai limiti del balk che ha fatto infuriare generazioni di coach e di giocatori. Lucio però è anche un amico, veneto come me e che condivide con me l'Accademia Veneta FIBS. Da anni lo stresso perché mi mandi un articolo dove spiega i segreti del suo pickoff e finalmente ricevo questo pezzo che condivido con tutti voi. Studiatelo bene perché è una chicca da non perdere. Buona lettura!
Il pickoff del lanciatore mancino
di Lucio Taschin
Paolo, ma da quanto tempo Ti dovevo questo articolo? Tanto, tantissimo! Un giorno tu mi dissi: “Lucio, per tanti anni hai fatto fuori un sacco di gente in prima base per il tuo pick off. Hai fatto, diciamo così, saltare sulla sedia molti coach per i presunti balk. Ora mi dici come hai fatto!”
Eh si caro Paolo. Spesso, scherzando, ho detto che ho concesso qualche valida in più per avere l’opportunità di fare l’out in prima con un pick off.
Andiamo al sodo. Stiamo parlando del pick off da mancino. In generale, come tante altre cose, non si allena abbastanza il pick off nei lanciatori e spesso, in particolare nei destri, non viene curata la tecnica di tiro con particolare attenzione al corretto uso del movimento dei piedi.
L’altra cosa FONDAMENTALE è insegnare a variare il tempo, soprattutto in allenamento, affinché sia un’abitudine facilmente traducibile in partita.
Ovviamente la precedente osservazione vale anche per il pick off dei mancini. L’obiettivo principale è sempre quello: non far prendere al corridore punti di riferimento e limitare quanto possibile una buona partenza per la rubata e ritardare il secondario.
Mi fanno spesso una domanda? Ma insegni al lanciatore mancino lo slide step? (lanciare senza alzare la gamba n.d.r) La mia risposta è: “Ovvio!”. Ricordando che possiamo perdere il timing che generalmente abbiamo con un caricamento diciamo normale e che vanno attivati maggiormente addominali e la parte interna della gamba di perno.
Come pure insegno anche lo step off, senza esagerare. Ricordo che la concentrazione, il focus, va sempre tenuto a casa base e al piano di lavoro che dobbiamo portare a casa con il battitore. Per step off intendo che nel momento in cui il corridore sta uscendo dalla base (forse in maniera troppo rapida) esco con il piede sinistro dalla pedana (anche qui curare molto il dettaglio) e nel momento in cui atterro con quel piede tiro in direzione della prima base (e anche in questo caso il lavoro con il difensore diventa importante affinché anche la parte terminale sia curata con la massima attenzione per andare subito al tocco). La parte di equilibrio e di postura va seguita bene, molto bene perché il timing del tiro vuol dire precisione.
Nel video sotto dopo vari tentativi di pickoff il pitcher esegue un perfetto step off
Ma torniamo, anzi parliamo, della tecnica del pick off del lanciatore mancino.
- Cambiamo i tempi e questo lo abbiamo detto fin da subito. Quando? Soprattutto durante l’allenamento
- L’attenzione è al battitore. Non facciamoci “tradire” dall’ansia di quello che potrebbe fare il corridore soprattutto se stacca molto
- Controlliamo bene (magari informiamoci prima anche e soprattutto con l’aiuto dei coach) con che tipo di corridori avremo a che fare e quale strategia la squadra avversaria è abituata ad attuare (posso farlo anche nei campionati giovanili non serve essere in Mlb)
- L’obiettivo principale è far capire il più tardi possibile al corridore quando e se tireremo a casa base. L’obiettivo è tutto qui.
- Si ma come si fa? La parte alta del corpo si muove meno possibile e soprattutto la postura non cambia se faccio pick off o se tiro a casa base. (alcune volte si vede il lanciatore cambiare il movimento della testa o alzare leggermente le spalle o peggio ancora andare dietro rispetto alla linea del corpo perdendo anche l’equilibrio)
- La chiave di tutto: alzo la gamba ne più ne meno di come mi serve per tirare a casa base. Non ci deve essere nessuna differenza. La prima azione è proprio quella di andare verso casa ma al momento della separazione delle mani davanti al corpo, non subitissimo, lavoro con il gluteo che sposta la gamba davanti verso la prima base. Il piede della stessa gamba gira verso sinistra per aiutarmi nel chiudere il movimento. Anche in questo caso tiro quando atterro con la gamba davanti, ovviamente l’azione del braccio è più corta. Piccola nota: vale anche per la tecnica di lancio ma anche in questo la separazione dei fianchi e la mobilità aiuta molto.
- Seguire il tiro, seguire il tiro e seguire il tiro. Questo rende il tutto molto più “credibile” nel senso che rendo EVIDENTE che sto tirando verso la prima.
- Torniamo per un momento al numero 6: lo sguardo va verso la prima base al momento del tocco della gamba davanti al terreno e contemporaneamente al tiro in modo tale che pochi centesimi prima del tiro stesso riesco a vedere dove sto tirando. La gamba davanti atterra (con il piede chiuso verso sinistra) in una linea di mezzo tra la prima base e casa base. E qui da sempre cominciavano le discussioni ☺
- Il ruolo del prima base è importante, lo abbiamo anche ricordato in generale. Il suo lavoro è stare basso, favorire un tempo minimo tra presa della palla e tocco del corridore che cercherà l’angolo opposto e soprattutto ha 2 cose da fare: se comincia la “trappola” deve avere chiara la situazione di gioco, deve aver imparato come gestire la trappola ma soprattutto se vede che il corridore parte al primo movimento del lanciatore (cosa che io farei se fossi in attacco) entra dentro il campo e non esita a tirare in seconda base
- Ovviamente la questione trappola riguarda anche il lanciatore ma (che dici Paolo?) forse sarà argomento di un altro intervento sul ruolo difensivo del pitcher.
Facile no?
Sotto una perfetta esecuzione del pickoff di Andy Pettitte
Come allenare il tutto? Suggerisco, come i veri dottori, un esercizio che ho trovato utile ovvero far tirare in prima il lanciatore partendo da una linea pedana – casa base (quindi all’estremo che chiamiamo A) e man mano tirare arrivando all’estremo Z ovvero in una linea pedana – prima base. Qui alleniamo soprattutto il tempo del tiro (ricordo tiro quando atterro). Quando arrivo nella linea mediana cerco di trovare la giusta combinazione con l’azione del gluteo (anche qui sguardo al prima base pochi centesimi prima di tirare). Non c’è molto da dire se non che ripetere, ripetere e ripetere è quello che serve.
La mia personale strategia, a dire il vero oggi poco attuale, era quello di fare il pick off molto “slow” fin da subito e poi fare quello “buono” diciamo così.
Di sicuro, e questo vale anche per i destri, noi dobbiamo far capire alla squadra avversaria che sappiamo gestire il running game.
Ho visto troppi lanciatori tirare fuori il pick off troppo tardi e favorire la squadra avversaria magari in partite strette.
E infine l’anedotto. Come può mancare?
Redipuglia, tanti anni fa. Protagonista il mio grande amico Walter Pletz che arbitrò in prima base. Mi si avvicinò sul monte prima del play ball e mi disse: “Senti, questa è la riga (e con il piede segnò una riga per terra tra casa base e prima base). Se quando fai il pick off tocchi la riga o stai a sinistra va bene. Se sei a destra è balk così qui nessuno rompe le scatole.” Nell’andarsene rivolgendomi le spalle io ho spostato con la scarpa la riga ovviamente verso destra! Al primo pick off (che onestamente era un chiaro balk) dalla panchina avversaria si sono sentite discussioni non proprio “nobili” e il mio amico Pletz (a cui alla fine della partita ho pagato una birretta con luganega) disse: “Voi non capite niente. E’ stato con il piede sopra la riga!” Si, certo ma la riga era spostata di 10 cm! ☺
Alla prossima e Buon Anno!
Lucio Taschin
Lucio Taschin nasce a Rovigo il 30 gennaio 1965 e dopo alcuni campionati in serie A tra il 1989 e il 1998 torna a Rovigo dove rilancia l’Asd Baseball Softball Club Rovigo, oggi una delle più importanti società italiane di baseball e softball.
Creatore dell’unico camp privato oggi in Italia riservato a lanciatori e ricevitori, il Ground Force Elite Camp. Arrivato nel 2024 alla quinta edizione, dal 2023 il format è presente anche all’High Perfomance Camp di Regensburg (Germania) grazie a Tomas Bison. Il Ground Force Elite Camp nasce da un’idea studiata con Bill Holmberg (mentor e grande amico di Lucio) e Daniele Santolupo che nel 2020 hanno creato una sorta di mini accademia per lanciatori e ricevitori.
Dopo la morte di Bill Holmberg ha fondato, insieme agli amici storici di Bill, Bfirst l’associazione che vuole ricordare l’opera di uno dei protagonisti assoluti del lancio in Italia e non solo.
Lucio Taschin ha fatto parte del Cnt della Fibs, ha gestito il progetto Verde Azzurro della stessa federazione per oltre 12 anni, ha ricoperto moltissimi ruoli soprattutto tecnici anche nella Regione Veneto creando continuamente format di convention a favore dei coach italiani.
E’ parte di Mlb dal 2016, Technical Commissioner della WBSC e attualmente ricopre il ruolo di pitching coach dell’Accademia Fibs del Veneto.
Nel 2023 e 2024 è stato il pitching coach della nazionale italiana Under 15 dove ha conquistato la medaglia d’argento a Trnava e in questa stagione il 9° posto al campionato mondiale in Colombia.
Oltre alla parte sportiva Lucio Taschin si occupa in libera professione di consulenza di marketing sportivo per società sportive, enti locali ed organizzazioni aziendali per le quali è consulente di formazione con l’utilizzo di Team Building outdoor.
Nella foto sotto la home page del sito internet B.Firstbaseball.com
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Peter Mario Caliendo (martedì, 07 gennaio 2025 23:00)
Ciao