
È di qualche giorno fa la notizia che alcune ragazzine ferraresi, di tredici anni, si sono sentite male dopo aver assunto del tabacco da masticare, contenente un’alta concentrazione di nicotina, vietata agli Under 18; questa pratica - assolutamente insana e illegale in Italia - è nota come “Snus” e consiste nell’assumere tabacco macinato, essiccato, umidificato a vapore ed infine raccolto in bustine piccole, simili a quelle del the. A parte il fatto che non si capisce come i bimbi e i ragazzi di oggi, un po’ come quelli di ieri per la verità, “una ne pensano e cento ne fanno” e che se faccio considerazioni di questo genere sono una boomer preoccupata, devo dire che anche nel nostro amato gioco, sia in Italia che negli USA e altrove, ci si tratta veramente male, magari inconsapevolmente, magari per ragioni anche culturali, come vedremo, ma con possibili gravi ripercussioni salutari.
Il masticare lupini, arachidi o altra frutta secca, masticare gomme come “se non ci fosse un domani” alla maniera del Manager Terry Francona è una pratica assai comune nei dugout di ogni squadra di baseball che si rispetti e i giocatori, talvolta masticano pure molto tabacco.
Tra gli altri, anche Stephen Strasburg (1988), ex lanciatore dei Washington Nationals, inaspettato vincitore ed MVP delle World Series del 2019 contro gli Astros di Houston (quelle di “Baby Shark” per intenderci …) ha masticato parecchio tabacco e ad un certo punto ha dovuto disintossicarsi con grande difficoltà.
A farlo riflettere sul suo stato e sul rischio che stava correndo, ha influito anche la storia di Tony Gwynn (1960 – 2014), morto di cancro alla ghiandola salivare all’età di soli 54 anni, a causa appunto dell’assai frequente masticazione di tabacco.

Tony Gwynn soprannominato Mr. Padre è stato una colonna portante dei San Diego Padres, dove ha giocato dal 1982 al 2001, come esterno destro ed è proprio Strasburg in una partita commemorativa giocata in onore di Gwynn, a ricordare che quando lui ha iniziato a masticare tabacco era piuttosto ingenuo e non pensava che sarebbe diventata una dipendenza, mentre è qualcosa che può influenzare le persone per il resto della vita, perché masticare tabacco è particolarmente diffuso nel baseball.
“È qualcosa con cui siamo cresciuti tutti.” dice Strasburg alla ESPN e questa consapevolezza e la volontà di esserci per la sua famiglia lo hanno portato a voler smettere e con determinazione sta cercando di smettere … perché, anche se ad un neofita può sembrare strano, il masticare tabacco fa proprio parte del baseball e farlo è un fatto culturale, così come lo sputacchiare in continuazione, cosa non proprio edificante e bella da vedere, devo dire, ma che fa tanto baseball.
Quello che da queste storie mi pare rilevante considerare è che è importante aver cura di sé, anche se detta così è una considerazione scontata e banale che non arriva, ma curarsi, far prevenzione, fare tutti gli screening che ci vengono proposti è davvero un’ottima cosa.
Del resto, gli sportivi americani e Strasburg ce lo insegna, da sempre sono un veicolo pubblicitario molto importante per la salute dello statunitense medio che solitamente mangia male ed anche allo stadio, beve litri di birra senza ritegno o bibite gassate e ghiacciate, passando dal caldo feroce, al freddo glaciale dell’aria condizionata, con molta nonchalance, ma con pessime conseguenze sulla propria salute.
Non fumare o masticare tabacco, mangiare e bere bene e farsi visitare è importante, ma non basta, perché si fa presto, tra l’altro, a dire di muoversi e camminare molto, di incrementare la frutta e la verdura nella dieta giornaliera, ma non è detto che questo sia così salutare, perché gli zuccheri e le fibre possono avere effetti diversi sulle persone; io per esempio non posso mangiare le “crucifere” … di cui son ghiotta e che non conoscevo in quella forma, ma tant’è: mi sono precluse! E grazie ad uno screening l’ho scoperto.
E allora godiamoci il baseball il più possibile in salute, mangiando e bevendo bene, secondo le nostre esigenze e magari dopo aver fatto una bella camminata e perché no, qualche lancio all’aria aperta.
Allegra Giuffredi
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