L'attività giovanile ha cambiato pelle

Foto da FIBS
Foto da FIBS

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di Paolo Castagnini

Per chi come me ha passato decadi sui campi da baseball, non può essere passato inosservato il cambiamento nella gestione dell'attività giovanile nel baseball. Per il softball è iniziato anche prima più per necessità che per opportunità. Io che ho iniziato ad occuparmi di giovani dagli anni 70 del secolo scorso, cosa che faccio tutt'ora, posso sostenere che fino ai primi anni 2000 in realtà non ho visto grandi cambiamenti, ma dopo alcune modifiche dei regolamenti federali ci sono state scelte e azioni che hanno profondamente cambiato questo settore, quello appunto giovanile e lo hanno portato ai giorni nostri completamente rivoluzionato per alcuni migliorato per altri peggiorato e di questo ognuno di noi ha la propria opinione.

Iniziamo dal tesseramento. In tempi antichi quando un ragazzino/a si tesserava  si vincolava praticamente a vita con questa società. Successivamente la regola cambiò e fu introdotta la firma ai 14 anni data in cui i genitori firmavano il vincolo con la società. Questo significava che fino a tale data i ragazzi/e potevano ogni anno cambiare e tesserarsi ad altra società.

 

C'era però un forte aspetto legato all'appartenenza e le famiglie in realtà si legavano più per questo motivo che per una vera e propria scelta nel rimanere nella società di origine. A questo si sommava un metodo non del tutto corretto di alcuni dirigenti, di far firmare il tabulato al genitore senza specificarne il motivo e che tra impegni di lavoro, per la fretta di andare a casa, ecc. non leggeva quella clausola dove era scritto che con quella firma il figlio si sarebbe vincolato a vita. Successivamente la FIBS fece firmare quel tabulato ogni anno anche ai minori di 14 anni, ma questo cambiò poco.

Foto da FIBS
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Chi a quell'epoca era nel nostro ambiente sa bene quanti giocatori e giocatrici, dopo aver compiuto i fatidici 14 anni, smisero di giocare a causa di società che non cedevano il famoso "cartellino".

 

D'altra parte come si sosteneva a quel tempo le federazioni erano "federazioni di società" e non "federazioni di atleti" quindi nessuna sorpresa sul fatto che la federazione difendesse le società e non gli atleti.

 

Nei primi anni duemila su pressioni anche politiche, con istanze di associazioni che iniziavano a nascere in difesa di tesserati di tutti gli sport che volevano poter cambiare società, fu introdotto lo  svincolo. La Federazione Italiana Baseball Softball fu una delle prime ed emanò le norme di svincolo in cui veniva specificato il premio di formazione, dove le società che si vedevano sfuggire un atleta di qualsiasi età venivano in qualche modo ripagate per gli anni di formazione di quell'atleta.

 

Ma la vera rivoluzione arrivò con una legge parlamentare (l'art. 31 d.lgs. 36/2021) che sancì l'abolizione del vincolo sportivo.

Oggi ogni giovane atleta di qualsiasi età è libero di cambiare casacca a fine dell'anno e massimo dopo due anni per atleti evoluti.

 

La legge ha cambiato lo sport dilettantistico togliendo tutti i recinti e consentendo la migrazione da una all'atra società. Questa se ci pensate è una rivoluzione in particolare nei luoghi dove operano più associazioni dello stesso sport. Alle società non basta più essere proprietari di "cartellino" ma devono riuscire a fidelizzare ogni singolo atleta e ogni genitore.

 

Ora le famiglie chiedono più professionalità, tecnici bravi, magari sono conquistati anche dai colori e dalla qualità della divisa. Allo stesso tempo le società se possono perdere giocatori li possono anche guadagnare. Questo fatto ha cambiato il paradigma dell'associazione sportiva.

 

Ma c'è dell'altro

Sempre nei primi anni 2000 fu introdotto il "secondo" tesseramento. Il motivo della scelta fu quello di dare più opportunità ai ragazzi e ragazze di giocare di più. Nel nostro sport è fondamentale. Faccio un campionato in Under 18 con una società e un Campionato in Serie B con un'altra società. La regola ebbe un impatto enorme. Fu sfruttata per il motivo appena descritto, ma in realtà fu anche un modo per giocare nonostante che il numero di ragazzi e ragazze iniziasse a diminuire. Soprattutto nel softball si fecero squadre composte da più società. Qualcuno accusò che questa regola era la causa della diminuzione di tesserati. Infatti c'era chi sosteneva che i dirigenti non si preoccupassero più di tanto se avevano 8/10 ragazzi in una categoria anziché 15 tanto si sarebbe fatto il doppio tesseramento.

 

Ad ogni modo la regola è tutt'ora in vigore e viene utilizzata con regolarità da moltissime società.

 

La squadra U14 del Verona (Foto Avarelli)
La squadra U14 del Verona (Foto Avarelli)

Ma c'è dell'altro ancora

Se un tempo negli anni 70 e 80 ogni società aveva le sue squadre che si incontravano con i "nemici" delle altre società, con gli anni 90 iniziarono ad essere organizzati i primi Tornei dove spesso si giocava con squadre con alcuni innesti da altre società. I ragazzi iniziavano a conoscersi. Iniziarono le prime selezioni. Certamente le Nazionali ci sono sempre state, ma erano appannaggio delle realtà più evolute: Parma, Bologna, Rimini, Nettuno e poche altre. I ragazzi e ragazze di tutta Italia iniziarono ad incontrarsi ai Camp Federali e alle Selezioni Regionali. 

 

Successivamente oltre al circuito dei Tornei iniziarono anche alcune Accademie e Camp di Società.  Queste attività crebbero a tal misura da superare in quantità e qualità i Campionati Federali che attraverso regole rigide impedivano a volte le aspettative dei ragazzi e dei loro genitori.

 

E arriviamo ai giorni nostri

Sono state aperte da parte federale le Accademie Regionali che volevano sostituire quella regionale di Tirrenia. Se il bacino d'utenza si è moltiplicato, non altrettanto si può dire della qualità che l'accademia centrale offriva.

 

Allo stesso tempo la necessità di giocare di più ha portato figure qualificate del mondo giovanile ad organizzare eventi che fino a pochi anni fa erano impensabili. Ad esempio i Tornei Draft che non sono nati per le squadre, ma per i giocatori. 

60 ragazzi provenienti da ogni parte d'Italia suddivisi in squadre attraverso un Draft. Negli stessi giorni si sono svolti momenti di istruzione e momenti agonistici con lo svolgimento del Torneo. Ragazzi di una società che giocano con ragazzi di altre società spesso contro compagni di squadra. Insomma un mix dove al centro c'è la voglia di giocare, di divertirsi e di migliorare

 

La nuova gestione federale sta lasciando spazio a iniziative del territorio come ad esempio la District League del Veneto organizzata dal RAAR veneto e patrocinata dalla federazione Regionale che io conosco in quanto partecipo come coach. Pensate a squadre formate da tre società dove si mescolano ragazzi e coach allo stesso modo. Quel coach contro cui hai sempre giocato contro, ora è con te e condivide metodi di insegnamento, gestione della partita e gestione dei ragazzi. Una crescita per tutti.

 

Ma questa è solo una delle tante attività che stanno crescendo in tutta Italia e persino con trasferte all'estero. 

 

Qualcuno può contestare che è la FIBS che si deve occupare dell'attività. Io credo che l'aiuto delle iniziative private sia invece fondamentale. 

 

Qualcun altro sostiene che solo chi ha più soldi può partecipare. In alcuni casi forse si, ma questa è la realtà di oggi. I genitori sanno che queste attività sono a favore dei loro figli; chi dovrebbe pensare ai loro figli?

 

Torniamo alla caduta dei recinti dei "tesserati". Le società non sono più proprietarie di nulla. Ogni atleta ha davanti il suo futuro e lo sa bene e sogna il suo futuro come atleta dello sport che ha scelto da bambino. 

 

Quindi che cosa è cambiato?

E' cambiato tutto; ora le famiglie possono scegliere, i giocatori possono segliere la strada migliore per se stessi e per il loro futuro; E' cambiata la quantità e la qualità del lavoro sui giovani, sicuramente fino ai 15 anni; dopo questa età c'è ancora da fare. La salita diventa più ripida e cala il numero di chi ce la fa, ma le opportunità per chi non molla ci sono.

 

Che cosa invece non è cambiato?

L'eroismo dei Presidenti e delle Società Sportive che nonostante le difficoltà economiche, le difficoltà di gestione, i balzelli fiscali, i rischi a volte persino penali, non mollano, tanta è la voglia di "fare", così come centinaia di coach volontari che vanno sui campi a trasferire la loro passione  per il baseball e il softball ai giovani.

  

Un buon baseball e softball a tutti.

 

Paolo Castagnini

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    Luigi Casarotto (mercoledì, 16 aprile 2025 19:22)

    Sempre un piacere leggere i tuoi articoli Paolo! Ci sono argomenti da affiancare a quanto enunci ma rischiano di portarci fuori tema. Da esaltare quelle iniziative Draft e District League che citavi. Ma la legge sullo sport, non per lo svincolo ma per le linee guida dettate, cambia sicuramente l’attività giovanile ma perché fa arrabbiare i Presidenti e dirigenti, che non molleranno ma vorranno dimostrare al legislatore che non è mai stato responsabile di una società….. Grazie Paolo