Dai 16 ai 18 anni, i giovani dimenticati

Nella foto la Nazionale U18 del 2022 (foto FIBS)
Nella foto la Nazionale U18 del 2022 (foto FIBS)

Nella foto la Nazionale U18 del 2022 (foto FIBS)

di Paolo Castagnini

Leggo con grande interesse l’articolo pubblicato da baseball.it di Filippo Fantasia sul nuovo incarico di Francisco Cervelli nuovo Manager della Nazionale e Nel Coletti GM dell’Italia Baseball. Finalmente qualcosa si muove. Ora mi auguro che qualcuno inizi a fare un progetto vero per la crescita dei giocatori italiani. Parliamo di baseball perché il softball ha altre preoccupazioni. Nell’intervista Cervelli dice: “Voglio costruire il più forte team possibile. Inizierò a lavorare da subito al progetto, sarà dura e ci vorrà del tempo, passione e conoscenza per far crescere la nostra Italia. Cercherò di far capire ai nostri giocatori che l’Italia può essere una potenza mondiale, non è una questione di 1-2 anni o un torneo, ma è un percorso lungo. Voglio andare alle Olimpiadi, è il mio sogno. Collaborerò anche con Under 23 e 18, un progetto a medio e lungo termine”.

Pertanto se questa è l’idea allora dobbiamo capire dove siamo, da dove partiamo:

 

Veniamo da un periodo dove contava solo la burocrazia. Fare le cose in modo che nessuno si arrabbiasse, che nessuno ti tirasse dalla giacchetta. Vivere tranquilli e vivere bene, conti in ordine e vai. E così siamo andati sempre più in giù.

 

Campionato d’élite allargato (per accontentare più squadre possibili) partite corte (così bastano pochi lanciatori e pochi soldi) livello che ovviamente scende; peccato che poi ti confronti con le altre nazioni spesso emergenti dove al contrario il livello è cresciuto.

 

Da queste basi Francisco Cervelli dovrà iniziare, ma la bella notizia è che le dichiarazioni per il futuro fanno ben sperare. 

Bene le prime azioni del Presidente Marco Mazzieri che riesce all’ultimo momento a riportare le partite al vero baseball. Più di così per ora non potevamo chiedere.

 

Veniamo ai giovani che è ciò che da sempre mi sta più a cuore.

Tralasciamo in queste note il reclutamento che merita un capitolo a parte e che mi auguro possa essere sviluppato dalle persone preposte.

 

L’attuale situazione sullo sviluppo dei giovani giocatori.

Dal punto di vista federale le persone incaricate alla gestione delle Nazionali giovanili partendo dai più giovani U12 e salendo fino alla U18 hanno fatto i miracoli. Pochi fondi per la preparazione, mandati alle competizioni internazionali con quello che erano riusciti a fare con solo la loro buona volontà. 

 

Accademia Nazionale eliminata, resta il Progetto Accademie Regionali per i ragazzi dai 13 ai 16 anni, che di certo ha dato i suoi frutti anche qui con i limiti del progetto stesso.

 

Torneo delle Regioni parzialmente competitivo dove ci si domanda se tra costi e i benefici valga la pena continuare o se sarebbe meglio cambiare la formula.

 

Campionati giovanili a macchia di leopardo spesso di basso livello e meno male che con i Tornei estivi qualcosa si riesce  fare, ma con la piramide rovesciata. I più piccoli giocano di più e poi i giovani più crescono e meno giocano.

 

Che cosa deve fare un giovane atleta per diventare bravo?

Oltre che allenarsi deve giocare di più e a livello più alto possibile. (Quante volte ce lo siamo detti)

 

Categoria U12: da un minimo di 12 partite in su. Per le società più attive si arriva anche alle 50 partite per anno compreso i Tornei. Per quanto riguarda il livello c’è un progetto dell’ultima ora di qualche regione di costituire campionati misti di buon livello. Mi sembra che siamo sulla buona strada.

 

Categoria U14/U15: da un minimo di 12 partite in su. Per le società più attive si arriva anche alle 50 partite per anno compreso i Tornei. Anche per questa categoria c’è un progetto dell’ultima ora di qualche regione di costituire campionati misti di buon livello. Anche qui siamo sulla buona strada.

 

Categoria U18: Minimo 12 partite. Qui purtroppo poi c’è il nulla. Per i più talentosi si apre la possibilità di inserirsi nelle squadre senior Serie B o Serie C. Ma per la maggior parte ci sarà l’agonia di allenamenti e allenamenti con 30 turni alla battuta in un anno con abbandoni sempre più crescenti. Ci sono però le eccezioni e sono coloro che riescono ad andare negli Stati Uniti in High School e College o per i più bravi l’accesso alla Minor League.

E tutti gli altri?

 

Dal sito internet usabaseball.com l’attività ottimale per sviluppo avanzato per le fasce d’età (viene presa in considerazione la fascia dai 14 anni in su) è la seguente:

  • 14-16 anni - dai 4 agli 8 mesi di attività - 4/5 giorni di attività settimanale - 50% allenamenti e 50% partite
  • 16-18 anni - 8 mesi di attività all’anno - 4/5 giorni di attività settimanale - 45% allenamenti e 55% partite
  • 19 anni in poi - Attività di College o professionale

 

Ebbene, dai 14 ai 16 anni per quanto riguarda la quantità di attività possiamo anche essere in linea ad esclusione dei troppi mesi di attività (non pratichiamo alcun altro sport come si dovrebbe) e delle troppo poche partite (in una settimana si dovrebbero fare 2 allenamenti e 2 partite) da noi si fanno normalmente 3 allenamenti e 1 partita settimanale.

 

Dai 16 ai 18 anni al contrario il nostro programma è pessimo: 8 mesi di attività potrebbe anche essere, ma 4/5 giorni di attività settimanale e soprattutto il 55% del quale in partite proprio non ci siamo. Si dovrebbero fare almeno 50 partite all’anno.

 

Qui viene però il difficile, come si fanno 50 partite all’anno con ragazzi dai 16 ai 18 anni visto che per loro non ci sono Tornei organizzati a disposizione?

 

Anni fa presentai alla federazione un progetto di Summer League per ragazzi dai 16 ai 18 e anche più anni (fino ai 21) Un progetto che attraverso una Summer League e con il contributo delle società di Serie A (che sono quelle che dovrebbero avere maggior interesse) avrebbe potuto portare i nostri giovani nei mesi estivi a giocare 2/3 partite settimanali di alto livello oltre al Campionato.

 

Per chi sostiene che sarebbe impossibile ricordo che oltre alle nazioni evolute (Stati Uniti, Giappone, America Latina) attività simili si fanno anche in Europa proprio tra quelle nazioni emergenti che poi magari ci battono in questa categoria. Progetto cestinato così come tanti altri.

 

Concludo auspicando che la nuova gestione federale consideri che nel nostro sport un giocatore è in via di sviluppo fino a ben oltre i 18 anni e che fermarsi con i progetti a 15 anni è come buttare nel gabinetto almeno 7/8 anni di impegno e di lavoro.

Buon lavoro a tutti!

 

Paolo Castagnini

 

 

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Commenti: 6
  • #1

    Simona Conti (lunedì, 03 febbraio 2025 10:11)

    Bellissimo articolo Paolo, grazie!
    Però credo che i 16-17-18 anni siano invece dei privilegiati, perché bene o male quelli che hanno voglia giocano tutti doppio campionato U18/C, U18/B e i più talentuosi U18/A. Secondo me i più penalizzati sono i 13-14 enni (soprattutto se non eccellenti e che quindi non trovano spazio in U15). Quella è la fascia di età in cui si passa dal gioco allo sport, in cui si impara a giocare a baseball, in cui dovrebbe iniziare piano piano la specializzazione, e invece giocano (forse) mezza partita a settimana in U15 per 10-12 settimane all’anno.
    I campionati U14, che oggi se non sbaglio si giocano solo in ER, Veneto, Lazio e Friuli dovrebbero essere giocati in tutta Italia come secondo campionato per far giocare di più i più piccoli (12-13 enni, ma anche 14 enni).
    Come sempre grazie Paolo per il tuo lavoro!

  • #2

    Paolo Castagnini (lunedì, 03 febbraio 2025 11:21)

    Ottimo Simona, ci sono alcuni concetti che vorrei approfondire. Il primo riguarda i 12-14enni dove almeno nel Veneto ma ho sentito che anche in altre regioni si sta programmando qualcosa di nuovo. Il secondo punto è che per gli Under18 ci sono effettivamente società che lavorano bene e che danno spazio di crescita nelle senior ma in molte altre si fa panca. Terzo punto forse il più importante e tutto da sviluppare è il livello di gioco a cui dobbiamo dedicare il massimo sforzo. Questa è l’età della vera crescita tecnica/agonistica che peraltro per me va ben oltre i 18 anni. C’è un grande spazio da affrontare che è quello delle vacanze estive e qui dentro ci sono il 90% degli Under 18 e anche qualcosa di più con gli universitari. Cosa costerebbe mettere in piedi una summer league deregolata nel senso che mettiamo assieme giocatori under con giocatori evoluti anche stranieri? Sappiamo benissimo che uno straniero in tutto il mondo sa benissimo che sarà impegnato tutti i giorni in partite, ma quando arriva da noi sa che farà una bella vacanza italiana. Due partite settimanali e gli altri giorni ad oziare fino alle 7 di sera con l’allenamento e nemmeno tutti i giorni. Ebbene ora mettiamo assieme tutto questo, mescoliamo bene e vediamo cosa si potrebbe fare. Impegnativo? Certamente! Ma che risultati potremmo avere!

  • #3

    Silvio Brovero (lunedì, 03 febbraio 2025 11:34)

    Riflessione che condivido al 100%.
    Nella realtá attuale la categoria U18 e' un ibrido: da un lato gli atleti più talentuosi spesso vengono dirottati verso le seniores, dall'altro l'abbandono falcidia i roster delle società che spesso non sono più in grado di proporla; risultato? molti campionati regionali (non tutti ma molti) sono composto da 3/4/5 squadre, una decina di partite quando va bene, con una fase regionale spesso di basso livello.
    Una strada ritengo sia quella di allargare i campionati con la formula dell'intergirone, per prossimità regionale.
    La U18 attualmente esprime il suo pieno livello solo a partire dalle semifinali nazionali, quando i roster tornano a riempirsi con tutti gli effettivi che in stagione giocano principalmente nelle seniores.

  • #4

    Roberto (lunedì, 03 febbraio 2025 11:54)

    Ottima considerazione U18 gioca poco e nelle competizioni internazionali, spesso, paghiamo lo scotto. Riguardo alle nazionali oltre a continui raduni e tagli mano mano che si va avanti, non si fa, guardiamo le altre nazionali europee, vedi Germani e Repubblica Ceca U18, sono a fare un torneo di grande livello. Mi auguro che il nuovo presidente pensi alla crescita di questi ragazzi che molti non hanno nulla da invidiare a grandi giocatori, basta tenerli sotto osservazione e dare opportunità che meritano

  • #5

    Elena (lunedì, 03 febbraio 2025 14:06)

    Questa settimana i 16-17-18 enni talentuosi da tutto il mondo sono a Porto Rico con le rispettive nazionali (compresi tedeschi, cechi e olandesi) a fare un torneo che assomiglia ad un mondiale per il livello che c'è!!
    Con il nuovo presidente e una federazione attenta allo sviluppo dei giovani, speriamo che i prossimi anni anche i ragazzi italiani abbiano questo tipo di opportunità!

  • #6

    Luigi (lunedì, 03 febbraio 2025 14:18)

    C’è ovviamente, da ringraziare tutti quanti prestano attenzione e lavoro alla tematica delle giovanili. Provo anch’io a mettere una tesserina nel mosaico. A seguito, di una domanda fatta ad una classe di terza di scuola secondaria, mi si è presentata una situazione che mi mi ha quasi buttato nello sconforto: ai 25 alunni ho posto la domanda “chi fa sport?” Risultato si è alzata una, si proprio una sola mano, e mezza per di la verità perché un alunno ha detto “facevo….”. Ho approfondito con la Docente e la “statistica” dice che in Prima classe quasi metà degli alunni fa sport, in Seconda si scende a meno del 25%, in Terza quelli che ho citato….. Quindi ci troviamo difronte ad un grosso problema di base inattiva. Per venire a noi, provo a dire: Considerando che i numeri sappiamo quali sono, sfruttiamo tutti quelli che vengono al campo, anche se non ci sono molte abilità penso che qualcosa in più scopriremo.
    È vero che una partita U12 o U14 senza STRIKE è dura e sicuramente non ALLENANTE, ma se facciamo già selezione a livello societario otteniamo quello che abbiamo adesso….
    Come si sta pianificando, daremo possibilità di ulteriore sviluppo a chi ci sembra al momento più “dotato” mettendoli a tenzone con i pari livello, e strutturiamo diversamente (come hanno fatto molti sport) l’attività per tutti….
    La questione degli U18, deve principalmente sfruttare questa leva e dare più gare di livello e non solo le 5 gare del TDR alle quali sappiamo non partecipano altri atleti che per qualche linea non sono selezionati.
    I Tornei U18 o U21 secondo dovrebbero essere i più inseguiti, ma il periodo per organizzarli è poco o inesistente perché molti sono impegnati con le prime squadre (dove fanno panchina se va bene).
    Quando si dice che servono risorse, io penso che si le società devono trovare risorse ma per dare possibilità a questa fascia di giocatori per allenarsi di più e giocare più gare, consorziandosi per avere e dare servizi alle famiglie e ad atleti che non abitano davanti agli impianti. Se le risorse servono per “potenziare” una Serie C ( per non dire altre categorie) è chiaro che portiamo acqua con le mani….
    Ringrazio Paolo e tutti per lo spazio e la pazienza.
    Luigi Casarotto